AFFARI TUOI: dispositivo ideologico: manipolazione, trasformazione sociale e potere mediatico

DiEnzo D'Amico

6 Agosto 2025

Prologo: il potere invisibile della televisione italiana

Da oltre vent’anni, Affari tuoi non è solo un game show su Rai 1: è un pilastro del panorama televisivo italiano, un rituale serale che cattura milioni di spettatori con la promessa di sogni e l’ombra della paura. Nato il 13 ottobre 2003 dal format Deal or No Deal, il programma ha trasformato la scelta di un “pacco” – con premi da pochi centesimi a 500.000 euro – in un dramma collettivo, orchestrato dal misterioso “Dottore” e da conduttori come Paolo Bonolis, Amadeus e, dal 2024, Stefano De Martino. Con oltre 2800 puntate e picchi di share del 30% nel 2024-2025, Affari tuoi domina l’access prime time, parlando a un pubblico di adulti (35-64 anni, 40-50%), anziani (65+, 20-30%) e, sempre più, millennial (25-44 anni, 20-30%).

Il suo peso culturale va oltre gli ascolti: Affari tuoi è un dispositivo ideologico che riflette e modella la società moderna. Attraverso narrazioni regionali che celebrano un’Italia unita ma fittizia, il programma maschera le disuguaglianze strutturali, mentre la suspense e le storie personali alimentano un’illusione di agency individuale in un mondo incerto. Nella società contemporanea, segnata da precarietà e crisi, Affari tuoi si insinua come uno specchio deformante, educando gli italiani a vivere nel rischio e a celebrare il sogno neoliberale, dove il successo è una lotteria e il conflitto sociale un’eco lontana.

1come dispositivo ideologico: manipolazione e trasformazione nella società moderna

Negli ultimi sette anni (2018-2025), Affari tuoi ha consolidato il suo ruolo di dispositivo ideologico, adattandosi alla società moderna – post-pandemica, digitale e frammentata – e affinando le sue strategie di manipolazione emotiva e trasformazione sociale. Attraverso il soft power, la rappresentazione popolare e l’“epidemiologia della paura”, il programma, come descritto nel testo iniziale, educa alla rassegnazione, spettacolarizza la soggettività e neutralizza il conflitto, in linea con le analisi di Gramsci, Debord, Baudrillard, Foucault e Packard.

2. Soft power e pedagogia dell’incertezza

Il concetto di soft power di Joseph Nye, centrale nel testo iniziale, descrive la capacità di plasmare preferenze e visioni del mondo attraverso la seduzione piuttosto che la coercizione. Negli ultimi anni, Affari tuoi ha affinato questa dinamica, adattandosi a un pubblico più ampio e diversificato:

•  Restyling e modernizzazione (2023-2025): Il passaggio a uno studio moderno e l’uso di uno smartphone al posto del telefono retrò riflettono un tentativo di rendere il programma più accattivante per un pubblico giovane, senza perdere la base tradizionale di adulti e anziani. Questo si traduce in un soft power più inclusivo, che seduce sia i millennial (attratti dalla popolarità di De Martino) sia i boomer (fedeli alla TV generalista).

•  Conduttori come vettori di seduzione: Amadeus, con la sua immagine rassicurante e nazional-popolare, ha rafforzato il consenso emotivo, mentre De Martino, con il suo appeal social e giovanile, ha ampliato l’attrattiva verso la Gen Z e i millennial. Entrambi incarnano la capacità del programma di “educare alla rassegnazione emozionale”, come descritto nel testo, presentando il rischio individuale come un gioco accattivante.

•  La “Regione fortunata”: Introdotta nel 2023, questa meccanica finale amplifica l’incertezza, offrendo un’ultima chance di vincita basata sul caso (indovinare una regione). Questo rafforza la pedagogia dell’incertezza neoliberale: il concorrente è spinto a sperare in un colpo di fortuna, interiorizzando l’idea che il successo dipenda da scelte individuali in un contesto imprevedibile.

Dal punto di vista ideologico, questi cambiamenti consolidano il ruolo di Affari tuoi come dispositivo che normalizza l’incertezza come condizione esistenziale, in linea con il neoliberismo emozionale descritto nel testo. La modernizzazione del format non altera la struttura di base, ma la rende più attraente, amplificando il consenso culturale verso un sistema in cui il rischio individuale sostituisce il progetto collettivo.

3. Rappresentazione popolare: un’Italia immaginata per le lobby

Affari tuoi costruisce un’immagine di unità nazionale attraverso concorrenti che rappresentano le 20 regioni italiane, ma questa narrazione, come sottolineato nel testo iniziale, è un’illusione che maschera le disuguaglianze. Negli ultimi anni, la rappresentazione popolare si è evoluta per rispondere alle logiche di poteri mediatici e lobby, non alle esigenze formative dei cittadini:

•  Narrazione regionale come consenso pilotato: Le storie dei concorrenti, enfatizzate da Amadeus (2023-2024) e De Martino (2024-2025), celebrano un’Italia folkloristica, con riferimenti a tradizioni locali che creano un “noi” televisivo. Tuttavia, questa unità è funzionale agli interessi della Rai e delle lobby mediatiche, che promuovono un nazionalismo emotivo per consolidare il consenso, ignorando questioni come il divario Nord-Sud o la precarietà lavorativa.

•  “La regione fortunata” come distrazione: Introdotta nel 2023, questa meccanica invita il pubblico a identificarsi con un’identità nazionale superficiale, distogliendo l’attenzione da conflitti sociali. Questo risponde alle logiche di potere che preferiscono un pubblico passivo, sedotto da un’immagine armoniosa piuttosto che educato alla critica.

•  Cultura digitale e mercato: Con De Martino, il programma si è aperto ai social media, ma non per educare: l’integrazione di trend virali serve a catturare i millennial per fini commerciali, rispondendo alle lobby pubblicitarie che dominano il panorama mediatico.

In termini gramsciani, Affari tuoi esercita un’egemonia culturale che serve i poteri mediatici e le lobby, non i cittadini, offrendo intrattenimento invece di strumenti critici per comprendere la società.

4. Epidemiologia della paura: manipolazione al servizio del potere

Il testo iniziale descrive Affari tuoi come un laboratorio che spettacolarizza la paura. Negli ultimi anni, questa dinamica si è intensificata:

•  Suspense come controllo: Il “pacco misterioso” (2024) e le pause drammatiche creano un’ansia controllata, che riflette la precarietà della società moderna. Questa “epidemiologia della paura” non educa, ma manipola, tenendo il pubblico incollato allo schermo per interessi commerciali.

•  Il “Dottore” e l’autorità opaca: La figura del “Dottore” incarna un potere distante, che risponde alla logica di controllo delle lobby mediatiche, non alle esigenze formative dei cittadini. La sua opacità educa alla rassegnazione, non alla consapevolezza.

•  Post-pandemia e crisi: Capitalizzando sull’ansia collettiva, Affari tuoi utilizza storie di difficoltà personali per creare empatia, ma senza offrire strumenti per affrontare le crisi strutturali. Questo serve gli interessi di chi trae profitto da un pubblico emotivamente coinvolto, ma passivo.

In termini foucaultiani, il programma è un dispositivo panottico che disciplina i concorrenti e il pubblico, rispondendo alle logiche di profitto delle lobby mediatiche piuttosto che a un progetto educativo.

5. Strategie ideologiche: il potere mediatico contro la formazione

Le tecniche di persuasione occulta descritte da Packard sono evidenti in Affari tuoi:

•  Identificazione emotiva: Le storie personali (es. concorrenti in difficoltà economica) creano empatia, ma servono a massimizzare l’audience per gli sponsor, non a educare.

•  Gratificazione differita: La suspense mantiene alta l’attenzione, rispondendo alle esigenze commerciali della Rai e delle lobby pubblicitarie.

•  Influenza digitale: L’approccio social di De Martino (2024-2025) è una strategia di mercato, non di formazione, che sfrutta la datafication della soggettività per attrarre i giovani.

Queste strategie riflettono un potere mediatico che privilegia il profitto e il controllo, non l’emancipazione dei cittadini.

6. Collegamento con il pubblico: una società distratta

L’audience di Affari tuoi (adulti 35-64 anni, 40-50%; anziani 65+, 20-30%; millennial 25-44 anni, 20-30%) mostra come il programma si rivolga a un pubblico ampio, ma non lo educhi. La narrazione regionale seduce gli adulti, mentre l’appeal social di De Martino attira i giovani, ma entrambi i gruppi sono spinti a consumare emozioni, non a sviluppare consapevolezza critica. Questo risponde alle lobby che cercano un pubblico passivo, non cittadini attivi.

7. Confronto con il testo iniziale: un potere mediatico al servizio delle lobby

Il testo iniziale evidenzia come Affari tuoi neutralizzi il conflitto e promuova il neoliberismo. Negli ultimi anni, questa funzione si è rafforzata, con il programma che si adatta al contesto digitale e post-pandemico per servire gli interessi di poteri mediatici e lobby:

•  Paura e rassegnazione: Elementi come il “pacco misterioso” intensificano l’incertezza, educando alla passività.

•  Spettacolarizzazione: La mercificazione delle emozioni, come descritto da Debord, serve a mantenere l’audience per fini commerciali.

•  Soft power: Il consenso culturale è funzionale alla Rai e agli sponsor, non alla formazione dei cittadini.

8. Approfondimento: il potere mediatico e l’assenza di formazione

Il potere mediatico di Affari tuoi non risponde alle esigenze formative dei cittadini, ma alle logiche di poteri e lobby. La Rai, come broadcaster pubblico, dovrebbe promuovere contenuti educativi, ma Affari tuoi privilegia l’intrattenimento commerciale:

•  Logiche di mercato: Il programma massimizza l’audience per attrarre sponsor, con un focus su emozioni che generano profitto, non consapevolezza critica.

•  Neutralizzazione della critica: La narrazione nazional-popolare e l’individualismo neoliberale distolgono l’attenzione da questioni come la disuguaglianza, servendo le lobby che traggono vantaggio da un pubblico passivo.

•  Assenza di educazione mediatica: Affari tuoi non insegna a decostruire i media, ma rafforza la dipendenza emotiva, rispondendo agli interessi di chi controlla il panorama televisivo.

9. Conclusione

Negli ultimi sette anni, Affari tuoi ha rafforzato il suo ruolo come dispositivo ideologico, usando il soft power per sedurre, la paura per manipolare e la narrazione popolare per mascherare le disuguaglianze. La sua modernizzazione e l’appeal digitale di De Martino hanno ampliato l’audience, ma il programma risponde alle logiche di poteri mediatici e lobby, non alle esigenze formative dei cittadini. Per superare questa egemonia, serve una critica che smascheri i meccanismi del potere mediatico e promuova un’educazione che emancipi, non che intrattenga.

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