
di Larry C. Johnson, sonar21.com, 11 novembre 20265 — Traduzione a cura di Old Hunter
Scott Bessent, Segretario al Tesoro degli Stati Uniti sotto la presidenza Trump, è apparso di recente su Fox News e ha rilasciato alcune dichiarazioni incredibilmente offensive nei confronti di Kirill Dmitriev, amministratore delegato del Fondo di investimento diretto russo (RDIF) e inviato chiave del Cremlino coinvolto nella diplomazia segreta sui colloqui di pace e sulle sanzioni in Ucraina, dopo che Dmitriev aveva minimizzato l’impatto delle nuove sanzioni statunitensi sulle compagnie petrolifere russe.
Bessent ha respinto le affermazioni di Dmitriev secondo cui le sanzioni non avrebbero avuto “assolutamente alcun effetto” sull’economia russa, definendolo un “propagandista russo” “incapace di parlare onestamente”. Ha sostenuto che il ruolo di Dmitriev non gli lascia “nient’altro da dire” se non mentire e minimizzare la pressione su Mosca. Definire bugiardo un inviato di Putin esula dai limiti della diplomazia tradizionale.
Bessent ha replicato direttamente a Dmitriev, affermando che la Russia subirà “un danno immediato”. Ha citato prove come il blocco totale degli acquisti di petrolio russo da parte dell’India e i rallentamenti delle raffinerie cinesi, aggiungendo che l’economia russa in tempo di guerra è già tesa (crescita prossima allo zero, inflazione superiore al 20% e ricavi petroliferi in calo del 20% su base annua). Ha previsto che le sanzioni potrebbero ridurre i ricavi di un altro 20-30%.
Bessent ha collegato questo fatto alle argomentazioni della Russia, affermando che hanno falsamente “immunizzato” la loro economia dalle misure occidentali. Ha interpretato la citazione di Dmitriev come un tentativo di propaganda del Cremlino, soprattutto in un momento di stallo nei negoziati con l’Ucraina.
Nonostante le affermazioni di Bessent, l’India non ha completamente smesso di acquistare petrolio russo a partire dall’11 novembre 2025. Tuttavia, le importazioni sono state ridotte, in particolare per gli arrivi di dicembre, a causa dell’inasprimento delle sanzioni, dei dazi e dei negoziati commerciali statunitensi sotto la presidenza Trump. Le raffinerie indiane continuano a processare i carichi pre-sanzionati, ma i nuovi ordini si sono in gran parte bloccati, segnando un netto calo rispetto agli 1,9 milioni di barili al giorno (bpd) importati nei primi nove mesi del 2025 (circa il 40% delle esportazioni marittime russe).
Mentre il Presidente Trump ha pubblicamente affermato che l’India ha “in gran parte smesso” di acquistare petrolio russo e che il Primo Ministro Modi glielo ha assicurato, il governo indiano ha reagito. Il Ministero degli Esteri indiano ha dichiarato di “non essere a conoscenza di alcuna conversazione” in merito a tale garanzia, sottolineando che la sua politica è quella di garantire “prezzi energetici stabili” attraverso un'”ampia base” di approvvigionamento energetico. Gli analisti suggeriscono che, sebbene l’India stia riducendo le importazioni a breve termine a causa delle sanzioni, è improbabile che elimini completamente il petrolio russo a lungo termine. Se il greggio russo dovesse tornare ad essere disponibile a un prezzo fortemente scontato, l’approccio “economico prima di tutto” dell’India prevarrà sul tentativo di Trump di costringere l’India a prendere le distanze dalla Russia.
Nonostante il tentativo di Washington di intimidire l’India, il Primo Ministro Modi e il suo governo non intendono allontanarsi dalla Russia… La partnership è andata oltre il semplice modello “acquirente-venditore”. Ora c’è una forte attenzione alla produzione congiunta e al trasferimento di tecnologia nell’ambito dell’iniziativa indiana “Make in India”, come si è visto con il missile BrahMos e la prevista produzione di fucili AK-203.
India e Russia mantengono un solido Partenariato Strategico Speciale e Privilegiato in ambito di difesa, radicato in decenni di collaborazione sin dai tempi della Guerra Fredda. La Russia rimane il principale fornitore storico di armi dell’India, rappresentando circa il 36% delle importazioni nel 2023 (in calo rispetto al 76% del 2009, grazie alla diversificazione e all’autosufficienza dell’India nell’ambito del programma “Make in India”). I contratti totali dal 2005 al 2025 superano i 50 miliardi di dollari. La cooperazione comprende l’approvvigionamento di armi, la produzione congiunta, i trasferimenti di tecnologia, le esercitazioni e la logistica, ed è guidata dalla Commissione Intergovernativa India-Russia per la Cooperazione Tecnico-Militare (IRIGC-M&MTC, fondata nel 2000). L’India non metterà a repentaglio questa relazione solo per compiacere Trump.
Scott Bessent non riesce a capire che le esportazioni di petrolio verso l’India non sono fondamentali per la salute economica della Russia… Solo il 15% del PIL russo proviene da tutte le esportazioni di petrolio. Inoltre, ritengo altamente probabile che Russia e India trovino il modo di utilizzare una terza parte per continuare a spedire petrolio in India, in modo che quest’ultima possa continuare ad avere accesso a petrolio a prezzi accessibili. Bessent ha mostrato una sconcertante ignoranza dell’economia russa e dell’impegno russo a vincere la guerra con l’Ucraina e la NATO nei suoi commenti sulle sanzioni. Continua a illudersi che gli Stati Uniti abbiano una leva economica sui russi e che possano usare la pressione economica per costringere la Russia a porre fine alla guerra con l’Ucraina… Non accadrà.
Il video qui appresso di BORRIZKMAN affronta la questione delle sanzioni:
