CRONACHE DAL PREMIO FABRIZIO DE ANDRE’

DiSonia Milone

4 Ottobre 2024

Grande successo di pubblico per la 23ª edizione del Premio Fabrizio De Andrè – Parlare Musica, la manifestazione nata nel 2002 con l’obiettivo di celebrarne la memoria e, al contempo, valorizzare e promuovere i nuovi artisti che si distinguano per l’originalità delle loro composizioni, sia musicali sia poetiche sia figurative.

La finale, presentata da Mauro Carrara e Paolo Talanca, si è svolta nella nella prima piazza d’Italia che porta il nome del cantautore genovese nel quartiere Magliana a Roma, dove la giuria, presieduta da Dori Ghezzi, ha premiato Santoianni con il brano “Questa canzone non vale niente” per la sezione musica, Monica Pagnotta con l’opera “Noi” per la sezione poesia, Mario Marasà con l’opera “Al vento e ai baci” per la sezione pittura. Vincitori della “Targa Faber” sono stati Ron e la giovane Ariete. Accanto ai talenti della nuova generazione, sul palco si sono esibiti anche Enzo Avitabile, Neri Marcorè, Andrea Rivera e Squillante.

Il Premio, patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus, con la direzione artistica di Luisa Melis, ha lo scopo di stimolare (presso autori, compositori, interpreti ed esecutori esordienti di musica italiana) una creatività libera e scevra da tendenze legate alle mode, ai generi e ai concetti di commerciabilità, al fine di favorire l’originalità e la vitalità delle nuove produzioni artistiche.

Giubbe Rosse ha raccolto la testimonianza di Vincenzo Costantino, presidente della sezione poesia.

“E’ un venerdì di settembre. Il 20. Fa ancora caldo.
Per due giorni staremo insieme. Come una famiglia. Giurati. Amici. Ragazzi che si giocheranno sogni, emozioni, speranze. Dopo tanto tempo, siamo tornati a casa. Alla Magliana. Piazza Fabrizio De Andrè. E a casa ci sentiamo un po’ tutti. Negli occhi di Dori Ghezzi si legge la felicità di essere tornati nei luoghi che Fabrizio ha, avrebbe e continuerà a cantare anche attraverso chi comprende che non è la destinazione ma il viaggio quello che conta.
Un viaggio sono questi anni che ho condiviso con il Premio e la Fondazione e Luisa Melis e Massimo Bonelli e Francesco e tutti i ragazzi che fanno e danno l’anima perché tutto funzioni. Un viaggio che quest’anno mi ha portato per la prima volta alla Magliana.
E ho capito. Ho capito che basta poco per piangere e poco per ridere. Ho capito che la gentilezza abita ovunque. Ho capito che siamo tutti coinvolti e sempre lo saremo. Ho capito che le risposte soffiano nel vento anche quando spettina. Ho capito che è stato bello. Sempre lo sarà. Come rivedere tanti amici. Mauro Ermanno Giovanardi, Andrea Rivera e la fragilità di Pigna, la sua compagnia da una vita. Teresa Mariano che è sempre più pasionaria della musica. Paolo Talanca, sempre perfetto. Roberto Sironi complice di colazioni e artistiche visioni. Lo spirito che aleggiava in questo solstizio d’estate, non era quello di una stagione che finisce ma di una stagione che inizia. Una stagione che amo particolarmente.
Per questo sono felice. Felice che ogni tanto le cose prendano il senso giusto e tornino a casa. Ed è bellissimo tornare a casa. Soprattutto quando casa è casa di tutti e per tutti.
Grazie di avermi accolto e di fare parte di un sogno che continua e di una voce unica per gentilezza e curiosità.
E grazie per aver cementato l’amicizia con un’assenza che qui, alla Magliana, si è sentita parecchio e a cui tutti abbiamo dedicato un pensiero, un sorriso e una lacrima: Massimo Cotto”.

Vostro affezionato “poeta”
Vincenzo Costantino

NOTA
Poeta e scrittore milanese, Vincenzo Costantino, detto Cinaski, ha pubblicato “In Clandestinità” (2009, Feltrinelli), scritto con Vinicio Capossela; “Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare” (con prefazione di Dan Fante, 2010, Marcos y Marcos); “Non sembra neanche dicembre” (2013, Round Midnight edizioni); “Nati per lasciar perdere” (2015, Marcos y Marcos); “Il più bello di tutti” (2019, Marcos y Marcos); “I miei poeti rock” (2021, Hoepli). Ha inciso “Smoke. Parole senza filtro” (2012, Gibilterra edizioni), disco di poesie musicate conservato al Museum of Vladimir Vysotsky di Koszalin, in Polonia, per la reinterpretazione de “La caccia ai lupi”, una delle più importanti canzoni dell’artista russo.

È presidente di giuria del “Premio Fabrizio De Andrè”, fondato da Dori Ghezzi, per la sezione Poesia. È docente presso la scuola di musica Cpm di Milano dove insegna drammaturgia musicale e scrittura dei testi.

Conosciuto per le sue performance di letture musicate, nel 2016 porta nei teatri italian, insieme a Vinicio Capossela, il recital di musica e poesia “Accaniti nell’accolita”; nel 2013, con Simone Cristicchi, lo spettacolo “Gentaglia”; nel 2018, con Paolo Rossi, “Storie di giorni dispari”. Numerosissime le sue collaborazioni con tanti altri artisti quali Mannarino, Francesco Arcuri, Mell Morcone, Raffaele Kohler, Folco Orselli, Michele di Toro, Edda, Alessandro “asso “ Stefana, ecc.

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