L’unità spaziale militare congiunta USA-Giappone riflette l’evoluzione della guerra moderna, mentre i blocchi contrapposti della Guerra Fredda 2.0 puntano sempre più verso le stelle
di Gabriel Honrada per Asia Times – Traduzione a cura di Old Hunter

La US Space Force (USSF) ha attivato un’unità in Giappone, segnando un importante passo avanti bilaterale nel contrastare le crescenti minacce provenienti da Cina, Russia e Corea del Nord e consolidando l’alleanza tra Stati Uniti e Giappone come pietra angolare della sicurezza spaziale indo-pacifica.
Questo mese, le Forze spaziali statunitensi in Giappone (USFJ) hanno annunciato che l’USSF ha attivato la sua sesta componente di servizio, nota come United States Space Forces-Japan (USSPACEFOR-JPN), presso la base aerea di Yokota.
L’istituzione dell’unità segue gli impegni presi dal Security Consultative Committee del luglio 2024 per rafforzare il coordinamento bilaterale tra i domini, tra cui quello cyber, lo spazio ed elettromagnetico. La mossa mira a migliorare la sicurezza spaziale e la sostenibilità a lungo termine, riflettendo la natura in evoluzione della guerra moderna e il ruolo critico dello spazio nelle strategie di difesa nazionale.
Sotto il comando del colonnello statunitense Ryan Laughton, la USSPACEFOR-JPN supporterà le Forze Armate degli Stati Uniti in Giappone (USFJ) pianificando, integrando ed eseguendo gli sforzi per la sicurezza spaziale in coordinamento con le controparti giapponesi.
Il tenente generale statunitense Stephen Jost ha evidenziato i significativi progressi del Giappone nelle operazioni spaziali e la necessità di una solida competenza spaziale per migliorare le capacità di combattimento congiunte. Il generale di brigata Anthony Mastalir ha sottolineato che la nuova unità rafforzerà l’interoperabilità e la resilienza per garantire un Indo-Pacifico libero e aperto.
La Corea del Nord, la Cina e la Russia stanno sempre più stringendo una partnership di convenienza in materia di cooperazione spaziale, spinte dal comune antagonismo verso l’ordine internazionale dominato dall’Occidente e dal loro pragmatico interesse personale.
In un articolo del febbraio 2024 per 38 North, Sangsoo Lee afferma che le attività spaziali della Corea del Nord si sono recentemente intensificate, come dimostra il lancio riuscito del suo primo satellite spia nel novembre 2023, dopo due precedenti tentativi falliti.
Sebbene manchino verifiche indipendenti, Lee afferma che il satellite avrebbe catturato immagini di ricognizione di siti militari chiave degli Stati Uniti. Inoltre suggerisce che la Russia potrebbe aver aiutato i progressi della Corea del Nord nella tecnologia spaziale come seguito a un vertice del settembre 2023 tra il leader supremo Kim Jong Un e il presidente Vladimir Putin.
Kevin Pollpeter e altri autori affermano in un rapporto del China Aerospace Studies Institute (CASI) del maggio 2023 che Cina e Russia hanno approfondito la loro cooperazione spaziale strategica, riflettendo cambiamenti geopolitici più ampi e una comune opposizione al predominio degli Stati Uniti.
Pollpeter e altri notano che questa partnership include la collaborazione nell’esplorazione lunare e di Marte, la difesa missilistica, la navigazione satellitare e i trasferimenti di tecnologia. L’ascesa finanziaria e tecnologica della Cina la posiziona sempre più come leader in questa relazione, con la Russia che fornisce capacità critiche in un ruolo secondario.
Fanno poi notare che tra le principali iniziative spaziali sino-russe rientrano basi lunari congiunte, sistemi di allerta missilistica e sistemi satellitari integrati, che mirano a contrastare l’influenza degli Stati Uniti e nel contempo a promuovere i loro obiettivi tecnologici e di sicurezza nazionale.
Sheila Smith afferma in un articolo del Council on Foreign Relations (CFR) del luglio 2024 che il Giappone considera la crescente alleanza tra Cina, Russia e Corea del Nord una minaccia significativa alla stabilità regionale.
La Smith afferma che il Giappone è particolarmente preoccupato per la partnership di difesa tra Russia e Corea del Nord, che include la fornitura di armi sofisticate e assistenza tecnologica per rafforzare i programmi missilistici e nucleari della Corea del Nord.
Fa notare che questa alleanza complica la strategia di sicurezza del Giappone, soprattutto considerando la possibilità che la Corea del Nord sviluppi missili balistici intercontinentali (ICBM) in grado di raggiungere gli Stati Uniti.
Smith menziona anche che il Giappone è diffidente nei confronti delle attività militari della Cina e della cooperazione con la Russia, che secondo lei potrebbero destabilizzare ulteriormente la regione indo-pacifica. Per affrontare queste minacce, afferma che il Giappone sta rafforzando i suoi legami di difesa con gli Stati Uniti e la Corea del Sud.
Tuttavia, Kari Bingen afferma in un articolo del think tank Center for Strategic and International Studies (CSIS) del marzo 2024, che il Giappone deve affrontare notevoli sfide per migliorare la cooperazione spaziale con gli Stati Uniti, principalmente a causa della sua limitata esperienza nelle operazioni spaziali militari e della necessità di un’ampia formazione e istruzione.
Bingen nota che l’ecosistema spaziale giapponese si è storicamente concentrato sulle missioni civili, con conseguente mancanza di sviluppo di sistemi spaziali militari. Inoltre, afferma che le istituzioni e l’industria della difesa giapponese devono superare le barriere relative alle politiche di condivisione dei dati, alle autorizzazioni di sicurezza e alle normative sulle esportazioni.
Nel frattempo, Saadia Pekkanen in un articolo del CSIS del giugno 2023 aveva affermato che l’alleanza tra Stati Uniti e Giappone è l’unico patto militare formale che si estende allo spazio.
Pekkanen nota che questa partnership sottolinea la salvaguardia delle risorse orbitali critiche per la difesa, la tecnologia e la stabilità globale. Menziona preoccupazioni chiave, come le armi anti-satellite, le operazioni di prossimità e i crescenti rischi di detriti orbitali da un’infrastruttura LEO in espansione.
Pekkanen afferma che per affrontare queste minacce, il Giappone ha ristrutturato il suo quadro giuridico, istituito uno squadrone dedicato alle operazioni spaziali e rafforzato la cooperazione industriale con gli Stati Uniti attraverso iniziative come l’integrazione di sensori militari con il suo sistema satellitare QZSS.
Menziona anche che l’alleanza si concentra sulla Space Domain Awareness (SDA) per mappare le attività orbitali e migliorare la sicurezza contro i pericoli naturali e provocati dall’uomo. Pekkanen fa notare i traguardi di collaborazione, come la partecipazione del Giappone ai wargame spaziali Shriever guidati dagli Stati Uniti e al programma di esplorazione lunare Artemis della NASA, che riflettono obiettivi civili, commerciali e militari interconnessi.
Tuttavia, Pekkanen sottolinea le ambiguità del diritto internazionale e che il testo dell’accordo di sicurezza tra Stati Uniti e Giappone del 1960 è rimasto invariato nonostante l’evoluzione e l’emergere di nuove minacce.
Inoltre, Michael Mazarr e altri autori affermano in un rapporto RAND pubblicato questo mese che gli alleati e i partner degli Stati Uniti svolgono un ruolo fondamentale nel raggiungimento di una deterrenza integrata nello spazio, come delineato nella Strategia di difesa nazionale (NDS) del 2022.
Mazarr e altri affermano che la deterrenza integrata combina le capacità degli Stati Uniti e degli alleati in tutti i settori, militare, economico e diplomatico, per amplificare la loro efficacia nel dissuadere gli ‘aggressori’. Sottolineano come le operazioni spaziali, che spaziano dall’intelligence, alla sorveglianza, alla ricognizione (ISR), alle comunicazioni satellitari (SATCOM) e all’allerta missilistica, siano fondamentali per questa strategia.
Gli autori sottolineano come gli alleati degli Stati Uniti contribuiscano in modo significativo fornendo accesso a risorse spaziali condivise, consentendo operazioni congiunte e complicando i calcoli dei rischi degli avversari. Tuttavia, menzionano che le sfide persistono, tra cui barriere alla condivisione delle informazioni, alla produzione di difesa congiunta e all’integrazione degli sforzi multinazionali in strategie di deterrenza coese.
