Proprio come la resistenza palestinese e libanese sono malconce ma resistono, la nazione siriana occupata è malridotta ma non è morta.

di Tim Anderson per Counter Hegemonic Studies   –  Traduzione a cura di Old Hunter

La Siria non è morta, è occupata. I due più grandi eserciti della NATO, gli israeliani e i loro terroristi in stile Al-Qaeda, che prima dell’8 dicembre 2024 avevano occupato un terzo del paese, ora ne occupano il 100%. Il governo di “transizione”, guidato da quegli stessi terroristi, definiti come tali dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha ancora molta strada da fare prima di ricevere l’approvazione locale o internazionale; mentre la resistenza armata e civile è già nata.

Il regime di HTS (Jabhat al Nusra, Al-Qaeda) non ha un mandato rivoluzionario o democratico e i suoi sponsor si stanno affannando per ribattezzarlo (HTS è ancora elencato dall’UNSC come organizzazione terroristica vietata) come entità democratica e inclusiva. Non c’è dubbio che troveranno qualche collaboratore simbolico. Molti siriani si stanno reinventando per sopravvivere e, in alcuni casi, trovano un ruolo nel nuovo regime. Tuttavia, secondo l’UNHCR, dopo l’offensiva di HTS, un altro milione di persone è dovuto “nuovamente sfollare” mentre pochi di coloro che erano fuggiti dalla guerra sporca stanno tornando.  

Eppure, di fronte alla tragedia della presa del potere da parte di Al-Qaeda, si assiste a una rinascita dei valori siriani, un fenomeno non riportato né dai media anglo-americani né dai loro alleati mediatici in Turchia e Qatar. Come per i crimini israeliani a Gaza, dobbiamo rivolgerci ai social media per trovare i dettagli di: 1) i crimini del regime di al-Qaeda, 2) la propaganda più falsa ed esagerata contro il regime caduto di Assad, usata per giustificare l’occupazione straniera, e 3) l’emergente resistenza civile e militare all’occupazione. È proprio questa resistenza che ci dice che la nazione siriana è ancora viva.

Assad se n’è andato ed è inconcepibile che possa tornare. Molti di coloro che gli erano vicini sono amareggiati per il modo in cui è uscito così rapidamente. Si è arreso, in quali circostanze ancora non lo sappiamo, lasciando un vuoto in cui l’occupazione straniera si è rapidamente introdotta.

È chiaro che c’è stato un fallimento nel comando dell’esercito siriano, incluso il suo comandante in capo, anche se non necessariamente nella volontà dei soldati dell’esercito. Alcuni gruppi di soldati siriani hanno già fatto ricorso ad attacchi in stile guerriglia contro la gang dei terroristi. È pura ignoranza etichettare questi coraggiosi soldati semplicemente come “lealisti” del regime o di Assad. Stanno difendendo una Siria indipendente e inclusiva e la sua costituzione, che ora è seriamente minacciata.

Si è molto speculato sul ruolo della Russia e dell’Iran nel crollo del governo di Assad. Alcuni analisti, altrimenti piuttosto sobri, parlano di Putin che “pugnala alle spalle” Assad. Non riesco a vedere prove di un simile tradimento, se non nella misura in cui il sostegno della Russia alla lotta dell’esercito siriano contro gli eserciti per procura ha sempre avuto i limiti di non volersi confrontare direttamente con “Israele” o con la Turchia. Le spiegazioni iraniane per il crollo del governo di Assad seguono queste linee: l’Iran da settembre ha avvertito Damasco della minaccia e ha offerto un aiuto diretto, ma Assad lo ha rifiutato, perché intendeva prendere le distanze dall’Iran per ottenere una sorta di svolta economica con le monarchie arabe del Golfo Persico.

Forse è stato tratto in inganno da false promesse ma, in ogni caso, non ha chiesto aiuto all’Iran. In quelle circostanze, e senza una precisa richiesta, l’Iran non avrebbe potuto combattere al posto dell’esercito siriano. Fonti vicine all’esercito siriano mi hanno detto che Assad ha apportato alcune sostituzioni inspiegabili dei comandanti anziani, mettendo da parte alcuni dei generali più capaci. Di certo, la Siria era sotto una tremenda pressione economica, e questo deve aver indebolito la sua capacità di resistere. Eppure, alla fine, c’è stato un fallimento del comando siriano che ha portato alla resa di Assad. Per lo stesso ragionamento, per quanto riguarda la Russia, tendo a concordare con la prima spiegazione proposta da Helena Cobban: che “Putin ha deciso che non poteva salvare il governo di Assad se questo non voleva salvare sé stesso”.

Mentre i siriani ora si adattano per sopravvivere sotto il governo di HTS, molti sperando che le loro vite possano restare “libere” o continuare normalmente, non c’è dubbio che una grande tragedia si sia abbattuta su di loro. A prescindere dalla prolungata guerra propagandistica contro Assad, un regime guidato da al-Qaeda sostenuto da predatorie potenze straniere è il peggiore di tutti i risultati per il popolo siriano. Gli israeliani, sconfitti a Gaza e in Libano, hanno avuto un “calcio di punizione” in Siria, che li ha fatti correre ad occupare gran parte del sud e bombardare tutte le principali infrastrutture di difesa del paese. La caduta del governo di Assad è stata  quindi anche una battuta d’arresto importante per l’Asse della Resistenza, l’unico vero alleato della Resistenza palestinese e libanese.

Nei primi giorni, mentre  i media occidentali riportavano che la violenza settaria era “meno intensa di quanto temuto”, ci sono state decine di omicidi settari in tutta la Siria. I crimini del regime di HTS sono iniziati in modo sporadico piuttosto che sistematico, mentre Jolani e i suoi scagnozzi cercavano di ripulire la loro immagine per i loro sponsor. Ma il carattere settario di HTS non era cambiato. Mentre all’inizio del 2011 i terroristi settari cantavano “I cristiani a Beirut, gli alawiti nella tomba”, nel dicembre 2024  la folla pro-Jolani cantava “Homs è per i sunniti, gli alawiti devono andarsene”

I think tank occidentali, come il CSIS con sede a Washington, hanno preparato il terreno per una nuova denominazione nel 2023, affermando che “lo status di HTS come gruppo terroristico… diventa sempre più complesso”. Dopo la caduta di Damasco, France 24 ha osservato che “l’Occidente” stava guardando alla “normalizzazione” del gruppo terroristico ancorché bandito dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, poiché lo si considerava diventare più “moderato”. Certamente, nell’aiutare a rovesciare il regime indipendente di Assad, il gruppo stava servendo gli interessi degli Stati Uniti, della Turchia e degli israeliani.

I siriani hanno cercato un po’ di speranza nella nuova retorica che afferma che, nonostante la sua storia sanguinosa,  il regime di HTS promette “tolleranza” per le minoranze e le donne. Molti siriani sventolano la nuova bandiera, come forma di protezione, mentre ex soldati siriani si sono affrettati a chiedere un’amnistia al nuovo regime, in quanto temono rappresaglie. Molti sono stati arrestati e incarcerati.

Link al video: https://counter-hegemonic-studies.site/wp-content/uploads/2024/12/murder-2.mp4

Eppure i crimini di HTS sono stati filmati e resi pubblici, come questo omicidio settario di due soldati che sono stati definiti “maiali Nusayri [Alawiti]”. Ora ci sono account sui social media che documentano i crimini del regime HTS  mentre altri documentano atti di resistenza sotto le mentite spoglie di un’operazione.

Tuttavia, la nazione siriana rimane perché esiste una resistenza, civile e armata. Attacchi armati in stile guerriglia contro le forze HTS hanno avuto luogo sulla costa tra Jableh e Latakia (14 dicembre), a Talfita nella Damasco rurale  (20 dicembre) e tramite un altro agguato di ex soldati a Tartus (25 dicembre) che ha ucciso 14 e ferito 10  combattenti HTS, mentre la gente di Daraa lapidava gli invasori israeliani e folle coraggiose hanno organizzato dimostrazioni in Piazza Ummayad, Damasco, chiedendo elezioni, diritti delle donne e la fine degli attacchi settari. Nel tentativo di normalizzare questa violenza, la Reuters  ha riferito che la “polizia” siriana aveva imposto un coprifuoco “dopo i disordini”.

Soldati dell’esercito siriano (della 25a divisione) si radunano sulle montagne della costa, per resistere alla presa del potere da parte dell’HTS.

Ci sono state manifestazioni simili a Homsad Aleppo, da parte di cristiani nelle aree cristiane di Damasco e a Tartus, contro la politica e la pratica settaria. A Tartus, il vecchio slogan che prometteva lealtà ad Assad (“con le nostre anime e con il nostro sangue”) è diventato un impegno di lealtà alla Siria  da parte di persone di tutte le sette religiose.

Dopo gli attacchi di Natale a Tartus, enormi rinforzi HTS sono stati visti spostarsi verso le città costiere, mentre si segnalavano sunniti che si univano ai manifestanti sciiti, alawiti e cristiani nel chiedere che i combattenti stranieri fossero espulsi dal paese. Jolani ha suggerito che a questi combattenti stranieri potrebbe essere concessa la cittadinanza siriana. Ma ci sono migliaia di estremisti stranieri in Siria (ceceni, uiguri, uzbeki, afghani, albanesi, europei) nelle fila della coalizione HTS sostenuta dalla NATO.

Nel tentativo di coprire la storia e i crimini delle gang HTS, e di distogliere l’attenzione dai crimini israeliani contro Gaza, Libano e Siria, i media occidentali si sono scatenati per riproporre i presunti crimini del regime di Assad. Ho affrontato molte di queste affermazioni nel mio libro del 2016 The Dirty War on Syria.

In breve, dei massacri “sotto falsa bandiera” sono stati  utilizzati per imporre un blocco economico alla Siria nel 2012; anche le varie denunce dell’uso di armi chimiche (2013-2018) erano tutte false flag: attacchi condotti da gruppi armati sostenuti dagli Stati Uniti, poi falsamente attribuiti all’esercito arabo siriano. La maggior parte delle accuse di abusi riguardava combattenti terroristi catturati o feriti, che i media occidentali chiamavano “opposizione politica”.  Nel caso delle “fosse comuni”, a differenza di quelle create per i civili e i medici uccisi dagli israeliani a Gaza, in Siria le fosse comuni erano per i terroristi uccisi in operazioni su larga scala.

Il famigerato caso di “Caesar”, un lavoratore dell’obitorio di Damasco che disertò in Qatar nel 2014 con foto di cadaveri, implicava l’affermazione che tutti i cadaveri in questo obitorio in tempo di guerra erano quelli di prigionieri “dell’opposizione” che erano stati torturati a morte. Eppure persino l’Human Rights Watch con sede negli Stati Uniti, che ha effettuato una falsa e costante propaganda contro la Siria  durante la guerra sporca,  è stata costretta ad ammettere che più della  metà delle foto erano quelle di “soldati governativi, o di altri combattenti armati o civili uccisi in attacchi, esplosioni o tentativi di assassinio”.

In breve, furono fatte affermazioni esagerate contro l’esercito siriano per coprire le atrocità settarie ben più gravi e meglio documentate delle bande dell’ISIS e dell’HTS, crimini che hanno portato Jabhat al Nusra, HTS e ISIS a essere elencati come gruppi terroristici dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. È interessante capire cosa significhi questo per il riconoscimento di una Siria a guida HTS. Ovviamente, Washington vuole legittimare in Siria il suo trionfante proxi, ma farlo minerebbe la propria già fragile affermazione di “combattere il terrorismo” in più paesi; quindi potrebbe preferire la creazione di una debole coalizione di HTS e loro collaboratori, individui scelti tra le minoranze e l’ex governo. A livello di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,  è necessaria una decisione unanime del Consiglio  per revocare il divieto sull’HTS, altrimenti ci si aspetta un congelamento dei beni, divieti di viaggio e un embargo sulle armi da parte di ogni Paese.

Nel complesso, ciò che Washington vuole in Siria è principalmente la distruzione della volontà di indipendenza che le ha permesso di allearsi con l’Iran e sostenere la resistenza palestinese e libanese. Quella missione è stata realizzata, per ora. Ciò che verrà dopo è meno importante per gli Stati Uniti e per la sua base avanzata “Israele”, ma potrebbe significare (a) combattimenti settari a lungo termine come in Libia, dopo la deposizione di Gheddafi, o (b) uno smantellamento dello stato in stile iracheno in un debole sistema federale settario. In ogni caso, l’obiettivo è impedire il ripristino di uno stato con una volontà politica indipendente.

Ci sono stati piani precedenti per la spartizione della Siria, sia dal regime coloniale francese che da varie opzioni ventilate in relazione al progetto statunitense di un “Nuovo Medio Oriente”. Questi piani in genere prevedevano uno staterello alawita sulla costa, una sorta di protettorato druso a sud, forse una regione curda a nord-est e un nucleo centrale “sunnita” governato da estremisti salafiti. Tuttavia, qualsiasi partizione di questo tipo è ora soggetta a diversi vincoli: il primo è la misura in cui una resistenza siriana unificata post-Assad sarà in grado di minare il dominio della frammentata coalizione di HTS e di estremisti stranieri; il secondo è la rivendicazioni di Erdoğan su parti del nord e la sua richiesta di eliminare i separatisti curdi che userebbero qualsiasi enclave curda in Siria come trampolino di lancio per i separatisti all’interno della Turchia; il terzo è la misura in cui gli israeliani cercheranno di annettere parti del sud e le montagne tra Siria e Libano. Non vi è alcuna indicazione che il regime di HTS si opporrebbe alle ambizioni degli israeliani o delle forze di Erdogan, che hanno tutte fornito un sostegno sostanziale a Nusra/ISIS/HTS.

Un quarto vincolo è la risoluzione 2254 del 2015 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che Washington e i suoi tirapiedi hanno utilizzato contro Assad ma che ora potrebbe diventare un ostacolo per il regime dell’HTS: la risoluzione richiede il mantenimento dell’integrità territoriale della Siria, “un governo credibile, inclusivo e non settario” einfine una nuova costituzione seguita da “elezioni libere ed eque”. I paesi arabi regionali sono più o meno d’accordo con la risoluzione 2254 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, così come lo sono la Russia e la Cina. Sebbene i dirigenti delle Nazioni Unite sono notoriamente compiacenti alle richieste delle grandi potenze, definendo il regime di HTS una “fiamma di speranza”, le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite influenzeranno sicuramente la legittimità internazionale.

Per ora, il regime HTS non ha né un mandato rivoluzionario né democratico, quindi rischia di essere rovesciato con gli stessi metodi che lo hanno portato al potere, finché non ci sarà un vero mandato democratico. Questo pone un pesante fardello sulla nazione siriana: può resistere con metodi civili e di guerriglia a un regime di occupazione settario sostenuto dai due più grandi eserciti della NATO e dagli israeliani, che hanno già spazzato via la maggior parte delle infrastrutture di difesa del paese? Tuttavia, come abbiamo visto in molti altri paesi, e anche contro grandi probabilità, finché c’è una resistenza la nazione sopravvive.

L’Iran ritiene che l’Asse della Resistenza, il principale supporto per la Palestina e il Libano, manterrà la sua posizione strategica e morale contro gli israeliani e si adatterà alle sfide della caduta di Damasco. L’ex comandante in capo dell’IRGC iraniano, il maggiore generale Mohsen Rezaei, aggiunge che, a suo avviso, la resistenza siriana crescerà rapidamente. “In meno di un anno, i siriani faranno rinascere la resistenza nel loro Paese in un modo diverso e neutralizzeranno il piano malvagio e ingannevole degli Stati Uniti, del regime sionista” e dei loro collaboratori.

Pur comprendendo che molti siriani metteranno alla prova tutte le possibili opzioni per sopravvivere sotto l’attuale regime, gli estranei che hanno festeggiato la caduta di Assad e hanno ingenuamente condiviso gli slogan di una “Siria libera” dovrebbero rendersi conto che stanno applaudendo una grande vittoria per gli israeliani e per la strategia degli Stati Uniti di distruggere la principale linea di rifornimento alla Resistenza palestinese e libanese. L’Iran farà in modo che questa linea di rifornimento venga ricostruita. Proprio come la Resistenza palestinese e libanese sono malconce ma resistenti, la Nazione siriana occupata è a terra ma non è morta.

Link al video: https://counter-hegemonic-studies.site/wp-content/uploads/2024/12/free-sy.mp4

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