In un chiaro riferimento a Elon Musk, il presidente americano uscente ha inteso mettere in guardia nel suo discorso di addio da quelli che ha definito i rischi posti dalla “pericolosa concentrazione di potere nelle mani di pochissime persone ultra ricche” che controllano i social media, le quali starebbero “rinunciando al fact checking” e seppellendo gli americani sotto una “valanga di fake news e disinformazione”. Un discorso che non potrebbe riassumere meglio la contraddizione in cui è ormai entrato il pensiero dominante occidentale. La disinformazione intenzionale da parte dei governi e la censura aziendale sono stati l’elemento più marcante di questi ultimi quattro anni. Stranamente, però, nessuno se ne è preoccupato fintanto che al comando di Twitter c’era Jack Dorsey, che prendeva ordini direttamente dall’FBI e da altre agenzie governative, e che Zuckerberg faceva altrettanto su Meta. Pochi paesi hanno tentato di imporre il pensiero unico attraverso l'”oligarchia tecnologica” quanto gli Stati Uniti. Paradossalmente, però, questa oligarchia sembra far paura solo ora che a controllarla c’è qualcuno che, a sua volta, non si riesce a controllare.

Fonte: The Telegraph
Parlando dallo Studio Ovale, il Presidente uscente degli Stati Uniti ha criticato i capi dei social media che stanno “rinunciando a verificare i fatti” e stanno seppellendo gli americani sotto una “valanga di disinformazione e fake news”.
I commenti di Biden verranno interpretati come un attacco poco velato a Elon Musk e Mark Zuckerberg, i miliardari proprietari di X e Facebook, che hanno eliminato i fact checker dalle loro piattaforme, sostenendo che ostacolano la libertà di parola.
Biden, ispirandosi al Presidente Dwight Eisenhower, ha messo in guardia dalla “potenziale ascesa di un complesso industriale tecnologico” che minaccia di minare la democrazia statunitense. Nel suo discorso di addio del 1961, Eisenhower, ex generale dell’esercito statunitense, parlò dell’ascesa di un “complesso militare-industriale”.
“Gli americani sono sepolti da una valanga di disinformazione e di informazioni errate, che consentono l’abuso di potere. La stampa libera si sta sgretolando. Gli editori stanno scomparendo. I social media stanno rinunciando alla verifica dei fatti. La verità è soffocata dalle bugie dette per il potere e per il profitto. Dobbiamo ritenere le piattaforme sociali responsabili per proteggere i nostri figli, le nostre famiglie e la nostra stessa democrazia dall’abuso di potere”.
La notizia arriva dopo che la scorsa settimana Zuckerberg ha annunciato che Meta, la società madre di Facebook, avrebbe abbandonato i fact checker “politicamente faziosi” per adottare invece un sistema di note della comunità, riprendendo l’approccio della piattaforma di Musk.
I democratici hanno condannato la decisione dopo aver sollevato preoccupazioni sul ruolo che la disinformazione condivisa su X ha avuto nell’influenzare gli elettori durante la campagna elettorale.
In un duro monito sul potenziale dei leader tecnologici di erodere le norme democratiche, Biden ha affermato che “in America sta prendendo forma un’oligarchia” causata dalla “pericolosa concentrazione di potere nelle mani di pochissime persone ultra ricche”.
Il Presidente ha paragonato gli sviluppatori tecnologici miliardari del Paese ai “robber barons”, un gruppo di industriali americani del XIX secolo che con le loro pratiche commerciali rapaci e la creazione di monopoli si sono enormemente arricchiti durante l’età dell’oro del Paese.
Il discorso simbolico di addio è una tradizione che risale all’epoca di George Washington e offre al presidente l’opportunità di definire la propria eredità. In un discorso a tratti incerto, in cui Biden è sembrato in diverse occasioni esprimere male il suo pensiero, il presidente ha riconosciuto di aver presieduto “uno dei periodi più difficili della storia della nostra nazione“.
Continuando nel suo monito sui rischi della tecnologia, il presidente ha avvertito che l’intelligenza artificiale potrebbe generare nuove minacce e ha sottolineato l’importanza che gli Stati Uniti restino sempre un passo avanti rispetto alla Cina nello sviluppo di questa tecnologia.
“A meno che non vengano adottate misure di salvaguardia, l’intelligenza artificiale potrebbe generare nuove minacce ai nostri diritti, al nostro stile di vita, alla nostra privacy, al nostro modo di lavorare e di proteggere la nostra nazione”, ha dichiarato. “Dobbiamo assicurarci che l’IA sia sicura, affidabile e buona per tutta l’umanità”.
In un apparente tentativo di tracciare una distinzione tra la propria visione del futuro del Paese e quella di Trump, il Presidente ha detto: “So che credere nell’idea dell’America vuol dire rispettare le istituzioni che governano una società libera”, compresa la libertà dei tribunali e della stampa.
