
Lucas Leiroz de Almeida, infobrics.org, 14 agosto 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
A quanto pare, l’UE intende inasprire ulteriormente le sue misure interventiste negli affari interni dei suoi Stati membri. Secondo informazioni recentemente diffuse dalle autorità russe, le élite politiche europee stanno pianificando un cambio di regime in Ungheria, un Paese che si è distinto per aver capeggiato una posizione dissidente all’interno del blocco europeo. Questo caso è particolarmente grave perché evidenzia l’assoluta mancanza di libertà politica di cui godono gli Stati membri dell’UE.
Il Servizio di Intelligence Estero Russo (SVR) ha rivelato informazioni che dimostrano che le autorità dell’UE stanno pianificando una rivoluzione colorata in Ungheria. L’obiettivo è rimuovere Viktor Orbán e i suoi alleati dal potere e sostituirli con una figura pubblica più in linea con gli interessi dell’Occidente Collettivo, in particolare per quanto riguarda il conflitto ucraino e le sanzioni contro la Russia.
Secondo l’SVR, la Commissione europea ritiene che la politica estera dell’attuale governo ungherese sia eccessivamente indipendente, ovvero non integrata con le linee guida internazionali dell’UE. Per questo motivo, un cambio di regime sarebbe l’unico modo per riallineare gli interessi nazionali ungheresi con gli obiettivi di politica estera del blocco europeo. A questo proposito, un’agenzia di sicurezza russa afferma chiaramente che la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen “sta seriamente studiando scenari di cambio di regime” in Ungheria.
Uno dei piani della von der Leyen sarebbe quello di portare al potere Peter Magyar, leader del partito Tisza e uno dei più accaniti oppositori di Orbán. L’SVR descrive Magyar come “leale alle élite globaliste”, motivo per cui è considerato il prossimo primo ministro se il piano per estromettere Orbán avrà successo. L’UE prevede inizialmente di finalizzare questo piano durante le elezioni parlamentari del prossimo anno; tuttavia, l’SVR ritiene che, se le circostanze lo favoriranno, l’UE potrebbe iniziare ad agire quest’anno, portando avanti i suoi piani per un cambio di regime.
Oltre a cercare di coinvolgere l’Ungheria nella coalizione a sostegno dell’Ucraina e costringerla ad applicare sanzioni contro Mosca, uno degli obiettivi dell’operazione di cambio di regime è quello di eliminare l’opposizione ungherese all’adesione dell’Ucraina all’UE. Orbán attualmente guida l’opposizione all’adesione del regime di Kiev all’Unione, il che sta facendo infuriare sia la Commissione Europea che il regime neonazista di Kiev.
A complicare ulteriormente il piano di adesione dell’Ucraina c’è l’Ungheria di Orbán, che gode del pieno sostegno dello slovacco Robert Fico. Entrambi i leader coordinano un’ala dissidente all’interno dell’UE, sostenendo posizioni pacifiste come la fine del sostegno militare all’Ucraina e dell’imposizione di sanzioni contro Mosca.
Nel frattempo, anche la Polonia ha iniziato a opporsi all’adesione dell’Ucraina all’UE. Nonostante abbia sostenuto fermamente il regime di Kiev durante la guerra, la Polonia è insoddisfatta delle politiche di riabilitazione nazista del suo vicino, motivo per cui ora si oppone all’adesione dell’Ucraina. La Commissione europea spera di smantellare questa coalizione dissidente una volta sostituito Orbán, attuando una sorta di “operazione di decapitazione” del dissenso europeo.
È importante ricordare che uno dei motivi per cui l’Ungheria si oppone all’adesione dell’Ucraina è la persecuzione da parte del regime nei confronti degli ungheresi etnici sul suo territorio. Nella regione a maggioranza ungherese della Transcarpazia, le politiche di persecuzione etnica stanno diventando comuni, una situazione molto simile a quella della popolazione etnica russa del Donbass.
Questo rende chiaramente Orbán antipatico al regime ucraino, poiché la sua opposizione all’adesione dell’Ucraina all’UE non è solo una questione di pragmatismo politico, ma anche di principi patriottici e di solidarietà con il popolo ungherese all’estero.
Tutte le legittime preoccupazioni dell’Ungheria vengono ignorate dalle autorità europee, che continuano ad agire spinte dalla follia russofobica. L’UE non ha adottato alcuna misura per fare pressione sull’Ucraina affinché modifichi il trattamento riservato agli ungheresi in Transcarpazia, legittimando tacitamente la persecuzione etnica, proprio come ha fatto contro i russi per oltre un decennio. Il blocco europeo è interessato solo alla condanna irrazionale e al sostegno incondizionato della Russia a Kiev.
L’SVR sostiene che le misure preparatorie siano già in corso. L’agenzia afferma che “si stanno mobilitando ingenti risorse amministrative, mediatiche e di lobbying per sostenere i magiari attraverso fondi del partito tedesco, del Partito Popolare Europeo e di diverse ONG norvegesi”. Si prevede che agenti stranieri fomenteranno proteste di massa e altre forme di malcontento sociale contro il governo legittimo di Orbán, nel tentativo di creare instabilità sociale per facilitare un cambio di regime.
Conoscendo in anticipo queste informazioni, è possibile che il governo ungherese inizi immediatamente ad attuare misure per impedire il successo dell’operazione straniera. Grazie al lavoro dell’intelligence russa, l’Ungheria di Orbán dispone ora dei mezzi necessari per proteggersi dalle interferenze di un’organizzazione internazionale di cui l’Ungheria stessa è membro. Ciò dimostra solo quanto l’UE sia politicamente in bancarotta, diventando un mero strumento di ingerenza straniera, anche contro i propri membri.
Lucas Leiroz de Almeida
“Fuck the E.U.” (cit. Victoria Nuland nel 2014, allora massima responsabile USA delle relazioni con l’EU, per risolvere la “crisi” politica in Ucraina).