IL MINISTRO DELLA DIFESA ISRAELIANO AFFERMA CHE LE IDF COSTRINGERANNO LA POPOLAZIONE DI GAZA CITY A SPOSTARSI VERSO SUD E MASSACRERANNO I CIVILI RIMASTI

DiOld Hunter

3 Ottobre 2025

di The Dissident, the307.substack.com, 2 ottobre 2025   —   Traduzione a cura di Old Hunter

Mentre Netanyahu finge di negoziare la fine del genocidio a Gaza, il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, afferma che le IDF massacreranno l’intera popolazione di Gaza City che non si sposterà verso sud.

Su X, Katz ha detto:

Nelle ultime ore le IDF hanno completato la cattura dell’asse Netzarim fino alla costa di Gaza, dividendo di fatto Gaza tra nord e sud. Questo rafforza l’accerchiamento attorno a Gaza City e chiunque la lasci verso sud sarà costretto a passare attraverso i posti di blocco delle IDF.

Questa è l’ultima opportunità per i residenti di Gaza che lo desiderano di spostarsi a sud e lasciare i terroristi di Hamas isolati nella stessa Gaza City, ad affrontare con tutte le loro forze le operazioni in corso delle IDF.

Coloro che rimarranno a Gaza saranno considerati terroristi e sostenitori del terrorismo.

Questo vuol dire che le IDF stanno pianificando di uccidere ogni civile a Gaza City che non abbia superato i posti di blocco delle IDF per essere sfollato in campi di tende nel sud di Gaza, comprese centinaia di migliaia di persone che non sono in grado di andarsene o temono attacchi gli israeliani nel sud.

Come riportato dal Los Angeles Times, “Circa 400.000 palestinesi sono fuggiti dalla città di Gaza, colpita dalla carestia, da quando Israele ha lanciato il mese scorso un’importante offensiva volta a occuparla, ma centinaia di migliaia di persone restano, molte delle quali perché non possono permettersi di andarsene o sono troppo deboli per intraprendere il viaggio verso i campi di tende nel sud”.

Come ha riportato Dave Decamp di antiwar.com, “centinaia di migliaia di civili rimangono per diverse ragioni, tra cui il fatto che molti sono troppo malati per un altro sfollamento”, aggiungendo che “anche i palestinesi di Gaza City hanno motivo di credere che saranno ancora presi di mira nella parte meridionale di Gaza, mentre l’IDF continua a bombardare le aree in cui dice loro di fuggire”.

Le Nazioni Unite hanno rivelato che “in media, il viaggio verso sud (da Gaza City) costa più di 3.000 dollari, rendendolo fuori dalla portata di molti”.

L’ONU ha osservato che la maggior parte dei palestinesi sfollati con la forza dalla città di Gaza “hanno fatto il viaggio a piedi”, citando la storia di un uomo che è riuscito a lasciare la città di Gaza e che ha detto: “Abbiamo camminato per sei ore perché non siamo riusciti a trovare un’auto o un mezzo di trasporto”.

Un altro palestinese che è riuscito a uscire ha raccontato: “Siamo fuggiti sotto i bombardamenti e non siamo riusciti a trovare un mezzo di trasporto. Ci hanno chiesto 2.000 shekel per salire in macchina, ma non abbiamo i soldi. Non abbiamo una tenda né altro. Ho fatto molte telefonate e suppliche, ma nessuno mi ha risposto”.

L’analista palestinese Muhammad Shehada ha osservato: “Ho familiari e colleghi a Gaza City, tra cui alcuni con disabilità o gravidanze che non possono fuggire con una marcia della morte verso sud. Israele ha appena emesso una condanna a morte per tutti loro, fino all’ultimo dei loro figli”.

Abdel Qader Sabbah di Drop Site News ha riferito:

Molti palestinesi sfollati a Gaza City hanno dichiarato a Drop Site News di non poter fuggire verso sud a causa degli esorbitanti costi del viaggio, che possono arrivare fino a 4.000 shekel (circa 1.200 dollari); della mancanza di spazio o di riparo nelle aree densamente sovraffollate del sud; e della mancanza di sicurezza dagli attacchi israeliani in qualsiasi punto di Gaza, comprese le cosiddette “zone umanitarie”.

“Gli israeliani hanno distrutto la nostra casa e non sapevamo dove andare o cosa fare. Siamo partiti, poi tornati, e poi partiti e tornati di nuovo qui. Ci siamo trasferiti circa 20 volte ormai e ancora non sappiamo dove andare”, ha detto Issa, che è stato sfollato sulla costa dalla sua casa di Al-Zarqa, un quartiere nel nord-est di Gaza City. Dietro di lui, sulla spiaggia sabbiosa, c’era un carretto trainato da asini pieno di materassi, pentole e altri effetti personali. “Questa dovrebbe essere l’ultima tappa: il mare. Dovrebbero lasciarci stare qui. Dove dovremmo andare?” ha detto a Drop Site, aggiungendo: “Per andare a sud, servono 3.000 shekel. E dove troverete una tenda? Non ci sono tende… Non c’è sicurezza, né qui, né da nessuna parte… In questo momento, siamo sfollati al nord. Non c’è sicurezza né qui né al sud”.

Come ha osservato Qader Sabbah, il Team Umanitario delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati ha affermato: “Sebbene le autorità israeliane abbiano dichiarato unilateralmente un’area nel sud come ‘umanitaria’, non hanno adottato misure efficaci per garantire la sicurezza di coloro che sono costretti a trasferirsi lì e né le dimensioni né la portata dei servizi forniti sono adeguate a supportare coloro che già si trovano lì, per non parlare dei nuovi arrivati. Quasi un milione di persone si ritrovano ora senza opzioni sicure o praticabili: né il nord né il sud offrono sicurezza. Lasciare il nord di Gaza significa pagare costi proibitivi per il trasporto e un passaggio sicuro, somme che la maggior parte delle famiglie semplicemente non può permettersi. Significa percorrere strade a malapena percorribili. Significa trovare un posto dove dormire, all’aperto o in campi sovraffollati di sfollati. E significa continuare a lottare per trovare cibo, acqua, assistenza medica e un riparo, e vivere senza servizi igienici dignitosi e sicuri. I sopravvissuti a Gaza sono esausti”.

Inoltre, Abdel Qader Sabbah ha riferito che “diverse famiglie sfollate nella città di Gaza hanno raccontato a Drop Site di essere riuscite a fuggire verso sud solo per poi tornare a nord dopo non aver trovato alcun riparo lì o essere state costrette a pagare l’affitto per un piccolo appezzamento di terra su cui piantare una tenda”.

Un residente di Gaza City, fuggito a sud ma poi tornato, ha raccontato al quotidiano: “Siamo andati a sud e non abbiamo trovato posto. Continuavano a dirci che avevamo bisogno di soldi, e non ne avevamo. Servono dai 3.000 ai 4.000 shekel solo per arrivarci. E non c’è terra senza una tassa – dieci shekel al metro quadro – e noi non ce l’abbiamo. Ci hanno cacciati da Khan Younis. Dicevano che non c’era spazio, non c’era posto per noi, siamo rimasti cinque giorni sotto il sole, senza cibo né acqua. Non riuscivo a respirare a causa della polvere e del caldo”.

Un altro ha raccontato: “Siamo partiti per il sud. Siamo andati ad Al-Qarara [una città appena a nord di Khan Younis]. Ci hanno cacciati via perché non c’era spazio e ci hanno dirottato a Deir Al-Balah. Tuttavia, lì c’erano sparatorie e bombardamenti, quindi non abbiamo potuto rimanere”.

Bajess al-Khaldi, un paziente oncologico ricoverato in un’area di tende a Gaza City che ospita sfollati oncologici, ha dichiarato a Reuters: “Non c’è più posto, né a sud, né a nord, niente. Siamo completamente intrappolati, persino noi, nel campo per malati oncologici, non riusciamo a trovare posto a sud”.

Reuters ha osservato: “L’esercito israeliano ha ordinato ai residenti di Gaza City di trasferirsi in una ‘zona umanitaria’ designata nella già sovraffollata area di Al-Mawasi, lungo la costa meridionale, dove migliaia di palestinesi si sono già rifugiati in tende. Israele ha anche bombardato regolarmente il sud”, citando un residente di Gaza City che affermava che la scelta era “restare e morire a casa a Gaza City, oppure seguire gli ordini di Israele e lasciare Gaza e morire nel sud”.

Poiché molti palestinesi non sono in grado di pagare per lasciare Gaza City e di intraprendere il viaggio verso sud, e molti altri non possono andare a sud a causa della mancanza di servizi e dei pericoli nel sud, Israel Katz ora afferma apertamente che le centinaia di migliaia di civili che non possono andarsene saranno trattati come “terroristi” dalle genocide IDF e uccisi.

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