
di Juan Cole, scheerpost.com, 24 ottobre 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
Ann Arbor (Commento informato) – La Corte internazionale di giustizia, istituita dalle Nazioni Unite per dirimere le questioni tra le nazioni, ha emesso mercoledì un parere consultivo definendo illegale il blocco israeliano sugli aiuti alimentari e medici nella Striscia di Gaza occupata.
Direi che questa conclusione è sicuramente di semplice buon senso. Non si può far morire di fame la gente. Non è solo illegale, è il colmo dell’immoralità e della crudeltà. I criminali di guerra che guidano il governo israeliano sostengono di poter fare quello che vogliono alle persone, basandosi sul fatto che sono palestinesi, o che milioni di persone sono terroristi, o che non ci sono innocenti tra certe popolazioni. Nessuno che abbia cuore e una mente è d’accordo con loro. Purtroppo, ci sono molte persone senza cuore e senza cervello nel mondo, alcune delle quali estremamente potenti.
In un mondo in cui il diritto internazionale umanitario viene sempre più sfacciatamente violato come modo per indebolirlo e garantire l’impunità ai suoi violatori, la Corte ha confermato la Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 sulle popolazioni occupate, nonché il Patto internazionale sui diritti economici, culturali e sociali del 16 dicembre 1966 (di seguito “ICESCR”), uno strumento delle Nazioni Unite firmato anche da Israele.
La Corte ci ricorda che “in quanto potenza occupante, Israele è tenuto a garantire i bisogni primari della popolazione locale, compresi i beni essenziali per la sua sopravvivenza. Obblighi in tal senso sono sanciti dagli articoli 55 e 56 della Quarta Convenzione di Ginevra”. Tale obbligo è implicito anche nella Carta delle Nazioni Unite, di cui Israele è firmatario.
La Corte aggiunge: “Israele non è solo tenuto a rispettare l’obbligo positivo di garantire forniture essenziali alla popolazione locale nella massima misura dei mezzi a sua disposizione, ma ha anche l’obbligo negativo di non impedire la fornitura di tali forniture o l’esecuzione di servizi relativi alla salute pubblica”.
Invece di adempiere a questi obblighi, il governo israeliano ha creato una carestia a Gaza bloccando l’ingresso dei camion di cibo delle Nazioni Unite: “Secondo l’IPC, entro il 12 maggio 2025, metà della popolazione della Striscia di Gaza si trova ad affrontare livelli di emergenza di insicurezza alimentare… e quasi mezzo milione di persone si trovavano ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare”.
Israele ha anche l’obbligo di evitare di uccidere gli operatori umanitari. Anche quando un operatore umanitario è impegnato in attività di resistenza, Israele può ucciderlo solo mentre è attivamente impegnato in guerra, non mentre indossa il camice e opera un paziente. La Corte Internazionale di Giustizia osserva che “secondo le Nazioni Unite, tra il 7 ottobre 2023 e il 20 agosto 2025, almeno 531 operatori umanitari, tra cui 366 membri del personale delle Nazioni Unite, sono stati uccisi nella Striscia di Gaza…”
In altre parole, Israele ha l’obbligo positivo di garantire che la popolazione che occupa sia ben nutrita e riceva assistenza sanitaria. Ma ha anche l’obbligo negativo, qualora non rispetti quello positivo, di evitare di interferire con la fornitura di tali aiuti da parte delle Nazioni Unite, dell’UNRWA e di altre agenzie umanitarie, per garantire che i palestinesi non siano malnutriti o privi di assistenza medica.
La Corte osserva che la Convenzione di Ginevra proibisce l’espulsione forzata delle popolazioni civili dai territori occupati, così come dichiara la Carta delle Nazioni Unite.
Tuttavia, “secondo alcuni partecipanti, tra cui le Nazioni Unite, l’esercito israeliano ha emesso numerosi ordini di sfollamento, ‘costringendo centinaia di migliaia di persone a trasferirsi in aree sovraffollate e limitando la capacità delle Nazioni Unite di fornire urgentemente rifornimenti essenziali'”.
La Corte ha confermato il ruolo dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA) nel fornire aiuti ai rifugiati palestinesi, affidatogli dall’ONU. Cita un documento delle Nazioni Unite secondo cui
“In condizioni normali”, l’UNRWA gestiva quasi 400 scuole, oltre 65 cliniche di assistenza sanitaria primaria e un ospedale, e aveva più di 17.000 dipendenti assegnati al lavoro nei Territori Palestinesi Occupati. In Cisgiordania, gestiva 96 scuole e 43 strutture sanitarie. Nella Striscia di Gaza, l’UNRWA era il principale fornitore di servizi essenziali, istruendo circa 300.000 bambini in 288 scuole e due centri di formazione, fornendo assistenza sanitaria a circa 900.000 pazienti e offrendo assistenza di emergenza a circa 1,1 milioni di persone. Secondo le Nazioni Unite, l’UNRWA era indispensabile per fornire servizi essenziali ai palestinesi nei Territori Palestinesi Occupati.
Dirigenti israeliani hanno affermato che l’UNRWA è stata ampiamente infiltrata da Hamas. La Corte non ha ritenuto credibili queste accuse, e ha scritto: “La Corte ritiene che Israele non abbia corroborato le sue affermazioni secondo cui una parte significativa dei dipendenti dell’UNRWA ‘sono membri di Hamas… o di altre fazioni terroristiche'”. L’UNRWA aveva 17.000 dipendenti a Gaza e la Corte non ha potuto escludere che alcuni di loro fossero infiltrati, ma ha ritenuto che le Nazioni Unite e l’UNRWA abbiano indagato su tutte le accuse credibili e che la neutralità dell’organizzazione non sia in dubbio.
Il governo israeliano guidato dal Likud lancia l’accusa di “terrorista” senza alcuna prova, quasi nello stesso modo indiscriminato con cui lancia l’accusa di “antisemitismo”. Di fatto, praticamente chiunque ostacoli i piani del Likud viene definito con entrambi gli aggettivi. Il problema di questa propaganda estremista israeliana è che non regge agli occhi di giuristi esperti, che formulano i loro giudizi non per paura, tribalismo o emozione, ma sulla base di un’analisi minuziosa delle prove.
Dal mio punto di vista – la Corte Internazionale di Giustizia non lo ha detto apertamente, anche se forse lo sottintende – i funzionari del Likud volevano deliberatamente affamare i palestinesi di Gaza. L’UNRWA si è intromessa in questo progetto genocida. Per questo motivo, l’hanno diffamata e messa al bando.
La Corte ha sottolineato che nessun’altra organizzazione ha la capacità dell’UNRWA di fornire aiuti ai palestinesi di Gaza. Ammette che sarebbe ammissibile per Israele, in quanto potenza occupante, garantire la salute e il benessere dei palestinesi che occupa utilizzando altre organizzazioni. La Corte Internazionale di Giustizia sottolinea, tuttavia, che Israele non ha effettivamente fornito alcun meccanismo del genere e che la “Gaza Humanitarian Foundation”, ora sciolta, era piuttosto inutile e certamente non ha sostituito l’UNRWA. Gli israeliani si sono preoccupati così poco degli aiuti alimentari concreti che la scorsa estate le Nazioni Unite hanno concluso che avevano fomentato una carestia a Gaza.
Alla fine la Corte ha concordato con il Segretario generale delle Nazioni Unite António Manuel de Oliveira Guterres sul fatto che “attualmente non esiste un’alternativa realistica all’UNRWA che possa fornire adeguatamente i servizi e l’assistenza richiesti dai rifugiati palestinesi”.
Israele non può inoltre escludere altre organizzazioni umanitarie (come ha fatto): “L’articolo 59 della Quarta Convenzione di Ginevra si riferisce agli aiuti forniti da ‘Stati o da organizzazioni umanitarie imparziali’. Pertanto, finché la popolazione rimane inadeguatamente rifornita e Israele non gestisce un sistema di assistenza umanitaria conforme ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario, Israele è obbligato, ai sensi dell’articolo 59, ad accettare e agevolare i programmi di soccorso forniti da Stati terzi o da organizzazioni umanitarie imparziali come il CICR”.
Alla fine, la Corte ha ritenuto di avere giurisdizione su Gaza, di avere la prerogativa di emettere questo parere consultivo e di comunicarlo.
Si ritiene all’unanimità che Israele abbia il dovere:
“di garantire che la popolazione del Territorio Palestinese Occupato abbia a disposizione i beni essenziali per la vita quotidiana, tra cui cibo, acqua, vestiario, biancheria da letto, riparo, carburante, forniture mediche e servizi”.
Rileva inoltre che Israele ha l’obbligo di lasciare che l’UNRWA svolga il suo lavoro a Gaza.
Su 11 giudici, solo la cristiana filosionista ugandese Julia Sebutinde si è espressa in disaccordo su questo punto.
Inoltre, Israele deve smettere di distruggere ospedali e di uccidere o rapire medici (anche questa decisione è stata unanime).
Gli israeliani devono fermare le espulsioni di massa dei palestinesi (unanimità).
In sostanza, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che l’intera condotta della guerra a Gaza da parte di Israele è stata condotta in modo illegale.
Vergognosamente, il Dipartimento di Stato americano, sotto la guida di Marco Rubio, ha denunciato il parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti si erano dimostrati leader nell’erigere la struttura del Diritto Internazionale Umanitario, nella speranza di prevenire un altro conflitto globale. Circa 64 milioni di persone sono state uccise nella Seconda Guerra Mondiale, quasi l’intera popolazione dell’attuale Regno Unito o della Francia. Ora l’America sta abbattendo l’edificio del diritto che ha contribuito a costruire. E questo si ritorcerà contro di noi [americani].
