APPROVATA ALL’ONU LA “FORZA DI STABILIZZAZIONE” A GAZA. CRITICATA COME “NEGAZIONE DELL’AUTODETERMINAZIONE PALESTINESE”

DiOld Hunter

18 Novembre 2025
CodePink ha affermato che il piano “lascerà la Palestina nelle mani di un’amministrazione fantoccio, assegnando agli Stati Uniti, complici del genocidio, il ruolo di nuovi gestori della prigione a cielo aperto”.
L’ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite Mike Waltz alza la mano per votare a favore di una bozza di risoluzione
che autorizza una cosiddetta forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, il 17 novembre 2025 a New York City.

di Brett Wilkins, commondreams.org, 17 novembre 2025   —   Traduzione a cura di Old Hunter

I sostenitori della Palestina hanno condannato l’approvazione, da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, di un piano statunitense che autorizza una cosiddetta forza internazionale di stabilizzazione per Gaza, un piano condannato da un gruppo pacifista come negazione dell’autodeterminazione palestinese.

Tredici membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno votato a favore della risoluzione, mentre nessuna nazione ha votato contro la proposta. La Cina si è astenuta, così come la Russia, che ha presentato una bozza di risoluzione rivale.

Mentre l’ambasciatore statunitense all’ONU Mike Waltz ha salutato con favore l’approvazione di quella che ha definito una “risoluzione storica e costruttiva”, Hamas, che governa Gaza dal 2007, ha respinto quella che, a suo dire, “impone un meccanismo di tutela internazionale sulla Striscia di Gaza, che il nostro popolo e le sue fazioni rifiutano”.

“Assegnare alla forza internazionale compiti e ruoli all’interno della Striscia di Gaza, tra cui il disarmo della resistenza, la priva della sua neutralità e la trasforma in una parte del conflitto a favore dell’occupazione”, ha aggiunto Hamas, che gli Stati Uniti etichettano come organizzazione terroristica.

Dopo aver condotto una guerra a Gaza per oltre due anni, anche i dirigenti israeliani hanno respinto la risoluzione che apriva le porte a uno Stato palestinese, riconosciuto ufficialmente da circa 150 nazioni ma fermamente osteggiato da Israele, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha definito “inaccettabile” il voto di lunedì.

La forza di stabilizzazione approvata avrà il compito di proteggere i confini di Gaza, proteggere i civili, facilitare l’assistenza umanitaria, supportare la riorganizzazione delle forze di polizia palestinesi e supervisionare il disarmo di Hamas e di altri gruppi militanti della resistenza. Secondo il piano, le forze di occupazione israeliane si ritireranno completamente da Gaza una volta che la forza di stabilizzazione avrà ottenuto la sicurezza e il controllo operativo dell’enclave palestinese.

Successivamente, verrebbe istituito un organo di governo transitorio, il cosiddetto Consiglio per la Pace, guidato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per coordinare la sicurezza, gli aiuti umanitari e la ricostruzione. Il piano, che si basa sulla proposta di pace in 20 punti di Trump, adottata nel precario cessate il fuoco del mese scorso, promette un percorso verso l’autodeterminazione e la statualità palestinese sotto un’autorità riformata di governo palestinese.

Human Rights Watch ha criticato il voto in un post su X affermando che “il fatto che le parole ‘diritti umani’ non compaiano nella risoluzione adottata oggi dal Consiglio di sicurezza la dice lunga”.

Il gruppo pacifista statunitense CodePink ha affermato in una dichiarazione che “la risoluzione, pur mascherata da proposta pacifica e umanitaria, è in realtà un progetto per l’internazionalizzazione dell’occupazione israeliana e una completa negazione dell’autodeterminazione palestinese”.

Ha inoltre dichiarato:

La risoluzione impone un mandato biennale per “mettere in sicurezza i confini”, “proteggere i civili” e “smantellare le armi”, con l’obiettivo dichiarato di disarmare la resistenza palestinese. Tuttavia, non fa nulla per affrontare e porre fine alla causa principale della violenza: l’assedio, l’occupazione e la pulizia etnica in corso da parte di Israele. Gli Stati Uniti, che hanno incondizionatamente armato e protetto il governo israeliano mentre uccideva e sfollava centinaia di migliaia di palestinesi, non dovrebbero essere considerati un attore neutrale in buona fede. Una forza militare che risponde a un “Consiglio per la Pace” presieduto dal presidente degli Stati Uniti è un’estensione chiara e semplice degli interessi statunitensi e israeliani.

“L’istituzione di un’amministrazione palestinese tecnocratica, che risponde a un consiglio guidato dagli Stati Uniti, priverà il popolo palestinese di ogni potere politico”, ha aggiunto CodePink. “In sostanza, lascerà la Palestina nelle mani di un’amministrazione fantoccio, affidando agli Stati Uniti, complici del genocidio, il ruolo di nuovi gestori della prigione a cielo aperto che Israele aveva già creato”.

I membri della sezione newyorkese del Palestine Youth Movement hanno guidato una manifestazione fuori dalla sede della missione statunitense presso le Nazioni Unite a Manhattan per protestare contro la risoluzione.

“Siamo consapevoli di questo tentativo malcelato di privare il popolo palestinese della sua sovranità, autodeterminazione e diritto al ritorno”, ha dichiarato il gruppo su Instagram. “Il popolo rifiuta qualsiasi piano di occupazione per Gaza. Il nostro movimento continuerà a lottare contro il sionismo e l’imperialismo finché la Palestina non sarà libera, dal fiume al mare”.

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