Il cambiamento climatico non è stato causato dall’uomo e il Green New Deal è un’iniziativa imprenditoriale progettata per arricchire dei buoni a nulla basandosi su una falsa narrazione.

di Dmitrij Orlov, forumgeopolitica.com, 16 novembre 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
Il Green New Deal è morto. Trump l’ha definito tale. Apparendo davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e parlando ad libitum (perché il gobbo non funzionava mentre lui non aveva una copia stampata del suo discorso), ha definito il cambiamento climatico “la più grande truffa mai perpetrata al mondo”. Ha aggiunto: “Se non vi liberate da questa truffa verde, il vostro Paese fallirà”. È seguita immediatamente una “reazione di esperti” del tipo “Il signor Trump sta mettendo a repentaglio la vita e il benessere degli americani e delle persone in tutto il mondo negando erroneamente la realtà del cambiamento climatico”. Gli “esperti” in questione erano, ovviamente, i cosiddetti “climatologi” – persone che non sono in grado di prevedere il tempo a due settimane di distanza ma affermano di poterlo prevedere a due secoli di distanza, dato che “clima” è solo un termine elaborato per indicare il tempo atmosferico se si allarga la visuale.
A quale gruppo di bugiardi dovreste credere: al buffone imbroglione e millantatore che cerca sempre di bluffare per ottenere un “affare” redditizio, oppure agli pseudo-scienziati egoisti con i loro falsi modelli climatici, i cui finanziamenti sono assicurati solo finché continuano a prevedere la catastrofe climatica e la tecnologia verde finanziata dai contribuenti come unico modo per evitarla?
Come dice un famoso proverbio russo: “Se sulla gabbia di un elefante c’è scritto ‘Bufalo’, non fidarti dei tuoi occhi”. Invece, dovreste credermi; vi mentirei? Certo che no! Non sono un “climatologo” (grazie a Dio), ma ne so un bel po’ di scienza, abbastanza da distinguere la vera scienza da quella falsa. Ci ho messo molto tempo a capire che la scienza sul riscaldamento globale è falsa. (Ero più credulone quando ero più giovane.)
Inoltre, ho vissuto abbastanza a lungo da assistere al fallimento di alcune delle vecchie previsioni catastrofiste,
abbastanza da insegnarmi a ignorare tutte le altre, poiché si basano tutte sulla stessa tecnica: gli scienziati del clima creano modelli computerizzati che poi, con arroganza, affermano rappresentino non solo la realtà, ma anche il futuro! Che faccia tosta! Naturalmente, i modelli computerizzati prevedono qualsiasi cosa i loro operatori vogliano che prevedano. Modificano i parametri finché non emerge la risposta desiderata. Ovviamente, un modello che prevede l’inizio della prossima era glaciale non è utile per ottenere finanziamenti governativi per la ricerca.
Il cambiamento climatico è, ovviamente, reale; il clima terrestre, in quanto generalizzazione statistica del tempo meteorologico, è in continua fluttuazione: prevedibile nell’arco di pochi giorni, imprevedibile su periodi più lunghi. Esistono alcune regolarità legate all’orbita terrestre e al comportamento ciclico del Sole, ma a questi modelli si sovrappone molto di ciò che per noi è pura casualità. In altre parole, ci sono certamente alcune caratteristiche su larga scala che sono in qualche modo prevedibili, ma su una scala temporale che rende tali previsioni irrilevanti sulla scala temporale della storia umana.
In termini molto approssimativi, la Terra si sta attualmente avvicinando alla fine di un periodo interglaciale (la Terra si trova nel mezzo di una sequenza di ere glaciali iniziata circa 2,6 milioni di anni fa, durante un periodo noto come glaciazione quaternaria). Da allora, ha attraversato periodi glaciali e interglaciali ricorrenti, con l’ultima era glaciale terminata circa 11.700 anni fa. Tra un millennio l’emisfero settentrionale potrebbe iniziare a formare una calotta glaciale e l’Antartide un ampio grembiule di ghiaccio… ma non trattenete il respiro: i risultati possono variare. L’idea che noi, una specie di scimmie che corrono sulla superficie del pianeta, possiamo fare qualcosa per influenzare questo corso degli eventi è, ovviamente, assurda.
Tuttavia, tra queste scimmie si trovano alcuni entusiasti del riscaldamento globale che continuano a chiacchierare di quello che chiamano “effetto serra”: alcuni gas presenti nell’atmosfera terrestre, chiamati “gas serra”, intrappolano la radiazione solare, riscaldando la bassa atmosfera e la superficie del pianeta. L’unico gas serra significativo è il vapore acqueo: le nuvole fungono da piacevole coperta calda per impedirci di congelare nelle notti invernali, mentre l’elevata umidità nelle calde giornate estive impedisce al sudore di evaporare e questo può causare colpi di calore.
Ma gli appassionati del riscaldamento globale si concentrano invece sull’anidride carbonica, un gas presente in tracce (parti per milione), insufficienti a fare la differenza. La più grande riserva di anidride carbonica sul pianeta non è l’atmosfera, ma l’oceano, essendo l’anidride carbonica idrosolubile, e la sua concentrazione nell’atmosfera è funzione della temperatura dell’acqua oceanica. Gli oceani emettono anidride carbonica quando si riscaldano e assorbono facilmente l’eccesso di anidride carbonica atmosferica quando si raffreddano, mantenendo così un equilibrio basato sulla temperatura. L’analisi di antiche carote di ghiaccio ha dimostrato che i cambiamenti nelle concentrazioni di anidride carbonica atmosferica seguono i cambiamenti di temperatura; quindi, non possono averli causati.
L’anidride carbonica è un agente asfissiante per noi forme di vita che respirano ossigeno (in concentrazioni superiori al 4%), ma è minimamente tossica a concentrazioni inferiori, come quando ci si siede attorno a un fuoco da campo. Ancora più importante, è un nutrimento essenziale per le piante: le piante convertono l’anidride carbonica in zucchero e cellulosa con l’aiuto della luce viola-blu e arancione-rossa, mentre la luce verde viene riflessa. Pertanto, livelli più elevati di anidride carbonica sono positivi per la silvicoltura, l’agricoltura e la vita sulla Terra in generale, mentre gli attuali livelli di anidride carbonica sono troppo bassi per una crescita ottimale delle piante.
L’idea che bruciare combustibili fossili aumenterà le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica a lungo termine, aumentando a sua volta le temperature globali e causando un riscaldamento globale catastrofico e cataclismatico è… cos’è? Oh sì, questa sarebbe una “stronzata pseudoscientifica catastrofista”. L’anidride carbonica in più renderà felici le piante (e gli agricoltori) per un po’, ma poi gli oceani assorbiranno l’eccesso. Fine della storia.
Il motivo per cui questa stronzata pseudoscientifica ci è stata imposta è il denaro: funzionari e aziende dei paesi occidentali pensavano di poter usare l’inganno del riscaldamento globale a fini di estorsione. Avrebbero messo il mondo intero a dieta di anidride carbonica, costringendo i paesi meno sviluppati, che non hanno altra scelta che bruciare combustibili fossili che emettono anidride carbonica, a pagare loro tasse sull’anidride carbonica, mentre gli elfi verdi occidentali avrebbero evitato di bruciare combustibili fossili impiegando tecnologie verdi molto costose (pannelli solari e generatori eolici) che le nazioni più povere non avrebbero potuto permettersi. Questo era il piano, ma poi si è scoperto che:
- Pannelli solari e generatori eolici non sono in grado di sostituire le fonti energetiche basate sui combustibili fossili a causa del problema dell’intermittenza: il sole non splende sempre e il vento non soffia sempre. Ogni volta che il contributo energetico dell’eolico e del solare si avvicina al 30%, le reti elettriche mostrano una marcata tendenza al collasso. Questo problema potrebbe essere mitigato immagazzinando elettricità; purtroppo, non esistono soluzioni pratiche per farlo alla scala richiesta (centinaia di gigawattora). L’unica soluzione per compensare l’intermittenza dell’eolico e del solare è… bruciare combustibili fossili, in particolare gas naturale, poiché né le centrali a carbone né quelle nucleari possono essere aumentate o diminuite abbastanza rapidamente da tenere il passo con le nuvole passeggere e le raffiche di vento.
- I pannelli solari e i generatori eolici sono per lo più prodotti in Cina. Non durano a lungo (circa un decennio) e quando si guastano diventano rifiuti tossici. I rottami dei grandi generatori eolici sono particolarmente difficili da smaltire. Non è stata trovata soluzione migliore per le loro enormi pale in fibra di vetro, ciascuna grande quanto l’ala di un aereo passeggeri, che sotterrarle. La situazione non è migliore con i pannelli solari. Le grandinate provocano vasti campi ricoperti di tossiche schegge di vetro. I generatori eolici e i pannelli solari sono fonti di energia rinnovabili solo finché la Cina sarà disposta a continuare a produrli e venderli. La loro produzione coinvolge elementi di terre rare di cui la Cina ha un quasi monopolio e che sono sicuramente non rinnovabili.
- La ricerca agguerrita di “energia verde” da parte dell’Unione Europea, unita al suo rifiuto di continuare ad acquistare gas naturale dalla Russia tramite gasdotto e al rifiuto di proseguire il programma nucleare in Germania, ha portato a prezzi energetici molto elevati che, a loro volta, hanno reso l’industria europea non competitiva. La Francia continua il suo programma nucleare, ricavando il 70% della sua elettricità dalle centrali nucleari, ma ha perso l’accesso all’uranio dal Niger, le sue centrali nucleari stanno invecchiando e presentano saldature incrinate nelle tubazioni, e i suoi piani per la costruzione di nuove centrali richiederebbero livelli di spesa pubblica insostenibili e non sono stati in grado di superare la procedura di approvazione dell’agenzia di regolamentazione nucleare francese.
- Ciò che ha reso possibile questa corsa sfrenata verso l'”energia verde” sono stati, ovviamente, i sussidi governativi. Invece di destinare le entrate fiscali a infrastrutture pubbliche, istruzione, sanità o altre necessità sociali, il denaro è stato speso in inutili pannelli solari e generatori eolici… finché non è diventato chiaro che il ritorno economico su investimenti così discutibili è inesistente. Ciò ha reso necessario reindirizzare questa spesa verso qualcos’altro di inutile, come l’acquisto di sistemi d’arma.
- A causa di questa crisi energetica, un’industria dopo l’altra – chimica, fertilizzanti, automobili e macchinari, vetro e ceramica e praticamente tutto il resto – è costretta a ridimensionarsi e a chiudere. Questo porterà a disoccupazione di massa e disordini sociali, a una rapida deindustrializzazione e alla bancarotta nazionale. Insieme all’aumento della spesa militare, questo favorisce una transizione graduale verso la guerra. Più specificamente, la transizione significa la sconfitta in guerra, poiché un’economia industriale in declino non può fungere da base per la vittoria.
Tornando al discorso di Trump all’ONU, sarebbe un errore prendere le sue parole troppo sul serio. Il gobbo non ha funzionato, non aveva il suo discorso scritto su carta e stava solo dicendo quello che gli passava per la testa. E quello che gli viene in mente, in genere, è qualsiasi cosa pensi gli procuri notorietà e gli permetta di rimanere al centro dell’attenzione ancora per un po’. Ormai dovremmo aver capito tutti che non è una persona orientata ai risultati; se lo fosse, la Groenlandia sarebbe un possedimento degli Stati Uniti, il Canada sarebbe il 51° stato, il Canale di Panama sarebbe sotto il controllo degli Stati Uniti, gli Houthi in Yemen non lancerebbero più missili ipersonici contro Israele, l’Iran non avrebbe più un programma nucleare, la guerra nell’ex Ucraina sarebbe finita un giorno (o una settimana, o un mese) dopo il suo insediamento… Chiaramente, Trump punta al divertimento, non ai risultati concreti. Un elemento chiave della sua strategia è evitare di assumersi la responsabilità delle sue parole, ritrattando le sue dichiarazioni quasi immediatamente; così, all’ONU ha detto che la Russia è “una tigre di carta” e poi ore dopo ha detto che non lo è.
E così, quando Trump ha detto: “Se non vi liberate da questa truffa verde, il vostro Paese fallirà”, stava ovviamente mentendo. Se “il vostro Paese” fa parte dell’UE, allora non c’è modo di sfuggire a “questa truffa verde”: i soldi sono già stati spesi male e le infrastrutture energetiche sono già state compromesse. La Russia ha già rinunciato al mercato energetico europeo e ha riorientato le sue esportazioni di energia verso est. Per l’UE, una rapida deindustrializzazione è ormai inevitabile. La dichiarazione di Trump può quindi essere abbreviata in “Il vostro Paese fallirà”.
Ma non è questo che i leader europei volevano sentirsi dire. Ammettere che Trump ha ragione equivarrebbe a dimettersi volontariamente dai loro incarichi, e non è questo che hanno in mente. Ciò che hanno in mente è una nuova, più grande e migliore truffa, che chiamerò il “Brown New Deal”.
Continua
