
Stephen Bryen sul suo sito weapons.substack.com – Traduzione a cura di Old Hunter
“Middle East Spectator” con sede a Teheran è un canale Telegram pro-regime, come lo sono tutti i canali mediatici per legge. La scorsa settimana, Middle East Spectator ha fatto trapelare due documenti di intelligence sensibili. I documenti provenivano dalla National Geospatial-Intelligence Agency (NGA) degli Stati Uniti e le informazioni riguardavano la preparazione di Israele per rispondere agli attacchi missilistici iraniani.
Non ho ripubblicato i documenti trapelati su Telegram. I lettori interessati possono andare al link indicato sopra.
Middle East Spectator sostiene di essere un’operazione indipendente da Teheran. Dice di aver ottenuto i documenti da una “fonte informata nella comunità dell’intelligence statunitense”. Se prendiamo per buono questo dato, allora una fonte dell’intelligence avrebbe contattato lo Spectator e condiviso i due documenti. Come ulteriore chiarimento, in un post successivo lo Spectator afferma che la fonte era del Dipartimento della Difesa statunitense.
Poiché le “notizie” e le informazioni in Iran sono strettamente controllate, lo Spectator poteva pubblicare questi documenti solo con il permesso del regime.
Si tratta di materiale straordinariamente prezioso che l’Iran può utilizzare, e probabilmente utilizzerà, per preparare le proprie difese.
Uno dei due documenti trapelati è classificato come top secret. Quel documento è intitolato NOFORN, il che significa che il documento non può essere condiviso con governi stranieri. Supponendo che i documenti non siano stati condivisi con alleati (come il gruppo Five Eyes che ha un accesso straordinario alle informazioni di intelligence degli Stati Uniti), tale informazione rafforza l’affermazione fatta dallo Spectator, secondo cui la fuga di notizie proveniva da persone o organizzazioni degli Stati Uniti.
I documenti descrivono una “esercitazione di impiego di grandi forze” israeliane il 15 e 16 ottobre. Il documento è stato pubblicato sul Telegraph dallo Spectator il giorno 18. Chiunque lo abbia fatto trapelare a Teheran stava avvertendo che un attacco israeliano era imminente. Il documento indicava inoltre agli iraniani il tipo di armi che sarebbero state utilizzate e i probabili obiettivi, questi ultimi principalmente siti di difesa aerea iraniani e radar a lungo raggio.

Un caccia israeliano F-16 Fighting Falcon lancia il missile da crociera Rampage
Come lo sappiamo? I due documenti forniscono informazioni estremamente dettagliate sui preparativi dell’aviazione israeliana per un attacco e descrivono in dettaglio le attività in tre basi aeree israeliane soggette a una massiccia sorveglianza da parte degli Stati Uniti. Identificano accuratamente i tipi di missili da crociera che Israele stava preparando, in particolare un sistema chiamato ROCKS (che altrimenti potrebbe essere il missile da crociera a lungo raggio Crystal Maze o Crystal Maze II lanciato dall’aria) e Golden Dawn, un altro tipo di missile da crociera che potrebbe essere un derivato della serie Sparrow, nato come sistema di destinazione per emulare i missili a lungo raggio iraniani. Il rapporto dice anche che la piattaforma che trasporta questi missili sarebbe l’F-15I, non i i jet F-35 “Adir” di Israele. Il rapporto indica anche le navi cisterna per il rifornimento e le piattaforme di sorveglianza che Israele avrebbe utilizzato.

F-35 Adir di Israele (Fonte immagini: © IDF | Amit Agronov)
C’è di più. Il documento meno classificato (livello segreto) ha parlato dei missili balistici a medio raggio Jericho II di Israele, che si ritiene siano una parte fondamentale del suo deterrente nucleare. Il missile è a combustibile solido e può essere basato su silos o TEL. Il contesto del documento significa che gli Stati Uniti accettano che Israele disponga di armi nucleari, sebbene gli Stati Uniti non lo abbiano mai riconosciuto ufficialmente prima. Il documento rivela che Israele potrebbe aver disperso i missili Jericho per impedire che siano presi di mira dall’Iran. Afferma inoltre che gli Stati Uniti non hanno rilevato alcuna preparazione da parte di Israele dei suoi missili Jericho II e conclude che qualsiasi attacco nucleare da parte di Israele è improbabile.
Non c’è dubbio che la fuga di notizie di origine geospaziale abbia arrecato un danno significativo a Israele. È anche probabile che siano trapelate informazioni molto più sensibili agli iraniani, che l’Iran potrebbe proteggere dalla divulgazione pubblica. Alcuni comunicati del canale Spectator lo ammettono.
Perché il governo iraniano (tramite Spectator o dandogli il permesso) dovrebbe far trapelare QUALSIASI informazione?
Alcuni ipotizzano che sia stato per convincere Israele che il piano di rappresaglia era noto all’Iran, e dissuaderlo in tal modo da un attacco che il governo iraniano non vorrebbe realmente affrontare. In secondo luogo, forse, poteva trattarsi di avvertire (vantarsi?) che l’ran riceve dagli Stati Uniti informazioni segrete, per far sì che Israele si preoccupi di altro che possa essere stato rivelato.
Si consideri questo:
La fuga di notizie sull’Iran è stata pubblicata il 18 ottobre. Il 19, un drone che si presume lanciato da Hezbollah ha attaccato la casa privata del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Cesarea, vicino alla costa. Per colpire con precisione la casa di Netanyahu è stata necessaria una “scene matching”, poiché qualsiasi drone proveniente dal Libano, dalla Siria o dall’Iraq sarebbe stato probabilmente fuori dalla possibilità di controllo radio. E quel “scene matching” avrebbe richiesto una preparazione significativa da parte dell’intelligence.

C’era la certezza che Netanyahu sarebbe stato a casa durante l’attacco? Oppure la certezza che non ci sarebbe stato: colpire la casa sapendo che non c’era sarebbe stato un altro modo per dire a Israele ciò che l’Iran sa senza affrontare la rappresaglia che sicuramente seguirebbe un vero assassinio.
Le risorse statunitensi sono state complici? In altre parole, la fuga di notizie è stata una violazione di norme oppure un atto voluto dell’amministrazione o di alcuni suoi membri con motivazioni politiche? Nessuno può ancora dirlo.
Tutto ciò probabilmente causerà una significativa valutazione da parte di Israele. Come minimo, gli israeliani saranno dell’opinione che l’intelligence statunitense sia inaffidabile e infiltrata. Oltre a ciò, alcuni capiranno che gli Stati Uniti sono apertamente ostili e agiscono contro Israele. (Dopo l’attacco con i droni, il Primo Ministro Netanyahu ha ricevuto telefonate dai capi di stato e dall’ex Presidente Trump e dal Presidente della Camera degli Stati Uniti Mike Johnson; né il Presidente Biden né il Vicepresidente Harris lo hanno chiamato).
Nel mondo reale questo è uno sviluppo molto triste. Israele possiede tra le migliori intelligence (HUMINT) al mondo e ha un accesso significativo ai programmi nucleari iraniani. In molte occasioni Israele ha avvertito Paesi amici (e non) di minacce, compresi leader stranieri, che il Mossad e altri centri di intelligence israeliani avevano individuato. Fughe di notizie come questa mettono a dura prova la cooperazione tra intelligence e danneggiano direttamente gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno apparentemente avviato un’indagine, a detta del presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson. Documenti di questo tipo vengono spesso inviati tramite un Internet sicuro a personale con autorizzazione di sicurezza. Potrebbero essercene centinaia, forse anche di più, con accesso.
Potrebbe essere possibile esaminare i timestamp di coloro che hanno avuto accesso o copiato i documenti, il che aiuterebbe potenzialmente a restringere la ricerca. Potrebbe anche essere possibile tracciare i documenti inviati al di fuori degli Stati Uniti utilizzando le enormi capacità della NSA. Molto dipende dalla serietà dell’indagine intrapresa.
Secondo il presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, gli Stati Uniti hanno avviato un’indagine. Documenti di questo tipo vengono spesso inviati via Internet a personale autorizzato. Potrebbero essere centinaia, forse anche di più, coloro che ne hanno avuto accesso. Potrebbe essere possibile esaminare i time stamps di coloro che hanno avuto accesso o copiato i documenti, il che potrebbe aiutare a restringere la ricerca. Potrebbe anche essere possibile rintracciare i documenti inviati al di fuori degli Stati Uniti utilizzando le enormi capacità dell’NSA. Molto dipende dalla serietà dell’indagine intrapresa.
Un’ipotesi ventilata è che quei documenti siano stati hackerati. Ma tali informazioni sensibili non solo vengono trasmesse su canali classificati, ma sono anche criptate, il che rende meno probabile che l’hacking produca risultati utili. Per la cronaca, non ci sono notizie ufficiali di alcun hacking di informazioni sulla sicurezza degli Stati Uniti.
Non è chiaro cosa farà Israele. Sarebbe imprudente una rappresaglia ora che almeno una parte dei piani e dei preparativi di Israele sono trapelati – e questa era l’idea. Secondo quanto riferito, Israele aveva già concordato con gli Stati Uniti di non colpire gli impianti petroliferi e nucleari iraniani. Questo accordo sarà valido ora, o Israele lo considererà nullo?
Inoltre, Israele ora deve temere che le sue altre operazioni – contro i proxy iraniani dal Mar Rosso a Gaza, in Libano e in Siria – siano a rischio a causa delle fughe di notizie dell’intelligence statunitense.
