ORA GLI USA TEMONO UN ATTACCO DI ISRAELE ALL’IRAN

DiRedazione

21 Maggio 2025
Fa un po’ ridere, ma dobbiamo pur darne conto. Da ieri su molte testate occidentali circola la “notizia” secondo cui l’intelligence statunitense avrebbe rilevato che Israele starebbe preparando un possibile attacco contro strutture nucleari iraniane, nonostante l’amministrazione Trump stia cercando un accordo diplomatico con Teheran.

Scrive la CNN, citando le solite fonti di intelligence anonime (presunte comunicazioni israeliane intercettate e movimenti militari, come lo spostamento di munizioni aeree e esercitazioni) che le probabilità di un attacco di Israele all’Iran sono aumentate negli ultimi mesi. Tuttavia, non è chiaro se i leader israeliani abbiano preso una decisione definitiva. Vi sarebbero disaccordi all’interno del governo USA sulla probabilità di una tale azione. Un attacco israeliano potrebbe compromettere la diplomazia di Trump, che ha dato all’Iran un ultimatum di 60 giorni per negoziare un nuovo accordo nucleare. Il premier Netanyahu è sotto pressione per evitare un accordo USA-Iran insoddisfacente per Israele, senza però alienare Trump, che ha già divergenze con lui su questioni di sicurezza. Dal canto suo, l’Iran, indebolito militarmente ed economicamente, potrebbe reagire duramente, rischiando un conflitto regionale più ampio. Le mosse di Israele potrebbero anche essere un tentativo di fare pressione sull’Iran affinché abbandoni il suo programma nucleare.

Come al solito, si tratta del classico ballon d’essai consegnato alla stampa per passare all’opinione pubblica l’idea che gli Stati Uniti si starebbero smarcando dall’idea di un attacco a Teheran. In realtà, tutti sanno che Israele non sarebbe mai in grado di compiere un’azione del genere da solo, senza la protezione dell’alleato di ferro. Di vero, in tutto questo teatrino, c’è che Trump si è reso conto che Netanyahu va riportato a più miti consigli e ricollocato nel suo ruolo di vassallo. Una guerra all’Iran in un momento come questo provocherebbe una deflagrazione pericolosa in tutto il Medio Oriente, pregiudicherebbe in maniera definitiva i rapporti con Cina e Russia e, soprattutto, rischierebbe di compromettere i successi ottenuti dall’amministrazione Trump nelle ultime settimane con Arabia Saudita, Qatar e Siria. Per lo stesso motivo, Trump ha bisogno che la guerra a Gaza finisca e non è un caso che Starmer e Macron ieri abbiano per la prima volta mandato segnali ostili a Tel Aviv.

Dal canto suo, Netanyahu ha bisogno, invece, di una guerra perpetua per rimanere in sella. Qualcuno alla fine dovrà cedere.

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