Dopo i programmi di spopolamento di Bill Gates in Kenya, Nigeria e Senegal, la Namibia non sarà la prossima.

Redazionale, ggtvstreams.substack.com, 11 agosto 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
Il Presidente della Namibia, Sua Eccellenza Netumbo Nandi-Ndaitwah, ha recentemente preso la ferma e motivata decisione di respingere una proposta della Fondazione Bill & Melinda Gates. La proposta prevedeva la sperimentazione in Namibia di un dispositivo intrauterino ormonale (IUD) progettato per prevenire fino a otto anni la gravidanza. Questo rifiuto non era solo una questione di politica nazionale, ma anche una chiara dichiarazione sull’importanza della sovranità, della dignità e della tutela dei diritti umani in Africa.
La Presidente Nandi-Ndaitwah ha affermato chiaramente che la Namibia, con una popolazione di poco più di tre milioni di persone, non dovrebbe essere considerata un candidato per tali esperimenti di controllo demografico. Ha sottolineato che, se le preoccupazioni relative alla sovrappopolazione devono essere prese sul serio, dovrebbero essere rivolte a paesi con popolazioni significativamente più numerose, come gli Stati Uniti, che hanno oltre 347 milioni di abitanti. Le sue osservazioni evidenziano una questione chiave: il targeting selettivo delle nazioni africane per controverse sperimentazioni sanitarie, con la giustificazione dell’assistenza umanitaria, solleva gravi preoccupazioni etiche e politiche.
Non è la prima volta che i paesi africani si trovano ad affrontare proposte simili. In passato, nazioni come Kenya, Nigeria e Senegal hanno subìto interventi simili da parte di fondazioni internazionali e istituzioni straniere. In Kenya, ad esempio, sono sorti sospetti dopo che una campagna di vaccinazione contro il tetano sembrava includere agenti sterilizzanti non dichiarati, scatenando proteste pubbliche e indagini indipendenti. In Nigeria e Senegal, i programmi di vaccinazione e salute riproduttiva sono stati talvolta introdotti senza un’adeguata consultazione pubblica o processi di test trasparenti. Questi incidenti hanno avuto un impatto duraturo sulla fiducia pubblica e hanno reso molti cittadini africani diffidenti nei confronti di iniziative sanitarie guidate da organizzazioni straniere che non rispettano pienamente i valori locali o le conseguenze a lungo termine.
Ciò che la presidente della Namibia ha fatto è stato dare un esempio importante al resto del continente. La sua leadership riflette una crescente consapevolezza in tutta l’Africa che il continente deve prendere in mano il proprio futuro, soprattutto in termini di sanità pubblica e politiche demografiche. Lo sviluppo in Africa dovrebbe essere plasmato dalle priorità africane, non guidato da programmi esterni che potrebbero non sempre avere a cuore gli interessi della popolazione. Il progresso deve basarsi sull’istruzione, sull’accesso all’assistenza sanitaria e sulle opportunità economiche, non sui tentativi per ridurre i tassi di natalità attraverso contraccettivi sperimentali a lunga durata d’azione.
L’Africa ha tutto il diritto di mettere in discussione e rifiutare iniziative che non siano in linea con la sua visione di crescita e dignità. Il futuro del continente dovrebbe essere determinato dal suo popolo, non da interessi stranieri che pretendono di sapere cosa sia meglio. Le parole e le azioni del Presidente Nandi-Ndaitwah ci ricordano che restare saldi nella difesa dei valori nazionali è possibile e necessario.