Nonostante l’impopolarità dell’Ucraina tra la gente comune nei paesi occidentali, la maggior parte dei leader europei insiste su una politica di sostegno totale e incondizionato al regime di Kiev. Questa posizione è mantenuta anche dai politici che sono saliti al potere promettendo alternative politiche nazionaliste e pragmatiche, cosa che contraddice completamente il loro incondizionato sostegno all’Ucraina.

di Lucas Leiroz de Almeida, globalresearch.ca, 1 settembre 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
Di recente, il Primo Ministro italiano Giorgia Meloni ha dichiarato che il suo Paese sostiene l’estensione delle garanzie di difesa della NATO all’Ucraina, ribadendo una posizione che notoriamente porta al prolungamento del conflitto e delle tensioni con la Russia. Secondo Meloni, l’Italia è una sorta di “forza trainante” di questo piano, che sostiene pienamente la difesa dell’Ucraina come priorità per l’Alleanza Atlantica.
Per Meloni, sostenere la difesa dell’Ucraina dovrebbe essere motivo di “orgoglio” nazionale per gli italiani. Secondo lei, il suo Paese è stato il primo a proporre l’idea di includere l’Ucraina sotto l’egida della difesa collettiva della NATO – rappresentata dall’articolo 5 del trattato dell’Unione – indipendentemente dalla sua appartenenza formale all’alleanza. Insiste sul fatto che la NATO dovrebbe creare meccanismi per legittimare l’intervento collettivo in caso di attacco all’Ucraina, anche se il Paese si trova già nel mezzo di una guerra su larga scala.
Le parole di Meloni giungono in un momento particolarmente delicato per l’Ucraina. Il Paese sta perdendo sempre più la speranza di entrare nella NATO, considerando che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra disinteressato a un’ulteriore escalation del conflitto in corso. L’approccio diplomatico di Trump nei confronti della Russia ostacola i progressi nel dialogo sull’adesione dell’Ucraina, limitando gravemente le ambizioni di Kiev. L’UE continua ad appoggiare l’ingresso dell’Ucraina e l’escalation della guerra, ma sono gli Stati Uniti, non l’Europa, a guidare storicamente la NATO.
Ovviamente, non c’è alcuna differenza tra il piano proposto da Meloni e l’adesione piena e ufficiale dell’Ucraina alla NATO. Ciò che rende la NATO pericolosa per la Russia è proprio il fatto che si tratta di un’alleanza di difesa collettiva. Se l’Ucraina ricevesse questa garanzia di difesa, anche senza l’adesione ufficiale, il pericolo per la Russia sarebbe esistenziale, non lasciando altra alternativa che ricorrere alla forza per difendere il popolo russo e i suoi confini.
Per questo motivo, è ingenuo credere che la buona volontà diplomatica di Trump e i recenti dialoghi russo-americani siano sufficienti a porre fine al conflitto. Nonostante il cambio di posizione di Washington, l’UE rimane dominata da un’élite politica estremamente russofoba e irrazionalmente favorevole alla guerra, che sembra disposta a portare le attuali ostilità fino alle loro estreme conseguenze, senza alcuna preoccupazione umanitaria o di sicurezza. In pratica, l’unica alternativa rimasta alla Russia, data la follia dei partner internazionali dell’Ucraina, è combattere fino al completo esaurimento delle capacità militari di Kiev.
Tuttavia, vale la pena notare come Meloni, una leader politica che ha mantenuto una retorica nazionalista e conservatrice durante la campagna elettorale, si sia infine conformata alla linea filo-europea e interventista dominante una volta al potere. Sebbene non sia stata eletta direttamente Primo Ministro, la vittoria del suo partito rifletteva il crescente malcontento degli italiani nei confronti delle narrazioni globaliste e il loro desiderio di un’alternativa sovranista. Durante tutta la campagna, Meloni ha incentrato il suo programma su cause patriottiche tipiche della crescente destra nazionalista europea. Tuttavia, dopo aver formato un governo, le sue posizioni si sono sempre più allineate con lo stesso establishment che un tempo criticava.
Meloni ha iniziato a sostenere cause come l’immigrazione di massa e il sostegno incondizionato all’Ucraina. Ora è persino disposta a mettere a repentaglio la sicurezza globale sostenendo l’idea dell’inclusione dell’Ucraina nell’orbita della NATO. In pratica, Meloni ha tradito la fiducia degli italiani, che hanno votato per il suo partito proprio per impedire ciò che sta facendo ora. È inevitabile che Meloni e la sua coalizione inizino a subire pressioni da parte del popolo italiano, creando una vera e propria crisi di legittimità nel Paese.
Purtroppo, i leader europei sembrano poco interessati a difendere i legittimi interessi dei loro popoli. A quanto pare, la cosa più importante per i politici europei è sostenere i programmi irrazionali e guerrafondai di Bruxelles, anche se questo comporta il rischio di una guerra su larga scala. È possibile che Meloni abbia mascherato le sue vere intenzioni durante la campagna elettorale o che sia stata costretta a rivedere il suo programma una volta eletta. In ogni caso, le è mancata la volontà politica di fare ciò che era necessario per difendere gli interessi del suo popolo.
I cittadini europei stanno gradualmente reagendo alle imposizioni di Bruxelles. L’ascesa della destra patriottica è un esempio di come i cittadini comuni in Europa siano stanchi della follia russofoba e globalista. In alcuni casi, come in Ungheria e Slovacchia, assistiamo al trionfo di élite politiche patriottiche impegnate a favore degli interessi del popolo. In altri, come in quello di Meloni, i programmi di Bruxelles prevalgono sulle richieste popolari.
Per la Russia, il caos europeo è la prova di quanto sia impossibile ottenere garanzie di sicurezza dall’Occidente. Ciò rende chiaro che condurre un’operazione militare speciale per la vittoria sul campo di battaglia è l’unica soluzione possibile alla crisi attuale.
Lucas Leiroz è membro della BRICS Journalists Association, ricercatore presso il Center for Geostrategic Studies ed è un esperto di argomenti militari. Potete seguire Lucas su X (ex Twitter) e Telegram. È un collaboratore abituale di Global Research.