di Michael Hudson, The Unz Review, 6 settembre 2025   —   Traduzione a cura di Old Hunter

Il riallineamento dell’Eurasia in opposizione alla barbarie in fase avanzata

Gli incontri della SCO, la Shanghai Cooperation Organization, in Cina la scorsa settimana (2 e 3 settembre) hanno compiuto un notevole passo avanti nel definire come il mondo si dividerà in due grandi blocchi, mentre i paesi della maggioranza globale cercano di liberare le loro economie non solo dal caos tariffario di Donald Trump, ma anche dai tentativi sempre più estremisti sponsorizzati dagli Stati Uniti di imporre un controllo unipolare sull’intera economia mondiale, isolando i paesi che cercano di resistere a questo controllo e sottoponendoli al caos commerciale e monetario nonché allo scontro militare diretto.

Gli incontri della SCO sono diventati un forum pragmatico per definire i principi fondamentali per sostituire l’indipendenza commerciale, monetaria e militare degli altri paesi dagli Stati Uniti con scambi commerciali e investimenti reciproci tra loro, sempre più isolati dalla dipendenza dai mercati statunitensi per le loro esportazioni, dal credito statunitense per le loro economie interne e dai dollari statunitensi per le transazioni commerciali e di investimento.

I principi annunciati dal presidente cinese Xi, dal presidente russo Putin e da altri membri della SCO preparano il terreno per definire nei dettagli un nuovo ordine economico internazionale, sulla falsariga di quello promesso 80 anni fa alla fine della Seconda guerra mondiale, ma che è stato distorto fino a diventare irriconoscibile dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti, trasformandolo in ciò che i paesi asiatici e gli altri paesi della maggioranza globale sperano sia stato solo un lungo viaggio storico lontano dalle regole fondamentali della civiltà e dalla sua diplomazia, commercio e finanza internazionale.

Non dovrebbe sorprendere che sulla stampa occidentale mainstream non sia apparsa una sola parola di questi principi o delle loro motivazioni. Il New York Times ha descritto gli incontri in Cina come un piano di aggressione contro gli Stati Uniti, non come una risposta alle azioni statunitensi. Il presidente Donald Trump ha riassunto questo atteggiamento in modo molto succinto in un post su Truth Social: “Presidente Xi, porga i miei più sentiti saluti a Vladimir Putin e Kim Jong Un, mentre cospirate contro gli Stati Uniti d’America”.

La copertura mediatica statunitense delle riunioni della SCO in Cina presenta una prospettiva notevolmente ridotta che mi ricorda la famosa stampa di Hokusai che raffigura un albero in primo piano che oscura completamente la città lontana sullo sfondo. Qualunque sia il tema internazionale, è sempre tutto incentrato sugli Stati Uniti. Il modello di base è l’ostilità di un governo straniero nei confronti degli Stati Uniti, senza alcun riferimento al fatto che si tratti di una risposta difensiva alla belligeranza statunitense nei confronti dello straniero.

Il modo in cui la stampa ha trattato le riunioni della SCO e le relative discussioni geopolitiche presenta una notevole somiglianza con il modo in cui ha trattato la guerra della NATO contro la Russia in Ucraina. Entrambi gli eventi sono visti come se riguardassero esclusivamente gli Stati Uniti (e i loro alleati), non Cina, Russia, India, Asia centrale e altri Paesi che agivano per promuovere i propri tentativi di creare scambi commerciali e investimenti ordinati e reciprocamente vantaggiosi. Proprio come la guerra in Ucraina è descritta come un’invasione russa (senza alcun riferimento alla sua difesa contro l’attacco della NATO alla sicurezza della Russia), le riunioni della SCO a Tianjin e le successive riunioni a Pechino sono state descritte come un complotto conflittuale contro l’Occidente, come se questi incontri riguardassero Stati Uniti ed Europa.

Il 3 settembre, il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha definito Putin “forse il più grave criminale di guerra dei nostri tempi”, in quanto è stata la Russia ad attaccare l’innocente Ucraina, e non viceversa, dal colpo di Stato del 2014 in poi. Come ha commentato Putin in risposta all’accusa di Merz: “Non diamo per scontato che debbano emergere nuovi stati dominanti. Tutti dovrebbero essere sullo stesso piano”.

La parata militare a Pechino che è seguita agli incontri è servita a ricordare al mondo che gli accordi internazionali che crearono le Nazioni Unite e altre organizzazioni alla fine della Seconda Guerra Mondiale avrebbero dovuto porre fine al fascismo e introdurre un ordine mondiale giusto ed equo basato sui principi delle Nazioni Unite. Descrivere questa cornice degli incontri come una minaccia per l’Occidente significa nascondere, e persino negare, che è stato l’Occidente stesso ad abbandonare e, di fatto, a sovvertire i principi apparentemente multilaterali promessi nel 1944-1945.

La rappresentazione statunitense ed europea delle riunioni della SCO come interamente plasmate dall’antipatia verso l’Occidente non è semplicemente espressione del narcisismo occidentale. Si è trattato di una politica deliberatamente censoria, volta a non discutere le modalità con cui si sta sviluppando una alternativa all’ordine economico neoliberista incentrato sugli Stati Uniti. Il capo della NATO Mark Rutte ha chiarito che non si doveva nemmeno pensare all’esistenza di una politica da parte dei paesi per creare un ordine economico alternativo e più produttivo, quando si è lamentato del fatto che Putin stesse ricevendo troppa attenzione. Ciò significava non discutere di ciò che è realmente accaduto negli ultimi giorni in Cina, e di come questo rappresenti una pietra miliare nell’introduzione di un nuovo ordine economico, ma che non include l’Occidente.

Il Presidente Putin ha spiegato in una conferenza stampa che al centro dell’attenzione non era affatto un confronto. I discorsi e le conferenze stampa hanno illustrato nei dettagli ciò che era necessario per consolidare le relazioni tra gli intervenuti. In particolare, “come faranno l’Asia e il Sud del mondo a procedere per la propria strada, riducendo al minimo i contatti e l’esposizione all’aggressività economica e militare dell’Occidente?”.

L’unico confronto militare minacciato è quello con la NATO, dall’Ucraina al Mar Baltico, dalla Siria a Gaza, dal Mar Cinese al Venezuela e al Nord Africa. Ma la vera minaccia è costituito dalla finanziarizzazione e dalla privatizzazione neoliberiste dell’Occidente, dal Thatcherismo e dalla Reaganomics. La SCO e i BRICS (come ora si sta discutendo nelle riunioni successive) vogliono evitare il calo degli standard di vita e delle economie che sta vivendo l’Occidente con la sua deindustrializzazione. Vogliono un incremento degli standard di vita e della produttività. Il loro tentativo di creare un piano di sviluppo economico alternativo e più produttivo è ciò che non viene discusso in Occidente.

Questa grande frattura è ben rappresentata dal gasdotto Power of Siberia 2. Questo gas avrebbe dovuto raggiungere l’Europa, alimentando il Nordstream 1. Tutto questo è finito. Il gas siberiano ora andrà in Mongolia e Cina. In passato ha alimentato l’industria europea; ora farà lo stesso per Cina e Mongolia, lasciando l’Europa dipendente dalle esportazioni di GNL statunitensi e dal calo delle forniture del Mare del Nord a prezzi molto più alti.

Alcune conseguenze geopolitiche degli incontri della SCO

Il contrasto tra il consolidamento degli accordi commerciali, di investimento e di pagamento SCO/BRICS e la destabilizzazione degli Stati Uniti rende difficile per i paesi tentare di aderire sia al blocco USA/NATO sia ai paesi BRICS/Sud del mondo. La pressione è particolarmente forte su Turchia, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Gli Emirati Arabi Uniti sono membri dei BRICS e gli altri sono osservatori, ma i paesi arabi sono particolarmente esposti finanziariamente al dollaro e ospitano anche basi militari statunitensi. (L’India ha bloccato l’adesione dell’Azerbaigian)

Sono in atto due dinamiche. Da un lato, mentre perseguono un piano di sviluppo economico potenzialmente alternativo, i BRICS e la Maggioranza Globale stanno cercando di difendersi dall’aggressione economica di Stati Uniti/NATO e di de-dollarizzare le proprie economie per ridurre al minimo la dipendenza commerciale dal mercato statunitense. Questo li salva dal rischio che gli Stati Uniti strumentalizzino il loro commercio estero e il loro sistema monetario per bloccare il loro accesso alle catene di approvvigionamento che sono state istituite, con conseguente destabilizzazione delle loro economie.

L’altra dinamica è che l’economia statunitense sta diventando meno attraente, polarizzandosi, contraendosi e de-deindustrializzandosi a causa della sua finanziarizzazione e dell’aumento del debito sovrano. Sta inoltre diventando inflazionistica a causa dei dazi di Trump e del deprezzamento del dollaro dovuto alla de-dollarizzazione dei paesi, e rimane soggetta a una bolla finanziaria basata sul debito, che è a rischio crescente di crollo improvviso.

Queste due dinamiche riflettono il contrasto fondamentale tra i sistemi economici e le politiche tra i mercati oligarchici privatizzati e finanziarizzati (neoliberismo) e le economie socialiste industriali. Il socialismo di queste ultime è la logica estensione della dinamica del primo capitalismo industriale, che cercava di razionalizzare la produzione e ridurre al minimo gli sprechi e i costi superflui imposti da classi in cerca di rendita che pretendevano un reddito senza svolgere un ruolo produttivo – proprietari terrieri, monopolisti e settore finanziario.

Il grande problema, ovviamente, è che gli americani vogliono far saltare in aria il mondo se non riescono a controllarlo e a dominare tutti gli altri paesi. Alistair Crooke ha recentemente avvertito che il movimento cristiano evangelico vede questa come un’opportunità per una conflagrazione che vedrà il ritorno di Gesù e la conversione del mondo al jihadismo cristiano. Il termine “barbarie in fase avanzata” viene ora utilizzato in gran parte di Internet per indicare il fanatismo della supremazia etnica, che spazia dai jihadisti wahabiti e dalle fusioni di al-Qaeda (sponsorizzate da CIA/MI6, per la precisione), passando per i sionisti a Gaza, in Cisgiordania e in Africa, fino alla rinascita neonazista ucraina (con i suoi echi nell’odio della Germania per la Russia), mai vista dai tempi del nazismo degli anni ’30 e ’40, negando che i loro oppositori siano esseri umani. In alternativa alla SCO, ai BRICS e alla Maggioranza Globale, questa barbarie definisce la profondità della frattura nell’attuale allineamento geopolitico.

Senza dubbio le oligarchie dei paesi BRICS cercheranno di conservare il maggior numero possibile dei loro privilegi (ovvero delle rendite economiche). Siamo solo all’inizio di quello che promette di essere un lungo percorso. Per il momento, tutto ciò che i paesi membri possono fare è isolare le loro relazioni monetarie e di bilancia dei pagamenti reciproche, insieme agli investimenti reciproci. Quindi la vera “nuova civiltà” è ancora lontana. Ma la politica degli Stati Uniti e dei loro satelliti europei è un grande catalizzatore per accelerare la grande transizione.

Michael Hudson

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