LA DISINFORMAZIONE NON UCCIDE LE PERSONE, SONO LE PERSONE A UCCIDERE LE PERSONE

DiOld Hunter

6 Ottobre 2024




Todd Hayen per Off-Guardian   –  Traduzione a cura di Old Hunter



Questo titolo è intenzionalmente un gioco di parole sullo slogan della fazione pro-armi “Le armi non uccidono le persone, le persone uccidono le persone“. In un certo periodo, prima del mio risveglio sociale, ero sconvolto da tutta la violenza armata negli Stati Uniti e altrove e quindi pensavo che limitare la vendita e l’uso delle armi (attraverso norme di registrazione più severe) potesse essere una buona idea.

Tuttavia, non ho mai pensato che quello slogan particolare della National Rifle Association fosse una sciocchezza come hanno fatto molti dei miei amici liberali. In realtà suona piuttosto vero. Sì, potete ancora sostenere (come fanno i sinistrorsi) che se non ci fossero così tante armi in giro, la gente non le userebbe per uccidere altre persone. Per me, questo è un argomento piuttosto debole.

Conosco molti possessori di armi e devo dire che, come gruppo, sono le persone più responsabili tra i miei amici. Le persone che usano le armi per uccidere indiscriminatamente gli altri sono in genere mentalmente squilibrate e hanno bisogno di un intervento psicologico. Quindi, o ci facciamo avanti e troviamo modi per aiutare queste persone, o eliminiamo l’accesso alle armi, per tutti. Quale direzione pensate che l’agenda creda che dovremmo prendere?

Mi sembra equivalente a eliminare tutte le auto in modo che gli ubriachi non abbiano accesso a queste per uccidere altre persone. Lo so, lo so… chi volesse discutere con me direbbe “Le auto hanno un valore utile, le armi no”. Non si tratta tanto di togliere le armi come oggetti materiali, si tratta di togliere il diritto di averle.

Finché non elimineremo tutta la corruzione dei governi, tutta la criminalità per le strade, tutte le patologie mentali violente e non avremo creato una società utopica, completamente sicura, le armi, il possederle e l’imparare rispettosamente a usarle in modo sicuro, avranno uno scopo. Quando quella società utopica e idilliaca ci sarà, ne riparleremo. Ma non tratterrò il fiato.

Mi dispiace, sto divagando.

Quindi, seguendo la stessa logica, come farà la censura di tutti i discorsi ad estirpare la “disinformazione” e a fermare crimini come quello accaduto nel Regno Unito all’inizio di agosto [1]? La posizione autoritaria sembra essere che la “disinformazione” stia causando gran parte dell’attività criminale “folle” nel mondo di oggi.

Innanzitutto, è un bel tentativo. Come si potrebbe stabilire che questo sia un fatto? E anche se fosse un fatto (che la “disinformazione” causi violenza), come si farebbe a rimuoverla tutta senza rimuovere ogni libertà di parola? E chi sarebbe gravato dal compito di distinguere la “disinformazione” dalla “vera informazione”?

Ah. Facile capirlo ora, eh? (Ovviamente, chiunque stia leggendo questo lo sa già.)

Tutta questa roba sulla disinformazione è uno stratagemma per dare all’agenda il potere di farci tacere tutti. Ogni volta che collegano la disinformazione a un crimine violento ci stanno dicendo, sbagliando, che se solo potessero avere il permesso di censurare l’incitamento all’odio, allora si risolverebbe il problema.
Personalmente non ho mai capito tutto il clamore suscitato dall’incitamento all’odio, che sarebbe così dannoso per la società. Certo, è scortese, e certo, può ferire profondamente i sentimenti delle persone. E sì, c’è la possibilità che inciti qualche pazzo a fare cose orribili. Ma dobbiamo rinunciare a una delle nostre libertà fondamentali a causa di pochi pazzi che si eccitano per un “discorso d’odio” e che, di conseguenza, scatenano il caos in modo incontrollato?

Dico un sonoro “no!”. E anche se questo fosse l’intento iniziale della censura, ovvero evitare che un pazzo si ispiri all’odio, semplicemente non funzionerebbe. Meglio occuparsi prima del pazzo e non screditare la libertà di parola solo perché pensano che lui o lei (il pazzo) ne verrà suggestionato.

Ma non è questo l’intento iniziale. Ci viene detto che lo è, ma è evidente che non lo è. In effetti, non mi sorprenderebbe se la maggior parte di questi incidenti in cui viene incolpata la disinformazione fossero stati creati intenzionalmente in modo che l’agenda abbia qualcuno da perseguire (devo essere cauto con questa affermazione, non voglio essere citato in giudizio come è successo a qualcun altro che conosciamo per aver detto qualcosa di simile).

Le informazioni sono informazioni. Sta a noi, individualmente, stabilire se siano o meno folli (o odiose o meno). Dovremmo avere la facoltà di usare questo discernimento, e non chiedere a mamma o papà di venire in nostro soccorso e dire al grande bullo cattivo di smettere di ferire i nostri sentimenti. E ancora, sono favorevole a vivere in una società che non ammette discorsi d’odio, discorsi degradanti dal punto di vista sessuale o razziale, o discorsi inappropriati per i bambini (ovviamente entro i limiti del ragionevole, e non con la censura!). Ma, a mio modesto parere, dobbiamo farlo in modo da preservare il diritto alla libertà di parola sancito dal Primo Emendamento. Semplicemente. Non c’è altro modo.

Ciò che vediamo accadere, tuttavia, non è nel nostro interesse. Tutt’altro. La lotta contro la disinformazione non è una lotta contro i discorsi d’odio, i discorsi sessualmente degradanti o i discorsi inappropriati per i bambini, come vogliono farci credere. La lotta dell’agenda per rimuovere ciò che l’agenda stessa decide essere un’informazione offensiva o pericolosa è una lotta pura e semplice contro i nostri diritti in una società libera di scambiare liberamente informazioni.

Siamo stati indotti a pensare che questa lotta sia un nobile tentativo di mettere a tacere persone squilibrate e malate di mente, che prenderanno queste informazioni per sostenere i loro odiosi attacchi ad altri innocenti. Non è affatto quello che stanno facendo. E quello che stanno facendo è uno dei più vecchi trucchi della manipolazione: mascherare un’azione come qualcos’altro e poi creare una falsa bandiera per giustificarla. “Vedete cosa è successo? Se solo quell’assassino non avesse avuto accesso a quella disinformazione, questo non sarebbe mai successo”.

Quindi, se non facciamo tutto il possibile per limitare i discorsi d’odio e simili, cosa dobbiamo fare?

Crescere i nostri figli con carattere, insegnare loro come pensare e a saper discernere il bene dal male.
Date l’esempio agli altri. Fate il vostro dovere. E fate dell’amore il principio più importante della vostra vita.




1. Si riferisce all’articolo di Kit Knightly “UK Riots: The agenda becomes clear…” [Rivolte nel Regno Unito: L’agenda diventa chiara] dove viene riportato un controverso episodio di un ruandese diciassettenne che è entrato in una scuola di danza e ha accoltellato delle bambine ferendone 10 e uccidendone tre. https://off-guardian.org/2024/08/02/uk-riots-the-agenda-becomes-clear/



Todd Hayen PhD è uno psicoterapeuta che esercita a Toronto, Ontario, Canada. Ha conseguito un dottorato di ricerca in psicoterapia profonda e un master in studi sulla coscienza. È specializzato in psicologia junghiana e archetipica. Todd scrive anche sul suo substack, che puoi leggere qui.


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