Friedrich Merz è in carica come nuovo cancelliere tedesco da poche settimane, e già la capitale tedesca è in fibrillazione per il crescente pericolo di una terza guerra mondiale. In particolare, mentre i tedeschi temono questa prospettiva, i russi ci mettono in guardia.

di Patrick Lawrence per scheerpost.com del 31.05.25 — Traduzione a cura di Old Hunter
In una serie di recenti dichiarazioni, in particolare alla televisione tedesca, Merz si è fermato a un passo dal dichiarare che intende autorizzare la fornitura all’Ucraina di missili balistici di fabbricazione tedesca senza imporre restrizioni al regime di Kiev per un loro utilizzo in attacchi nel territorio russo. Questo rappresenta un’esca per Mosca, come Merz non può non capire. Secondo alcune indiscrezioni, in particolare quelle di un presentatore televisivo e blogger moscovita, Ruslan Ostashko, i missili Taurus sarebbero già stati spediti da Schrobenhausen, la città bavarese dove vengono fabbricati, e Kiev attenderebbe ora l’autorizzazione di Berlino per utilizzarli.
Citando una fonte “nell’ufficio di Zelensky”, Ostashko ha riferito che BND e MI6, i servizi segreti tedesco e britannico, hanno supervisionato le spedizioni dei Taurus. Ma si tratta di una questione estremamente delicata e non c’è stata alcuna conferma ufficiale del rapporto di Ostashko. Potrebbe star riproducendo il tipo di fughe di notizie intenzionali che i falchi usano comunemente per manipolare l’opinione pubblica ed evitare controversie, mentre conducono sconsideratamente una nazione verso una guerra. Il funzionario di Kiev potrebbe voler incoraggiare lo slancio tedesco sulla questione Taurus. Queste pratiche erano di routine a Kiev e a Washington, ad esempio, quando il regime di Biden ha aumentato la quantità e la sofisticatezza del materiale inviato agli ucraini dopo aver provocato l’intervento russo tre anni fa. Ma in questo momento di tensione la provenienza o la veridicità di questi rapporti non possono essere né confermate né smentite.
Citando una fonte “nell’ufficio di Zelensky”, Ostashko ha riferito che il BND e l’MI6, i servizi segreti tedeschi e britannici, hanno supervisionato le spedizioni dei Taurus. Ma si tratta di una questione molto delicata e non c’è stata alcuna conferma ufficiale del rapporto di Ostashko. Forse si è verificato quel tipo di fuga di notizie che i falchi usano di solito per manipolare l’opinione pubblica ed evitare polemiche, mentre incautamente conduce una nazione più vicina a una guerra. Il funzionario di Kiev potrebbe voler incoraggiare lo slancio tedesco sulla questione dei Taurus. Queste pratiche erano di routine a Kiev e a Washington, ad esempio, quando il regime di Biden ha aumentato la quantità e la sofisticatezza del materiale inviato agli ucraini dopo aver provocato l’intervento russo tre anni fa. Ma in questo momento difficile la provenienza o la veridicità di questi rapporti non può essere né confermata né smentita.
La cautela del governo Merz è particolarmente importante se il cancelliere intende fomentare le ostilità con la Russia come pianificato, senza che il suo frammentato governo di coalizione crolli. “Non ci sono più restrizioni di gittata per le armi fornite all’Ucraina”, ha dichiarato alla televisione tedesca il 26 maggio, “né dagli inglesi né dai francesi né da noi, né dagli americani”. Dopo un incontro con Volodymyr Zelensky a Berlino due giorni dopo, Merz ha annunciato che la Germania finanzierà la produzione di armi a lungo raggio in Ucraina, ancora una volta senza restrizioni al loro utilizzo. È stato anche annunciato che lui e il presidente ucraino firmeranno a breve un ampio accordo sugli armamenti.
Merz la sua è solo gradualità, quella di una fettina di salame al giorno. Ma anche solo pianificare di schierare il Taurus rappresenta un’escalation audacemente provocatoria del coinvolgimento della Germania nella guerra per procura dell’Occidente contro i russi. È il più potente sistema di missili balistici disponibile in Occidente. Con una gittata di 500 chilometri, è in grado di raggiungere Mosca dal territorio ucraino, e gli ucraini avrebbero bisogno di personale tedesco per utilizzare questi sistemi. I tedeschi fornirebbero anche dati di puntamento da una posizione, ancora sconosciuta, in Germania.
Ecco perché il predecessore di Merz, Olaf Scholz, si è rifiutato di inviare missili Taurus agli ucraini. Ecco perché Merz parla spesso e con forza di sostenere l’Ucraina senza limiti all’uso di armi fornite dalla Germania, pur evitando di nominare i Taurus. Ecco perché, ogni volta che il cancelliere lascia intendere con mano pesante che autorizzerà presto le spedizioni di Taurus a Kiev, i socialdemocratici, il partito di Scholz e il partner di coalizione di Merz dichiarano pubblicamente che la politica ufficiale sulla questione Taurus non è cambiata. Per quanto l’opinione pubblica sia importante per Merz, gli elettori tedeschi sono decisamente contrari all’impiego dei Taurus in Ucraina.
E questo è anche il motivo per cui l’invio dei Taurus sul suolo ucraino ha suscitato una certa indignazione a Mosca. Sarebbe difficile sopravvalutare la gravità che i russi attribuiscono a questa questione. Andrei Kartapolov, a capo della commissione Difesa della Duma, il 29 maggio ha avvertito che la Russia potrebbe reagire se la Germania spedisse i Taurus in Ucraina, e la sua è una delle tante voci che suggeriscono una forte risposta russa. In un articolo di opinione del giorno precedente sull’emittente russa RT, la sua capo redattrice di lunga data, Margarita Simonyan, ha suggerito che la Russia dovrebbe attaccare Berlino se la Germania non occupasse un posto nella gerarchia paragonabile a quello di Kartapolov [*], ma dà una buona idea di ciò che molti pensano ora a Mosca.
* Andrey Kartapolov, presidente della Commissione Difesa della Duma di Stato russa, ha lanciato un nuovo allarme sull’evoluzione del conflitto dichiarando: “l’Ucraina rischia di perdere Odessa, Kharkov, Sumy e altre città se rifiuta la pace” [ndt]
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Come avrete notato, il presidente Trump ultimamente si è dilungato molto sui recenti attacchi russi con droni e missili contro città e paesi ucraini. “Quello che Vladimir Putin non capisce è che se non fosse stato per me”, ha commentato l’altro giorno sul suo megafono digitale Truth Social, “sarebbero già successe alla Russia molte cose davvero brutte, e intendo DAVVERO BRUTTE. Sta giocando col fuoco!”
Spacconeria trumpiana, certo. Ma ha spinto Dmitrij Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo e presidente russo ad interim, a rispondere su “X”: “Riguardo alle parole di Trump su Putin che ‘gioca col fuoco’ e ‘cose davvero brutte’ che stanno accadendo alla Russia, conosco solo una cosa DAVVERO BRUTTA: la Terza Guerra Mondiale. Spero che Trump lo capisca!”
Un’altra misura della temperatura a Mosca.
Trump, come avrete anche visto, è sottoposto a enormi pressioni da diverse parti, in particolare, ma non solo, dai Democratici di Capitol Hill, dai media progressisti e da falchi repubblicani di lunga data come il senatore Lindsey Graham, affinché abbandoni ogni ipotesi di un accordo negoziato in Ucraina e si unisca a Merz e ad altri leader europei nell’imporre ulteriori sanzioni alla Russia. Lo sfogo di Trump era rivolto più a queste persone che a chiunque altro a Mosca. L’argomentazione che viene rivolta a Trump è che, mentre la Russia continua a fare la guerra in assenza di un cessate il fuoco, ciò dimostra che Mosca non vuole negoziare per la pace.
A questo punto tutto è capovolto, intendo tutto nella narrazione ufficiale occidentale.
Dmitrij Medvedev mette in guardia dal pericolo di un conflitto globale, e ora si può leggere – un vecchio e noioso luogo comune, questo – che Mosca ha minacciato di scatenare la Terza Guerra Mondiale. Mercoledì, Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo, ha proposto il 2 giugno per il prossimo round di colloqui di pace con l’Ucraina, sempre a Istanbul. La prossima settimana annuncerà la proposta dettagliata di Mosca per i colloqui verso una soluzione del conflitto. Ma no, i russi vogliono solo altra guerra.
Merz e altri leader europei si battono per la pace, ma impongono nuove sanzioni ai russi. E poi c’è il dispiegamento delle truppe [per l’impiego del] Taurus, che, a quanto pare, inizierà non appena Merz riterrà che la situazione politica sia libera.
Chiedetevi: perché Merz e i suoi colleghi “centristi” di Parigi e Londra dovrebbero essere guerrafondai e promotori di sanzioni – il tutto con una notevole dose di urgenza – proprio mentre i colloqui tra Mosca e Kiev mostrano il primo barlume di speranza in tre anni?
Non vedo alcuna difficoltà in questa domanda. L’Occidente ha perso la guerra per procura provocata dagli Stati Uniti e dai suoi clienti europei nel febbraio 2022 – ora è palese – e in uno stato di disperata negazione, nell’Alleanza Atlantica si avverte una diffusa pulsione a prolungarla oltre, ben oltre, il punto in cui abbia un qualsiasi senso. Il peccato di Donald Trump – beh, uno dei suoi tanti, ma questa è un’altra storia – è il suo rifiuto di assecondare questa vile farsa.
Friedrich Merz ha solo reso la farsa ancora più pericolosa.
Il guerrafondaio Merz è noto da tempo per la sua ossessiva russofobia. La domanda che molti tedeschi si pongono ora è quanto sia disposto a rischiare uno scontro militare con la Federazione Russa, se effettivamente il suo intento non è provocare ostilità. Merz ha fatto un grande sfoggio della sua visita in Lituania il 22 maggio per celebrare il primo dispiegamento all’estero di truppe della Bundeswehr dalla Seconda Guerra Mondiale. “C’è una minaccia per tutti noi da parte della Russia”, ha dichiarato a Vilnius, la capitale lituana. “Ci stiamo proteggendo da questa minaccia”.
Anche questa è una situazione capovolta. Un secolo di storia lo suggerisce abbastanza bene. Ed è bene ricordare che i russi vedono le ambizioni di Merz sul fronte militare, inclusa la sua apparente determinazione ad aumentare il sostegno militare della Germania all’Ucraina, attraverso la lente della storia. Questo è meglio compreso come misura della serietà che Mosca attribuisce alla questione dei Taurus e, a mio avviso, come indicazione di quanto forte potrebbe reagire.
Il 28 maggio, Sergej Lavrov è intervenuto a una conferenza sulla sicurezza a Mosca e ha fatto riferimento al dispiegamento in Lituania, in concomitanza con le notizie sulle intenzioni di Merz di fornire a Kiev il missile che desidera ardentemente. “Molti hanno subito ricordato il secolo scorso, quando la Germania è diventata per ben due volte la principale potenza militare”, ha detto, “e quanti problemi ciò abbia causato”.
