Con un breve e sferzante pamphlet su X, l’europarlamentare tedesco Martin Sonneborn analizza l’ultima gaffe dell’Alta rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, la quale giorni fa ha affermato che l’Irlanda ha potuto “prosperare nel dopoguerra” perché non è stata oppressa, a differenza dell’Estonia che, al contrario, ha dovuto subire la dominazione sovietica. Il titolo allude alla mediocrità della società dublinese descritta dallo scrittore, giornalista e umorista irlandese Flann O’Brien, al secolo Brian O’Nolan.
di Martin Sonneborn, 28 giugno 2025, X
Dopo che l’Alta rappresentante per la politica estera dell’UE, Kaja Kallas, aveva già suscitato il disprezzo internazionale con le sue proposte di smembrare la Russia e di ammettere il Canada nell’UE, la sua vasta conoscenza della storia europea ha ora suscitato il disappunto anche degli irlandesi. L’Irlanda, a suo dire, è riuscita a prosperare dopo la Seconda Guerra Mondiale perché non è stata oppressa dall’Unione Sovietica come, invece, è accaduto all’Estonia.
Ebbene, questo è ciò che accade quando si fa dell’eccezionalismo maniacale e dell’eccessiva fissazione russofoba degli ex (e futuri) stati di prima linea dell’Europa orientale lo standard della politica estera paneuropea. Naturalmente, ci furono espropriazione e privazione dei diritti della popolazione irlandese da parte di inglesi, gallesi e scozzesi, così come ci fu una lunga lotta tra gli irlandesi autoctoni da molto tempo (poveri, contadini, cattolici) contro i coloni britannici colonizzatori (ricchi, industriali, protestanti).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale non ci fu una “prosperità” armoniosa, ma piuttosto una “guerra civile” trentennale imposta agli irlandesi a seguito della colonizzazione britannica. Ci furono repressioni di massa, persecuzioni e torture, incendi deliberati di intere strade e l’espulsione sistematica dei residenti dalle loro case. Ci furono la detenzione “preventiva” di “sospetti” (“internamento”), squadroni della morte, operazioni di intelligence, assassini di civili e (almeno) 3.532 morti. Ci furono il massacro di Ballymurphy del 1971 e la Domenica di Sangue del 1972: brutali massacri di civili irlandesi disarmati da parte dei paracadutisti dell’esercito britannico. E poi c’era Bobby Sands, che divenne un’icona irlandese: carrozziere esperto, membro della Camera dei Comuni e prigioniero di lunga data dell’IRA, le cui poesie, scritte su cartine da sigarette e avvolte nella plastica, venivano fatte uscire di nascosto dal carcere dai compagni di cella e dai loro visitatori attraverso un bacio bocca a bocca. La sua canzone di resistenza “Back Home in Darry” (scritta anch’essa nella sua cella) ha ben 225 versioni su Spotify. Dopo 66 giorni di scioperi della fame, durante i quali cercò di far classificare i prigionieri come prigionieri politici (uno status che era stato abolito dal governo britannico), Sands morì nel 1981 nell’ospedale di “H-Block” Maze, una delle famigerate prigioni di massima sicurezza di Sua Maestà.
Qui potete vedere la mia collega irlandese Kathleen Funchion mentre cerca di colmare (temporaneamente) le lacune conoscitive della Kallas.
Martin Sonneborn è un politico, satirico e giornalista tedesco, nato il 15 maggio 1965 a Gottinga. È il leader del partito satirico Die PARTEI (acronimo di “Partei für Arbeit, Rechtsstaat, Tierschutz, Elitenförderung und basisdemokratische Initiative”), fondato nel 2004 insieme ad altri redattori della rivista satirica Titanic, di cui è stato caporedattore dal 2000 al 2005. È membro del Parlamento Europeo dal 2014, rappresentando Die PARTEI, e si distingue per le sue posizioni provocatorie e il suo approccio satirico alla politica.