L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: PANOPTICON CAPITALISTICO O ALLEATO DELLA DEMOCRAZIA?

DiEnzo D'Amico

16 Luglio 2025

Immaginate un mondo in cui ogni vostra parola, ogni clic, ogni passo è osservato, analizzato e trasformato in profitto da colossi tecnologici come Google, Amazon e Meta. È il mondo dell’intelligenza artificiale generativa – quella che crea testi, immagini e musica – che promette meraviglie ma nasconde un lato oscuro: un Panopticon digitale che ci sorveglia, ci manipola e minaccia la nostra democrazia. Il rapporto Artificial Power: AI Now 2025 Landscape lancia un allarme potente: l’IA, nelle mani di poche multinazionali, sta ridefinendo il nostro futuro, concentrando il potere, amplificando le disuguaglianze e devastando l’ambiente. Ma c’è speranza! Possiamo trasformare l’IA in un alleato della nostra intelligenza collettiva, un’arma per rafforzare la democrazia e ridistribuire il capitale. Con esempi concreti, strategie audaci e un pizzico di ribellione, scopriamo come riprenderci il controllo, ispirandoci a pensatori come Foucault, Zuboff e Harvey, senza lasciare che l’IA ci rubi la nostra umanità.

1. Il Panopticon digitale: Come l’IA generativa ci sorveglia

L’intelligenza generativa sembra magia: chiedi a ChatGPT di scrivere un poema, e voilà, eccolo lì. Ma dietro questo incanto si nasconde una macchina di controllo capitalistica. Il rapporto AI Now 2025 ci mette in guardia: le multinazionali come Amazon e Meta stanno costruendo un Panopticon digitale, come quello descritto da Michel Foucault, dove siamo tutti sotto osservazione senza sapere quando. Prendete Amazon Alexa: mentre rispondete alle sue battute, il dispositivo registra le vostre impronte vocali, persino quelle dei vostri figli, per affinare i suoi algoritmi, violando la privacy e trasformandovi in dati da vendere. Shoshana Zuboff lo chiama “capitalismo della sorveglianza”: ogni vostra azione online alimenta modelli predittivi che influenzano ciò che comprate, votate o pensate. Pensate alla piattaforma pubblicitaria di Meta, che usa l’IA per bombardarvi con annunci personalizzati, manipolando il discorso pubblico e polarizzando le elezioni.

E non è solo una questione di privacy. L’IA amplifica le disuguaglianze: i sistemi di riconoscimento delle emozioni, ad esempio, discriminano i candidati non bianchi, escludendoli da opportunità lavorative . E l’ambiente? I data center che alimentano l’IA divorano energia e acqua, con un aumento del consumo energetico previsto del 160% entro il 2030. In Virginia, i residenti pagano bollette più alte per coprire i costi di questi mostri energetici, mentre le aziende incassano profitti. Come dice David Harvey, questo è “accumulazione per spoliazione”: le comunità soffrono, le multinazionali prosperano.

Implicazioni:

• Sorveglianza costante: Siamo intrappolati in una rete di dati che ci controlla, come descritto da Gilles Deleuze nella “società di controllo”.

• Disuguaglianze crescenti: L’IA penalizza i più vulnerabili, rafforzando il dominio capitalistico.

• Crisi ambientale: I data center devastano le risorse locali, scaricando i costi sullecomunità.

2. L’intelligenza collettiva: Riaccendere la ragione umana

L’IA generativa rischia di soffocare la nostra intelligenza collettiva – quella forza che ci permette di collaborare, creare e risolvere problemi insieme. Byung-Chul Han, in Psicopolitica, ci avverte: il capitalismo digitale ci spinge a essere macchine di produttività, monitorati e spremuti fino all’esaurimento. Il rapporto AI Now 2025 lo conferma: nei magazzini di Amazon, l’IA impone ritmi disumani ai lavoratori, controllandoli in tempo reale. E nei servizi pubblici? Piattaforme di apprendimento automatizzate stanno sostituendo gli insegnanti, senza migliorare l’istruzione. È come se la nostra umanità fosse sacrificata sull’altare dell’efficienza.

Ma l’IA può essere diversa. Può potenziare la nostra capacità di pensare e agire insieme, se la strappiamo dalle grinfie delle multinazionali. A Memphis, i cittadini si sono ribellati contro i data center che minacciavano la loro acqua e la loro salute, chiedendo di essere coinvolti nelle decisioni. Saskia Sassen ci ricorda che le città sono il cuore pulsante della resistenza: a Barcellona, piattaforme digitali permettono ai cittadini di proporre politiche urbane, dimostrando che l’IA può servire la comunità. Il rapporto propone il National AI Research Resource (NAIRR), un’iniziativa per rendere le risorse di IA accessibili a tutti, non solo alle aziende. Immaginate un’IA che aiuta

a gestire i trasporti pubblici in modo più equo o a migliorare l’accesso alla sanità, senza sostituire medici e infermieri, ma supportandoli con dati utili. È l’intelligenza collettiva in azione: cittadini, lavoratori e comunità che usano l’IA per costruire un futuro più giusto.

Strategie per potenziare l’intelligenza collettiva:

• Forum partecipativi: L’IA può alimentare piattaforme digitali che raccolgono le idee dei cittadini, come a Barcellona, dove i residenti decidono insieme come investire il bilancio comunale.

• Progettazione inclusiva: Coinvolgere le comunità per eliminare i bias dell’IA, come quelli che penalizzano le famiglie a basso reddito nei sistemi di gestione del rischio sociale. Un esempio? Gruppi di cittadini che collaborano con esperti per sviluppare algoritmi trasparenti e equi.

• Innovazione pubblica: Il NAIRR può finanziare progetti di IA che rispondano ai bisogni delle comunità, come app per monitorare la qualità dell’aria o ottimizzare la raccolta dei rifiuti, senza lasciare tutto in mano alle multinazionali .

3. Ribellarsi al Panopticon: Strategie per un’IA democratica

L’IA generativa, nelle mani delle multinazionali, crea una democrazia panottica, dove la sorveglianza costante e l’automazione soffocano la libertà. Ma non dobbiamo accettarlo. Il rapporto AI Now 2025 ci sprona a ribellarci, proponendo strategie antagoniste per riportare l’IA sotto il controllo democratico e redistribuire il capitale. Saggi come Dismantling AI Capitalism e Artificial Intelligence in the Colonial Matrix of Power ci offrono ispirazione: possiamo costruire un’IA che rafforzi la nostra umanità, non la espropri.

Strategie antagoniste:

1 Regole ferree contro la sorveglianza: Il rapporto chiede di vietare gli usi dannosi dell’IA, come la raccolta non consensuale di dati. Pensate alla sentenza contro Amazon Alexa, che ha costretto l’azienda a cambiare rotta dopo aver violato la privacy dei bambini. I cittadini possono spingere per leggi come il GDPR europeo, che obbligano le aziende a essere trasparenti e responsabili.

2 Coalizioni ribelli: L’unione fa la forza! Il rapporto invita a creare alleanze tra cittadini, lavoratori e attivisti per sfidare il potere aziendale. I lavoratori di Amazon, ad esempio, hanno scioperato contro la sorveglianza disumana nei magazzini, mostrando che la resistenza è possibile.

3 Blockchain per la giustizia: Dismantling AI Capitalism propone “data commons” basati su blockchain, dove i cittadini controllano i propri dati e condividono i profitti dell’IA. Immaginate una cooperativa digitale di autisti Uber che usa la blockchain per distribuire equamente i guadagni, senza che la piattaforma si prenda la fetta più grande.

4 Decolonizzare l’IA: Artificial Intelligence in the Colonial Matrix of Power ci ricorda che l’IA spesso riflette valori occidentali, marginalizzando il Sud globale. Coinvolgere comunità locali, come quelle africane che etichettano dati per pochi centesimi, nella progettazione dell’IA può garantire che rifletta le loro esigenze (Pag. 16 di Exploiting the Margin).

5 Potenziare la ragione umana: Invece di sostituire gli umani, l’IA può supportarli. Ad esempio, un sistema di IA potrebbe aiutare gli assistenti sociali a identificare meglio i bisogni delle famiglie, senza automatizzare decisioni delicate.

Come limitare il Panopticon e rafforzare la ragione umana:

• Boicottare la sorveglianza: Smettete di usare dispositivi come Alexa e preferite servizi con operatori umani. Questo riduce la raccolta dati e indebolisce il Panopticon digitale.

• Audit partecipativi: Coinvolgete le vostre comunità per controllare gli algoritmi, come propone il rapporto. Un esempio? A Toronto, i cittadini hanno bloccato un progetto di città intelligente di Google per paura della sorveglianza.

• Redistribuzione tramite blockchain: Creare cooperative digitali che usano la blockchain per condividere i profitti dell’IA, reintegrando i lavoratori estromessi dall’automazione, come gli insegnanti sostituiti da piattaforme IA.

Conclusione: Un futuro che ci appartiene

L’intelligenza generativa può essere una trappola capitalistica o una leva per la democrazia. Il rapporto AI Now 2025, insieme a saggi come Dismantling AI Capitalism e Artificial Intelligence in the Colonial Matrix of Power, ci mostra la strada: smantellare il Panopticon digitale, coinvolgere le comunità, redistribuire il capitale con strumenti come la blockchain e potenziare la nostra intelligenza collettiva. Dalle proteste di Memphis agli scioperi di Amazon, fino alle piattaforme partecipative di Barcellona, i cittadini stanno già dimostrando che il futuro dell’IA può essere nostro. Non lasciamo che le multinazionali ci rubino la ragione umana: uniamoci,

LA RIVOLUZIONE CHE VERRÀ

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