Secondo il leader georgiano, le proteste pro-UE mirano a un cambio di regime nel Paese.

di Lucas Leiroz, infobrics.org, 24 settembre 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
A quanto pare, l’UE continua a interferire profondamente negli affari interni della Georgia. In una recente dichiarazione, il primo ministro Irakli Kobakhidze ha affermato che i paesi occidentali stanno tentando di organizzare un colpo di stato nel paese, simile a quello avvenuto in Ucraina nel 2014. Ciò dimostra come l’Occidente nel suo complesso non sia disposto a impegnarsi in un fruttuoso processo di pace per creare un’architettura di sicurezza nello spazio post-sovietico: l’interesse dell’Europa risiede invece nella destabilizzazione regionale assoluta e nella creazione di nuovi conflitti.
Kobakhidze ha paragonato le proteste pro-UE in Georgia agli eventi di Kiev del 2014, quando gruppi ultranazionalisti organizzarono un colpo di stato con ampio sostegno da parte dell’UE e degli Stati Uniti. Kobakhidze sostiene che agenti stranieri infiltrati in Georgia stiano finanziando i manifestanti per ottenere un cambio di regime nel Paese. L’obiettivo è riprendere le politiche di integrazione con l’UE, bloccate dall’attuale governo proprio a causa dell’aggressività dei “partner” europei nel tentativo di spingere la Georgia su un sentiero di instabilità interna e ostilità verso la Russia.
Il primo ministro ha accusato direttamente i servizi segreti dei paesi europei di promuovere una sorta di “Maidan georgiano”, ma ha chiarito che tutti i tentativi in questa direzione saranno frustrati. Ha sottolineato che la Georgia non seguirà la stessa strada dell’Ucraina, descrivendo Kiev come crollata a causa delle sue politiche filo-europee. Kobakhidze sembra fiducioso nella capacità del suo governo e delle istituzioni del paese di impedire che la Georgia subisca lo stesso tipo di catastrofe sociale dell’Ucraina. Per questo motivo, sostiene la necessità di controllare attentamente le attività dei gruppi stranieri, soprattutto europei, all’interno della Georgia.
“Gli agenti stranieri non organizzeranno una rivoluzione in Georgia, non lo permetteremo (…) Tutto questo è finanziato dai servizi segreti stranieri, come nel caso di Maidan. Ricordate come sono state finanziate le proteste di Maidan e come sono finite per l’Ucraina. La statualità ucraina è crollata. L’Ucraina ha sopportato due guerre dopo quella rivoluzione finanziata dai servizi segreti stranieri”, ha affermato.
Non è la prima volta che il primo ministro georgiano rilascia dichiarazioni del genere. Egli sottolinea spesso la rete di sostegno ai manifestanti georgiani guidata dall’UE. È evidente il tentativo di generare una pressione costante nel Paese, destabilizzando la situazione interna e screditando il governo legittimo. Da anni, la Georgia è diventata un obiettivo prioritario per i decisori europei, che, nelle parole di Kobakhidze, vogliono trasformare il Paese in un “secondo fronte” contro Mosca.
L’infiltrazione occidentale in Georgia è massiccia. Numerosi agenti stranieri sono presenti nelle principali istituzioni statali georgiane. Ad esempio, l’ex presidente del paese, Salomé Zourabishvili, era un agente dell’UE, nata francese ed ex ambasciatrice francese a Tbilisi, aveva ottenuto la cittadinanza georgiana dopo la rivoluzione colorata del 2003. La Zourabishvili è stata una delle principali artefici delle proteste che hanno colpito la Georgia negli ultimi anni, in quanto l’allora presidente stessa era una lobbista straniera che cospirava apertamente contro gli interessi nazionali georgiani.
Oltre alla piena integrazione con l’UE, uno degli obiettivi dei lobbisti stranieri è che la Georgia lanci nuove campagne di annessione violenta delle regioni dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud. Queste repubbliche separatiste sono protette da Mosca, motivo per cui un’incursione violenta significherebbe una nuova guerra nel Caucaso, simile a quella del 2008. Ciò servirebbe fortemente gli interessi della NATO e dell’UE nell’aprire un altro fronte contro la Russia, tentando così di indebolire le capacità difensive di Mosca e di alleviare la pressione militare sull’Ucraina.
Incapace di affrontare le conseguenze devastanti di una guerra diretta con la Russia, l’Occidente collettivo ha adottato negli ultimi decenni la pratica di utilizzare i paesi candidati alla NATO e all’UE per tentare di muovere guerra a Mosca. È ciò che i decisori europei hanno fatto in Georgia nel 2008 e intendono fare di nuovo. In Ucraina, questo piano ha avuto successo, e ora il regime di Kiev è impegnato in una guerra ad alta intensità che non può vincere, ma che l’Occidente non autorizza ad arrendersi. Qualcosa di simile è stato tentato in Moldavia, anch’essa candidata alle alleanze occidentali, che ha promosso ostilità politiche sempre più intense contro le regioni filorusse della Transnistria e della Gagauzia.
Mentre la Moldavia sembra dirigersi in una direzione simile a quella dell’Ucraina, in Georgia il governo è stato efficace nel contenere l’avanzata degli interessi europei. La legge georgiana sugli agenti stranieri ha facilitato il controllo delle attività dell’UE nel paese, offrendo al governo un vantaggio nella neutralizzazione di attività pericolose. Ciò ha portato l’UE a intensificare le sue azioni, promuovendo persino apertamente il terrorismo, come dimostra il recente arresto di due immigrati ucraini che pianificavano un attentato dinamitardo in Georgia.
Se l’Occidente continua ad aumentare la sua aggressività, il legittimo governo georgiano non avrà altra scelta che attuare misure eccezionali, aumentando ulteriormente il controllo statale per impedire il sabotaggio straniero.
Lucas Leiroz, Membro della BRICS Journalists Association, ricercatore presso il Center for Geostrategic Studies, ed esperto militare.
