
“Chiediamo al Governo italiano di impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16. Aiutiamo le nuove generazioni”.
Così Daniele Novara, pedagogista, e Alberto Pellai, psicoterapeuta, hanno lanciato l’appello che ha già raccolto migliaia di firme ed è stato sottoscritto da centinaia di autorevoli esperti.
Le neuroscienze hanno ormai dimostrato con chiarezza cristallina che smartphone e social usati troppo precocemente sono dannosi: “ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale”, dichiarano.
In età prescolare ciò porta persino “ad alterazioni della materia bianca in quelle aree cerebrali fondamentali per sostenere l’apprendimento della letto-scrittura”.
Esiste, inoltre, un altro danno legato alla dipendenza: “prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi”.
L’appello al Governo dei più autorevoli pedagogisti italiani deve suonare come un campanello d’allarme per tutti i genitori che lasciano che bambini e adolescenti trascorrano le loro giornate fissi sugli schermi anziché socializzare, fare sport, correre, giocare, disegnare, montare e smontare lego, usare la fantasia e fare tutte quelle “esperienze fondamentali per un corretto allenamento alla vita”.
L’iniziativa “non è una presa di posizione anti-tecnologica ma ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”, spiegano Novara e Pellai, che hanno parecchie cose da dire anche sull’abuso della tecnologia a scuola: “I fatti lo dimostrano: nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Anche nelle scuole bisogna essere coerenti con quello che ci dicono le neuroscienze. Smartphone e tablet devono essere usati solo dai docenti per arricchire le proposte didattiche senza prevedere, in classe o a casa e almeno fino ai 15 anni, alcun uso autonomo degli studenti”.
E TU HAI GIA’ FIRMATO? Puoi farlo QUI
Stop!
Benissimo condivido pienamente