di Mike Whitney per The Unz Review     –    Traduzione a cura di Old Hunter

La politica estera di Trump è stata ridotta a richieste imperiose, minacce volgari e ringhi minacciosi. Immagino che la frustrazione di Trump nel trattare con Putin raggiungerà il culmine giusto in tempo per coincidere con il lancio di una campagna aerea USA/Israele contro l’Iran. Will Schryver, analista militare

La spinta di Trump per un cessate il fuoco in Ucraina ha meno a che fare con l’Ucraina che con Israele. In altre parole, le frettolose trattative di Trump con Putin non mirano a porre fine alla guerra per procura con la Russia, quanto piuttosto a spostare la linea del fronte dal Donbass all’Iran. Questo “cambio di focalizzazione” è diventato lampante la scorsa settimana, in particolare per quanto riguarda le dichiarazioni sempre più ostili di Trump nei confronti dell’Iran. Martedì, Trump ha minacciato di ritenere la Repubblica islamica responsabile di eventuali attacchi degli Houthi alle navi che attraversano il Mar Rosso. Ha affermato che ci sarebbero state “terribili conseguenze” (per l’Iran) se gli attacchi fossero continuati. Ha anche dato al governo iraniano “una scadenza di due mesi per raggiungere un nuovo accordo sul nucleare” (anche se è stato Trump a far naufragare l’accordo originario). In breve, Trump sta facendo ciò che molti dei suoi critici avevano detto che avrebbe fatto fin dall’inizio; sta placando i suoi ricchi donatori della campagna elettorale elaborando una politica estera che promuove la loro ambiziosa agenda regionale. Sta trascinando gli Stati Uniti in una guerra contro l’Iran per ripagare i potenti sionisti che lo hanno fatto eleggere.

Questo aiuta anche a spiegare perché Trump voglia normalizzare le relazioni con la Russia. Non è semplicemente perché il presidente vuole fermare le uccisioni insensate o stabilire “una pace duratura”. È perché vuole rassicurazioni da Putin che non aiuterà l’Iran quando gli Stati Uniti lanceranno il loro attacco a Teheran. Deve sapere che Putin non si unirà alla lotta al fianco dell’Iran.

Come alcuni lettori sanno, Russia e Iran hanno firmato un trattato di partenariato strategico all’inizio del 2025. L’accordo impegna entrambe le parti a cooperare nella difesa reciproca in caso di scoppio di una guerra. “Il trattato stabilisce che se una parte viene attaccata, l’altra non assisterà l’aggressore e cercherà di risolvere le divergenze diplomaticamente, suggerendo un livello di supporto senza garantire un intervento militare diretto”. Quindi, mentre alla Russia non sarebbe richiesto di mettere “gli stivali sul terreno”, ci si aspetterebbe che fornisca armi, intelligence e supporto logistico. (La Russia ha già fornito all’Iran tecnologie avanzate, tra cui jet da combattimento Su-35, addestratori Yak-130 e potenzialmente sistemi di difesa aerea S-400).

L’analista militare Will Schryver ritiene che la Russia aiuterebbe direttamente l’Iran se venisse attaccato dagli Stati Uniti. In un post di Substack dell’aprile 2024 intitolato “The Triple Alliance, For Dummies And Neocons“, ha scritto:

In una presunta guerra tra Stati Uniti e Iran, sia la Russia che la Cina sosterrebbero attivamente l’Iran… L’Iran verrebbe semplicemente rifornito di armi e altre necessità logistiche da entrambi i suoi partner – e molto probabilmente messo sotto il loro ombrello nucleare in un esplicito atto di deterrenza.

Schryver suggerisce che questo supporto, potenzialmente comprensivo di armi avanzate o supporto nucleare, neutralizzerebbe i vantaggi degli USA, rendendo improbabile una netta vittoria senza degenerare in un conflitto più ampio e impossibile da vincere. Aggiunge anche questa agghiacciante osservazione che deve tenere svegli di notte i vertici del Pentagono:

Affinché gli Stati Uniti possano dichiarare guerra a UNO tra Russia, Cina o Iran, sarebbe necessario abbandonare di fatto ogni importante base statunitense sul pianeta, in modo da concentrare abbastanza potenza militare per intraprendere la missione.

Ciò suggerisce che un conflitto con l’Iran metterebbe a dura prova le risorse degli Stati Uniti fino al punto di rottura, lasciandoli vulnerabili su ogni altro fronte. Schryver non vede questo come una ricetta per la vittoria, ma come un modello per la sconfitta. Su X, Schryver ha espresso dubbi sull’efficacia militare degli Stati Uniti contro le difese dell’Iran. In un post dell’ottobre 2024, ha commentato le capacità missilistiche dell’Iran dopo i suoi attacchi a Israele:

I missili iraniani sembrano aver funzionato in modo impressionante… Le difese aeree statunitensi/israeliane non sono state in grado di fermarne molti”. E lo contrappone a ciò che vede come capacità statunitensi sopravvalutate, suggerendo che la capacità dell’Iran di infliggere danni potrebbe complicare qualsiasi offensiva americana. Altrove, ha preso in giro la potenza navale statunitense, definendo le portaerei “piñata [padelle] da 13 miliardi di dollari” vulnerabili ai moderni missili antinave, che l’Iran possiede in quantità.

Schryver non è il solo a nutrire scetticismo nei confronti delle capacità militari degli Stati Uniti. Il colonnello in pensione dell’esercito statunitense ed ex capo di stato maggiore del segretario di Stato Colin Powell, Lawrence Wilkerson, ha ripetutamente avvertito che gli Stati Uniti non sono così forti come molti credono e non prevarrebbero in una guerra con l’Iran. Secondo Wilkerson:

Una guerra con l’Iran sarebbe da 10 a 15 volte peggiore della guerra in Iraq in termini di vittime e costi… E perderemmo. Senza dubbio perderemmo … L’Iran non è l’Iraq… Ha un territorio incredibile… Ha un esercito molto più capace: 500.000 uomini in forze, probabilmente un milione di riservisti che verrebbero immediatamente alla ribalta.

In un’intervista con il giornalista Chris Hedges, Wilkerson ha dichiarato in tono minaccioso:

Israele sta cercando di trascinare l’America in una guerra con l’Iran che potrebbe destabilizzare il Medio Oriente e forse porre fine all’esperimento che è Israele e arrecare danni irreparabili all’impero in cui si è trasformata l’America.

Come Wilkerson, l’economista e analista politico Jeffrey Sachs ritiene che gli Stati Uniti si stiano dirigendo verso una guerra con l’Iran. In una recente intervista che è stata vista da milioni di persone in tutto il mondo, Sachs ha attribuito la colpa dell’imminente Terza Guerra Mondiale direttamente a Benjamin Netanyahu, il leader parafulmine di Israele che è dietro il genocidio in corso a Gaza. Ecco cosa ha detto:

Da anni Netanyahu mira alla guerra con l’Iran e noi lo seguiamo… Sei guerre in Medio Oriente guidate da Israele con il sostegno degli Stati Uniti e ora ne vogliono una settima.

Video di 1 minuto: Jeffrey Sachs; “Netanyahu responsabile di tutte le guerre degli Stati Uniti in Medio Oriente” Sachs su Bibi

L’Iran non è solo, né lo sarà, ha avvertito Sachs. La Russia ci sarà, la Cina ci sarà… Questo potrebbe essere il filo conduttore per la Terza Guerra Mondiale, e stiamo parlando di una guerra nucleare.

Sebbene non sia pessimista come Wilkerson o Sachs, l’ex analista della CIA Larry Johnson pensa che Trump stia semplicemente aspettando il momento giusto finché gli Houthi non colpiscano una nave da guerra statunitense con un missile ipersonico, che verrà usato come giustificazione per lanciare una guerra aerea su Teheran. Ecco Johnson in un post di mercoledì:

Ci sono affermazioni non confermate dallo Yemen secondo cui avrebbero sparato una combinazione di missili e droni contro la portaerei USS Harry S Truman. L’amministrazione Trump, fino a questo momento, non ha detto nulla su un simile attacco. Sono certo di una cosa: lo Yemen sparerà missili e droni contro navi statunitensi e israeliane nel Mar Rosso e gli Stati Uniti continueranno a lanciare attacchi all’interno dello Yemen. Se gli Houthi riuscissero a colpire una nave statunitense, penso che l’amministrazione Trump userebbe questo come casus belli per attaccare l’Iran .

Invece di rannicchiarsi nella paura, credo che l’Iran si stia preparando alla probabilità di un attacco degli Stati Uniti e che reagirà contro le installazioni militari statunitensi nella regione. La situazione potrebbe sfuggire di mano molto rapidamente. Se i sauditi permettono agli aerei da combattimento statunitensi di lanciarsi contro l’Iran, allora anche le installazioni petrolifere saudite potrebbero essere immolate. L’amministrazione Trump sta usando lo Yemen come scusa per attaccare l’Iran? , Sonar 21

Johnson propone uno scenario molto plausibile, soprattutto se consideriamo gli sviluppi di cui il popolo americano è completamente all’oscuro, come questo rapporto tratto da una rubrica del 6 marzo sul Times of Israel :

L’aeronautica militare israeliana ha tenuto questa settimana un’esercitazione congiunta con l’aeronautica militare statunitense, durante la quale i piloti “hanno praticato il coordinamento operativo tra i due eserciti per migliorare la loro capacità di affrontare varie minacce regionali”.

L’esercitazione prevedeva l’impiego di caccia israeliani F-15I e F-35I affiancati a un bombardiere statunitense B-52.

“L’esercitazione mirava a rafforzare e mantenere la cooperazione di lunga data tra le forze, ampliando al contempo la connettività e sviluppando capacità integrate per una serie di scenari”, afferma l’IDF.

L’esercitazione è potenzialmente mirata a preparare l’esercito israeliano per un potenziale attacco congiunto con gli Stati Uniti all’Iran. L’IAF ha già effettuato due attacchi all’Iran senza il supporto degli Stati Uniti, ma probabilmente avrebbe bisogno delle grandi capacità dei B-52 per colpire efficacemente i siti nucleari sotterranei pesantemente fortificati dell’Iran. Times of Israel

Oppure questo:

Sono emerse notizie secondo cui alle Guardie Rivoluzionarie è stato ordinato di mettere tutte le forze missilistiche in stato di massima allerta

Il governo iraniano ha portato questi sviluppi inquietanti all’attenzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ma, naturalmente, i media tradizionali hanno fatto in modo che le masse rimanessero virtualmente all’oscuro delle provocazioni e delle agitazioni tra Stati Uniti e Israele.

Vale la pena notare che l’Iran ha fatto notevoli progressi nella modernizzazione della sua capacità militare mentre gli Stati Uniti stanno gradualmente rimanendo indietro. Non c’è dubbio che i sistemi di difesa aerea e i missili ipersonici dell’Iran siano tecnologicamente più avanzati di qualsiasi cosa paragonabile nell’arsenale statunitense. L’Iran ha anche un esercito numeroso e ben disciplinato, addestrato a respingere gli invasori, e un terreno accidentato e montuoso che smorzerebbe qualsiasi potenziale offensiva militare. Ancora più importante, non è affatto certo che gli Stati Uniti prevarrebbero in una guerra con l’Iran. Infatti, a giudicare dai giochi di guerra che sono stati utilizzati per simulare la conflagrazione, le forze statunitensi perderebbero. E questo non perché l’Iran abbia un esercito più potente degli Stati Uniti, ma semplicemente perché ha modellato la sua dottrina militare per adattarla alle proprie esigenze difensive e alla propria situazione geografica unica. In breve, l’Iran avrebbe il vantaggio della “squadra di casa”. Date un’occhiata a questo estratto da un articolo di Jordan Cohen al Cato Institute:

Una campagna che si basa sulla potenza aerea e navale per sottomettere rapidamente l’Iran incontrerà sfide significative. L’esercito iraniano è progettato per prevenire tale invasione e imporre costi significativi su qualsiasi potenziale attacco via aria o via mare. Hanno missili da crociera con gittata di 600 miglia, sistemi avanzati di difesa aerea a lungo raggio, sistemi di difesa aerea a corto raggio, missili antiaerei, 3.000 missili balistici, 6.000 mine navali e i più capaci veicoli aerei senza pilota della regione.

…Precedenti analisti hanno soppesato le possibilità di successo di una campagna basata sulla potenza aerea e navale degli Stati Uniti. Un war game del 2002 che ha richiesto ai pianificatori statunitensi di cambiare le regole a metà del conflitto ha mostrato che l’Iran potrebbe facilmente affondare le navi statunitensi e nel 2012, i funzionari del Pentagono hanno stimato che una tale strategia richiederebbe un minimo di 100.000 soldati….

Se l’intenzione è quella di usare la potenza aerea e navale per consentire operazioni di terra, l’Iran è ugualmente preparato. Un simile assalto richiederebbe di assorbire costi enormi per ottenere l’accesso al paese. Gli analisti stimano che qualsiasi invasione di terra richiederebbe 1,6 milioni di truppe statunitensi, quasi dieci volte quanto gli Stati Uniti hanno impegnato in Iraq in un dato momento. All’arrivo in Iran, Washington si troverà ad affrontare la 13a popolazione più grande al mondo in grado di prestare servizio, il 13° maggior numero di veicoli corazzati e artiglieria semovente al mondo, il 9° maggior numero di artiglieria trainata al mondo e l’8° maggior numero di lanciarazzi mobili al mondo. I costi umani e materiali sarebbero immensi.

La strategia dell’Iran per combattere gli Stati Uniti si concentrerebbe sul rendere qualsiasi assalto navale e aereo costoso, lento e basato sul presupposto che alla fine gli americani perderanno la loro volontà di continuare a combattere una guerra. L’Iran è circondato dall’acqua e userà i suoi missili anti-nave e anti-aerei per coprire i suoi 2.400 chilometri di costa meridionale, oltre a sfruttare la mancanza di dragamine statunitensi per rallentare il ritmo di un assalto navale. Rallentando il ritmo della guerra, l’Iran attaccherà la volontà politica dei decisori politici statunitensi e del pubblico americano, dando anche a se stesso il tempo di prendere decisioni e potenzialmente persino bloccare lo Stretto di Hormuz fino al Golfo di Oman.
Nonostante la fiducia di Washington, la guerra degli Stati Uniti con l’Iran sarebbe disastrosa, CATO

Per quanto l’analisi di Cohen possa suonare cupa, la realtà che gli Stati Uniti si trovano ad affrontare (se Trump attacca l’Iran) è ancora più cupa. Secondo un esauriente rapporto sullo stato attuale dell’esercito statunitense redatto dalla RAND Corporation, “la gonfia e decadente macchina da guerra globale dell’Impero… non è ‘preparata’ in alcun modo significativo per una seria ‘competizione’ con i suoi principali avversari – (ed è) significativamente surclassata in ogni sfera della guerra… il dominio mondiale dell’Impero è giudicato, nella migliore delle ipotesi, tristemente inadeguato, nella peggiore delle ipotesi del tutto delirante. Dal rapporto Rand:

“Riteniamo che l’entità delle minacce che gli Stati Uniti devono affrontare sia sottostimata e significativamente peggiore … Come minimo, gli Stati Uniti dovrebbero presumere che se entrano in un conflitto diretto che coinvolge Russia, Cina, Iran o Corea del Nord, quel paese trarrà beneficio dagli aiuti economici e militari degli altri… Questo nuovo allineamento di nazioni contrarie agli interessi degli Stati Uniti crea un rischio reale, se non la probabilità, che un conflitto ovunque possa diventare una guerra multi-teatro o globale…

Come il rapporto della Commissione spiega in dettaglio forense, Washington sarebbe quasi completamente indifesa in un simile scenario, e probabilmente sconfitta quasi all’istante… La Commissione RAND ha scoperto che la “base industriale di difesa” di Washington è completamente “incapace di soddisfare le esigenze di equipaggiamento, tecnologia e munizioni” degli Stati Uniti, per non parlare dei suoi alleati. “Un conflitto prolungato, specialmente in più teatri, richiederebbe una capacità molto maggiore di produrre, mantenere e rifornire armi e munizioni” rispetto a quella attualmente in atto…

….Questa “presunzione di superiorità tecnologica indiscussa”…. Quei giorni sono finiti da tempo….. La “base industriale della difesa” americana sta oggi crollando…

Siamo entrati in una strana era imperiale in fase avanzata, paragonabile alla Glasnost dell’Unione Sovietica, in cui elementi del trust imperiale statunitense possono vedere con accecante chiarezza che l’intero progetto egemonico globale di Washington sta barcollando rapidamente e irreversibilmente verso l’estinzione… Impero in collasso: Cina e Russia mettono sotto scacco l’esercito statunitense, Kit Klarenberg, Substack

Mentre non c’è dubbio che gli USA potrebbero infliggere danni enormi ai siti nucleari iraniani, alle infrastrutture critiche e agli impianti di produzione petrolifera; non c’è dubbio neanche che gli USA non prevarrebbero in un conflitto prolungato con l’Iran. Gli USA semplicemente non hanno la capacità industriale, le armi e le scorte di missili, o persino la superiorità tecnologica necessaria per sconfiggere un paese potente come l’Iran. C’è, ovviamente, una possibilità molto concreta che il presidente Trump non sia a conoscenza di queste evidenti carenze e creda ancora che la superpotenza americana possa “schiacciare l’Iran come un insetto”. Se così fosse, e sospetto che lo sia, probabilmente andrà avanti e lancerà attacchi aerei su Teheran innescando una risposta che farà schizzare alle stelle i prezzi del petrolio, crollare i mercati azionari e creare onde d’urto nell’economia globale. Lo Stretto di Hormuz verrà chiuso e Trump avrà creato le condizioni che alla fine costringeranno gli USA a uscire dalla regione.

Una guerra con l’Iran sarebbe una catastrofe inimmaginabile per l’Iran, gli Stati Uniti e il mondo. Deve essere fermata.

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