La sessione di oggi è l’ennesimo esempio dell’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti di Israele all’ONU: sebbene i diplomatici statunitensi abbiano assicurato di intercedere presso Israele per proteggere i civili in guerra, le loro critiche sono sempre dirette ad Hamas e sono stati attenti a porre il veto a qualsiasi risoluzione che chiedesse allo Stato ebraico di porre fine alla guerra.

Fonte: EFE Notícias
Gli Stati Uniti hanno ripetuto venerdì al Consiglio di Sicurezza dell’ONU l’accusa israeliana secondo cui Hamas “usa impropriamente scuole e ospedali (di Gaza) per immagazzinare armi, nascondere combattenti e coordinare attacchi contro Israele”.
La vice ambasciatrice all’ONU, Dorothy Shea, ha così contraddetto l’alto commissario dell’ONU per i diritti umani, Volker Türk, che pochi minuti prima aveva detto che Israele non ha offerto prove per le sue accuse, che ha definito “vaghe, spesso errate e talvolta contraddittorie rispetto alle informazioni disponibili”.
In una delle ultime sessioni del Consiglio a cui parteciperà la diplomazia del presidente uscente Joe Biden, gli Stati Uniti hanno trovato ancora una volta un equilibrio per, da un lato, sostenere tutte le accuse di Israele e, dall’altro, ricordare che “Israele ha l’imperativo morale di evitare danni ai civili”.
Gli Stati Uniti incolpano Hamas per la dura realtà degli ospedali di Gaza
La sessione è stata dedicata ad affrontare in modo specifico gli attacchi deliberati di Israele alle infrastrutture mediche di Gaza – 27 ospedali e 12 centri medici, secondo i dati delle Nazioni Unite – e il diplomatico ha iniziato incolpando Hamas, che “giorno dopo giorno mette in pericolo anche i civili con le sue tattiche di utilizzo di queste infrastrutture civili”.
Ha anche ripetuto le cifre offerte dalle forze armate israeliane secondo cui 240 militanti di Hamas sono stati catturati nell’ultimo attacco all’ospedale di Kamal Adwan, l’ultimo attacco a Gaza, anche se lo Stato ebraico non ha offerto prove.

“Esorto i miei colleghi in questa sala a criticare Hamas per queste azioni“, ha ripetuto la Shea, che si è astenuta dal criticare direttamente Israele.
La Shea ha nuovamente lanciato appelli generici, del tipo “non vogliamo vedere gli ospedali come scenari di violenza” o che “i civili non possono essere lasciati senza ospedali funzionali e cure mediche adeguate”, per cui ha nuovamente chiesto “a Israele di rispettare il diritto umanitario internazionale e di adottare tutte le misure possibili per evitare danni ai civili”.
La sessione di oggi è l’ennesimo esempio dell’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti di Israele all’ONU: sebbene i diplomatici statunitensi abbiano assicurato di intercedere presso Israele per proteggere i civili in guerra, le loro critiche sono sempre dirette ad Hamas e sono stati attenti a porre il veto a qualsiasi risoluzione che chiedesse allo Stato ebraico di porre fine alla guerra.