TRUMP AFFRONTA L'”OCCIDENTE COLLETTIVO”

DiOld Hunter

2 Marzo 2025
L’incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente dell’Ucraina
Volodymyr Zelenskyy ha bruscamente deviato dal suo percorso davanti alle telecamere e
si è concluso bruscamente, Casa Bianca, Washington, DC, 28 febbraio 2025

di M.K. Bhadrakumar per Indian Punch Line del 1 marzo   –   Traduzione a cura di Old Hunter

La drammatica scena nello Studio Ovale di venerdì sera indica che il Presidente Donald Trump sta separando gli Stati Uniti dalla “guerra senza fine” in Ucraina che il suo predecessore Joe Biden gli ha lasciato in eredità. La guerra è pronta a finire con un sospiro, ma il suo “effetto farfalla” sul nostro mondo incredibilmente complesso e profondamente interconnesso definirà la sicurezza europea e internazionale per i decenni a venire. 

I media occidentali, ostili a Trump, hanno colto l’occasione per farne una caricatura come figura impulsiva invertendo i ruoli con Zelenskyy. In realtà, però, Trump è stato letteralmente spinto a questo punto dall’amministrazione Biden. 

La reazione emotiva della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che si è congratulata con il presidente Zelensky, parla da sé: “La vostra dignità onora il coraggio del popolo ucraino. Siate forte, siate coraggioso, siate impavido. Non siete mai solo, caro Presidente”. Il rifiuto di Trump di riconoscere il ruolo della Von der Leyen può spiegare in parte la sua furia di donna disprezzata. In verità, il “Collettivo Occidente” si trova a un bivio e non sa quale strada prendere. Senza la copertura aerea e il contributo dei satelliti degli Stati Uniti, il dispiegamento di truppe occidentali in Ucraina sarà impossibile. Persino il francese Emmanuel Macron concorda sul fatto che le sue truppe passeranno attraverso un tritacarne. 

Sia la Von der Leyen che Macron hanno avuto un bel momento come sostenitori della guerra di Biden, ma ogni ulteriore avventura in Ucraina sarà suicida, per usare un eufemismo. L’esercito ucraino crollerà se Trump congela il suo sostegno. E nessuna delle potenze europee rischierà una collisione con la Russia. 

Trump ormai sa che la narrazione occidentale della guerra di Biden è un mucchio di stronzate condite di falsità e vere e proprie bugie, e che la guerra è scoppiata solo a causa del diabolico complotto occidentale per stuzzicare l’orso, che alla fine è stato provocato e ha colpito. 

Il colpo di Stato della CIA a Kiev nel febbraio 2014 è stato un evento spartiacque che ha aperto la strada alla presenza della NATO sul territorio ucraino. In effetti, sono accadute cose terribili, che sono state nascoste sotto il tappeto – ad esempio, i dubbi legami dell’allora ministro degli Esteri tedesco (attuale presidente) Frank-Walter Steinmeier con i gruppi neonazisti ucraini che hanno agito come truppe d’assalto nel colpo di Stato del 2014. Pensate quanto sia grottesco: un socialdemocratico tedesco che patrocina gruppi neonazisti!

Di sicuro Trump sa che lo stato profondo degli Stati Uniti aveva messo in moto un programma per destabilizzare la Federazione Russa e smembrarla come lavoro poi non eseguito quando l’Unione Sovietica si era dissolta. La guerra cecena non ha altre spiegazioni. Infatti, Putin ha accusato gli agenti statunitensi di aver aiutato direttamente gli insorti. 

Anche in questo caso, l’amministrazione di Bill Clinton lanciò l’idea dell’espansione della NATO già nel 1994. L’idea era nata all’improvviso, ma era ovviamente uno dei lavori programmati sin dallo scioglimento dell’Unione Sovietica. A metà degli anni Novanta, persino Boris Eltsin capì di essere stato preso in giro. Il ritorno di Evgeny Primakov al Cremlino e l’apertura di Eltsin a Pechino furono i segnali più evidenti di una correzione di rotta. 

Chi conosce la storia sovietica ha sempre saputo che l’Ucraina sarebbe stata il teatro in cui gli Stati Uniti avrebbero cercato di segnare il destino della Russia. Se c’era bisogno di un’ulteriore conferma, questa è arrivata con la rivoluzione colorata della CIA in Ucraina nel 2003, dove le elezioni sono state truccate (come sta accadendo oggi in Romania) e portate a un terzo turno fino a quando il proxy è emerso vittorioso e, sicuramente, Viktor Yushchenko ha posto sul tavolo la questione dell’adesione alla NATO. Al vertice NATO del 2008 a Bucarest, George W. Bush ha insistito affinché l’alleanza offrisse formalmente l’adesione all’Ucraina!

Oggi, le decisioni a Kiev le prende l’MI6 britannico. Zelenskyy ha ammesso di recente che gran parte del denaro dato da Biden è semplicemente “scomparso”. I racconti sordidi di tangenti massicce e corruzione sono a bizzeffe. Biden li ha ignorati. Il coinvolgimento della famiglia Biden nella fogna ucraina è ampiamente noto. Contrariamente alla sua precedente promessa di non farlo, Biden si è sentito costretto alla fine a concedere la grazia presidenziale al figlio Hunter Biden in modo che non finisse in prigione. 

Basti dire che la “sfida strategica” di Zelenskyy nasce dalla sua silenziosa fiducia nel fatto che i leader occidentali, a partire da Boris Johnson e Biden, compagni di viaggio sul treno della cuccagna durante gli ultimi tre anni di guerra, gli saranno debitori per l’eternità. 

L’asse tra Zelensky e i suoi sostenitori dell’Unione Europea sta blandendo Trump, facendogli pressione e adulandolo per farlo salire a sua volta a bordo del carrozzone in modo che la guerra continui per altri quattro anni. Solo la scorsa settimana, i presidenti di Francia e Polonia e il primo ministro britannico sono andati alla Casa Bianca uno dopo l’altro per chiedere rassicurazioni sul fatto che la guerra in Ucraina continuerà. Ma Trump si è rifiutato di accontentarli.

Zelenskyy e i suoi sostenitori europei vogliono una “guerra senza fine” nelle terre di confine occidentali dell’Eurasia, la tradizionale via d’invasione verso la Russia. E la scorsa settimana ha di nuovo escluso l’adesione dell’Ucraina alla NATO. Ha anche sottolineato i colloqui in corso sulle “importanti transazioni di sviluppo economico che avranno luogo tra Stati Uniti e Russia”.

Trump ha ripetuto la scorsa settimana che la guerra potrebbe concludersi “entro poche settimane” e ha messo in guardia dal rischio di un’escalation verso una “terza guerra mondiale”. In pratica, si rende conto che questa è una guerra impossibile da vincere, ed è preoccupato che una guerra prolungata possa trasformarsi in un pantano in cui può affondare la sua presidenza e far deragliare il grande accordo che spera di stringere con le altre due superpotenze, Russia e Cina, per creare sinergie per il suo ambizioso progetto MAGA. 

Trump ha segnato il 2026, il quarto di millennio dalla Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti, per poter ospitare i leader di Russia e Cina sul suolo americano e celebrare il mezzogiorno della sua ricerca della pace nel mondo. Le élite politiche europee, svezzate dall’ordine basato sulle regole liberal-globaliste, non riescono a comprendere le convinzioni radicate di Trump e il suo orrore per la guerra. 

La grande domanda ora è se la rissa senza precedenti alla Casa Bianca di ieri possa ritorcersi contro Zelenskyy, dal momento che Washington ha una notevole influenza su Kiev e data la forte dipendenza di quest’ultima dagli Stati Uniti per alcuni elementi critici della sua difesa.

Dopo il battibecco nello Studio Ovale, Zelenskyy ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui ammette che è “cruciale” per l’Ucraina avere il sostegno di Trump. Non si può escludere una ricucitura, ma il sistema transatlantico ha ricevuto un forte scossone, e ha fatto sì che la stragrande maggioranza dei paesi europei abbia espresso il proprio sostegno a Zelenskyy. In effetti, non c’è stata una voce solitaria a censurare Zelenskyy. La Gran Bretagna ha taciuto. Keir Starmer, primo ministro del Regno Unito, ospiterà domenica [2 marzo] un incontro dei leader europei a cui Zelenskyy dovrà partecipare. È improbabile che gli europei vadano oltre.  

In questo scenario desolante, la migliore speranza è che l’estromissione di Zelenskyy, che pare probabile, non sia un evento violento e sanguinoso, considerando le rivalità di potere all’interno del regime di Kiev. In ogni caso, la sua sostituzione potrebbe non essere una cosa terribile, poiché renderebbe necessarie le elezioni attese da tempo, e porterebbe all’emergere di una leadership legittima a Kiev, che ora è diventata una necessità estrema per far prevalere quello che Trump chiamerebbe “buon senso”. 

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