DALLA “KILL CHAIN” ALLA “KILL WEB”: COME LA CINA SI PREPARA ALLA GUERRA CON GLI STATI UNITI

DiOld Hunter

3 Giugno 2025
La “kill web” è la strategia militare avanzata della Cina per superare il tradizionale concetto di “kill chain” utilizzato dagli Stati Uniti. Mentre la “kill chain” è una sequenza lineare di azioni militari (individuazione, tracciamento, attacco), la “kill web” cinese è un sistema non lineare, distribuito e resiliente, basato su tecnologie avanzate e integrazione di sistemi. Hua Bin, analista geopolitico cinese, sostiene che la Cina sta costruendo capacità che la renderebbero in grado di sopraffare gli Stati Uniti in un potenziale conflitto, soprattutto in regioni come lo Stretto di Taiwan o il Mar Cinese Meridionale. Analisi di parte, non priva di una certa enfasi nazionalistica, ma pur tuttavia ben documentata.

di Hua Bin, substack, 3 giugno 2025    —    Sintesi dell’articolo a cura della Redazione

La “kill chain” è un processo militare lineare, vulnerabile a interruzioni se un solo anello della catena viene spezzato, spiega l’analista geopolitico cinese Hua Bin in un articolo su Substack pubblicato oggi. La Cina, invece, ha sviluppato una “kill web”, un sistema più complesso che integra molteplici piattaforme (satelliti, droni, navi, aerei, sensori) in una rete decentralizzata. La “kill web” consente alla Cina di mantenere capacità operative anche se alcune componenti vengono neutralizzate, grazie alla ridondanza e alla cooperazione tra sistemi. Questo approccio si basa su tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI), la guerra elettronica e i sistemi autonomi.

Investimenti in tecnologia militare

DALLA “KILL CHAIN” ALLA “KILL WEB”: COME LA CINA SI PREPARA ALLA GUERRA CON GLI STATI UNITI

Negli ultimi tre mesi (fino a gennaio 2025), la Cina ha presentato una serie di innovazioni militari, tra cui:

  • Due prototipi di caccia di sesta generazione.
  • Il primo porta-droni al mondo.
  • Aerei senza pilota ipersonici stealth per attacco e ricognizione.
  • Una nave da guerra senza equipaggio stealth.
  • Sistemi di difesa aerea a lungo raggio e armi a energia diretta.
  • Tecnologie per la guerra spaziale e il 5G militare.

Questi progressi sono stati accompagnati da test significativi, come il lancio del missile balistico intercontinentale DF-31AG nel settembre 2024, che dimostra la capacità della Cina di colpire il territorio statunitense in caso di conflitto nucleare.

Superiorità industriale e logistica

La Cina gode di un vantaggio industriale significativo rispetto agli Stati Uniti, con una capacità produttiva globale del 35% contro il 12% degli USA. Questo si traduce in una superiorità nella produzione di armamenti, droni, navi e altri materiali bellici. Le industrie statali cinesi possono essere rapidamente riconvertite per la produzione militare, a differenza del complesso militare-industriale statunitense, che l’autore critica per i costi elevati, i ritardi nella produzione e la dipendenza da appalti senza gara (es. il programma F-47 di Boeing).

La Cina ha dimostrato di poter sostenere guerre lunghe e costose, grazie alla sua capacità di produzione su larga scala e a costi inferiori, simile al vantaggio degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale.

Vantaggi geografici

Un eventuale conflitto si svolgerebbe vicino alle coste cinesi (es. Stretto di Taiwan o Mar Cinese Meridionale), dove la Cina può sfruttare missili a medio raggio, bombardieri e caccia basati a terra. La base statunitense più vicina, Guam, si trova a 4.800 km di distanza, rendendo le operazioni logistiche più complesse per gli USA.

Gli alleati regionali degli Stati Uniti (Giappone, Corea del Sud, Filippine) potrebbero esitare a partecipare attivamente a un conflitto, temendo ritorsioni cinesi.

Limiti della strategia statunitense

L’autore sostiene che la dottrina militare statunitense, orientata a guerre brevi e ad alta intensità contro avversari tecnologicamente inferiori (es. Iraq, Afghanistan), sia inadeguata per un conflitto con una potenza pari come la Cina.

Gli Stati Uniti soffrono di carenze nelle scorte di munizioni, dipendenza da lunghe catene di approvvigionamento e un’avversione alle perdite umane che potrebbe ostacolare la loro capacità di sostenere un conflitto prolungato.

Le esercitazioni militari (war games) condotte dal Dipartimento della Difesa statunitense negli ultimi dieci anni indicano che gli USA subirebbero una “sconfitta debilitante” in un conflitto vicino alla Cina, con variazioni solo nella velocità e nell’entità delle perdite.

Implicazioni strategiche

L’autore paragona la strategia cinese a quella degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, quando gli USA avrebbero “sconfitto” l’URSS facendola spendere fino al collasso economico. La Cina starebbe adottando un approccio simile, spingendo gli Stati Uniti a spese militari insostenibili (es. il programma F-47).

La Cina punta a “vincere senza combattere”, seguendo il principio di Sun Tzu, sfruttando la sua superiorità economica, tecnologica e industriale per indebolire gli Stati Uniti senza un conflitto diretto.

Conclusione

L’autore sostiene che la Cina stia superando gli Stati Uniti in termini di capacità militari, tecnologiche ed economiche, mentre gli USA mostrano segni di debolezza, come il panico generato dal successo di DeepSeek e le azioni protezionistiche contro le aziende cinesi.

La “kill web” cinese, combinata con la sua potenza industriale e la posizione geografica favorevole, rende la Cina un avversario formidabile, pronto a prevalere in un eventuale conflitto senza ricorrere a un’escalation nucleare, che l’autore considera una perdita per tutti.

Pur offrendo un’analisi dettagliata delle capacità militari e industriali cinesi, supportata da esempi concreti e dati aggiornati, l’articolo è fortemente di parte, con una narrazione che idealizza la Cina e demonizza gli Stati Uniti, senza affrontare in modo equilibrato i limiti o le sfide interne della Cina (es. corruzione, disuguaglianze sociali). Alcune affermazioni, come l’inevitabilità della vittoria cinese, appaiono speculative e probabilmente sottovalutano le capacità difensive degli Stati Uniti oltre alla loro capacità di allargare le alleanze.

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