IL PIÙ GRANDE FURTO DEL CAPITALISMO: I 21 TRILIONI DI DOLLARI CHE NESSUNO HA “PERSO” (perché sono stati rubati)

DiOld Hunter

29 Luglio 2025
Le revisioni contabili non ci salveranno quando saranno i ladri a scrivere le regole. Come l’imperialismo finanziarizzato ha trasformato il governo degli Stati Uniti in un’agenzia di riciclaggio di denaro e cosa prevedeva Marx riguardo a questa fase di collasso.

William Murphy, substack.com, 27 luglio 2025   —   Traduzione a cura di old hunter

Quando 21.000 miliardi di dollari spariscono dai conti pubblici, i progressisti gridano alla “corruzione”, mentre la sinistra dovrebbe chiedersi: dove va veramente il capitale sotto il tardo imperialismo? Dai bilanci neri del Pentagono alle startup della difesa della Silicon Valley, questo non è un difetto del capitalismo, ma il suo logico punto di arrivo.

Introduzione: Il fascino del denaro “mancante”

La cifra è sufficientemente impressionante da sfidare la comprensione: 21.000 miliardi di dollari di spese governative statunitensi non contabilizzate, come identificato da ricercatori come Catherine Austin Fitts. Per i commentatori mainstream, questo rappresenta o un fallimento burocratico o la prova di operazioni clandestine. Ma attraverso una lente marxista, questi fondi “mancanti” rivelano qualcosa di molto più sistemico: l’inevitabile fusione nel tardo imperialismo tra capitale statale e finanziario, dove i confini tra ricchezza pubblica e saccheggio privato si dissolvono.

Questa non è una storia di errori contabili, ma di saccheggio strutturale, un processo che Marx stesso aveva previsto quando descrisse la tendenza del capitale a “negare i propri limiti” tramite la finanziarizzazione. La questione da 21 trilioni di dollari, quindi, non è se il denaro sia scomparso, ma in che modo la sua scomparsa serva alla riproduzione del potere capitalista.

Il circuito ombra del capitale: dall’imperialismo alla finanziarizzazione

“Imperialismo: fase suprema del capitalismo” di Lenin fornisce il quadro di riferimento fondamentale: il capitale monopolistico si fonde inevitabilmente con lo Stato, creando un “complesso militare-industriale” (termine di Eisenhower) che opera al di là della responsabilità democratica. I trilioni “persi” del Pentagono – concentrati tra il 1998 e il 2015 – non sono un’anomalia, ma il risultato logico di questa fusione.

Consideriamo i meccanismi:

  • Bilanci in nero: la storia documentata della CIA sui finanziamenti off-book (dall’Iran-Contra al “denaro fantasma” post-11 settembre) rivela come i progetti imperialisti richiedano flussi di cassa non contabilizzati.
  • Corruzione da parte degli appaltatori: un audit del Pentagono del 2021 ha rilevato che Lockheed Martin e Raytheon fatturano regolarmente in eccesso del 30-40%, con perdite gestite tramite scappatoie per la “sicurezza nazionale”.
  • Riciclaggio offshore: le stesse reti finanziarie che sottraggono annualmente 1 trilione di dollari al Sud del mondo (TJN, 2023) riciclano il capitale attraverso i subappaltatori del Pentagono.

Questa non è corruzione, è la privatizzazione dello Stato stesso.

La distrazione di Epstein: piccola borghesia in un mondo di oligarchi

La tentazione di collegare questi fondi alle operazioni di ricatto di Jeffrey Epstein o alle “reti pedofile d’élite” fraintende la portata. L’impero da 500 milioni di dollari di Epstein è stato un errore di arrotondamento in questo sistema: la vera azione risiede nelle startup di intelligenza artificiale della Silicon Valley finanziate dal Dipartimento della Difesa (Palantir, Anduril) e nei mercati dei pronti contro termine overnight della Fed, dove 4.000 miliardi di dollari passano di mano ogni giorno.

Il concetto di capitale fittizio di Marx chiarisce la dinamica: il capitalismo finanziarizzato prospera sulla speculazione improduttiva, che si tratti di derivati o di miseria umana. Epstein non trafficava ragazze perché era malvagio, lo faceva perché il tardo capitalismo mercifica tutto, trasformando persino il trauma in garanzia (come documentato nell’inventario patrimoniale di Lehman Brothers del 2008, che includeva gli accordi per il traffico sessuale).

L’economia politica della “negazione plausibile”

Perché il Congresso tollera tutto questo? La risposta sta nell’analisi delle società per azioni contenuta nel terzo Volume del Capitale: il capitale diventa “un potere separato ed estraneo che domina la società”. L’esenzione dalla revisione contabile del Pentagono del 2016, approvata all’unanimità, non è stata una svista, ma una collusione, che ha garantito il flusso di valore verso:

  • Produttori di armi (che hanno visto le loro azioni aumentare del 300% dall’11 settembre)
  • Cartelli farmaceutici (contratti del Dipartimento della Difesa per 2,1 miliardi di dollari stipulati da Pfizer durante il COVID)
  • Monopoli tecnologici (partnership di Google sull’intelligenza artificiale con In-Q-Tel, società di facciata della CIA)

Persino riforme progressiste come il disegno di legge del 2023 “Audit the Pentagon” sono fallite in commissione, non per cospirazione, ma perché entrambi i partiti servono l’esigenza di opacità del capitale.

Oltre la riforma: il mito della “trasparenza” nel capitalismo

Le soluzioni liberali – più controlli, protezione dei whistleblower – non riescono a cogliere la base materiale del problema. Come osserva David Harvey in The New Imperialism, la finanziarizzazione richiede “accumulazione tramite espropriazione”, in cui la ricchezza pubblica viene strutturalmente convogliata in mani private. I 21.000 miliardi di dollari non sono “mancanti”, stanno funzionando esattamente come previsto:

  • Privatizzare la guerra (l’85% del personale del Pentagono è ora costituito da appaltatori)
  • Spoliazione delle attività del Sud del mondo (attraverso le trappole del debito del FMI)
  • Repressione dei finanziamenti (i senzatetto sono aumentati del 300% nelle città che ospitano i centri di ricerca e sviluppo del Dipartimento della Difesa)

Pretendere che si rendano conto delle proprie azioni senza abolire questo sistema è come pretendere che i proprietari di schiavi siano più buoni.

Conclusione: l’unico numero che conta è il potere di classe

Il discorso da 21 trilioni di dollari, per quanto sorprendente, rischia di trasformarsi in un vicolo cieco cospirativo. Il compito marxista è collegare questi punti in un’analisi materialistica: la fuga del capitale dalla responsabilità rispecchia la sua fuga dalla produzione alla speculazione. La soluzione non è trovare il denaro, ma impadronirsi dei mezzi di produzione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *