Fonte: Startmag

L’anglo-svedese AstraZeneca ha accettato di acquistare Icosavax, sviluppatore statunitense di vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (RSV), e ha offerto 15 dollari in contanti per azione, un premio del 43% rispetto all’ultima chiusura di Borsa, riferisce Reuters, ma aggiungerà fino a 5 dollari per azione se i prodotti sperimentali raggiungeranno determinati traguardi normativi e di vendita.
AstraZeneca è apparsa nel mercato nei vaccini co-sviluppando quello anti-Covid con l’Università di Oxford e alla fine del 2021 ha creato una divisione separata per la terapia con vaccini e anticorpi. Ora, l’acquisizione mira a rafforzare in questo ambito la pipeline dei suoi farmaci.
Icosavax infatti sta lavorando a un candidato vaccino combinato (IVX-A12) contro l’RSV e il metapneumovirus umano (hMPV). L’RSV è una delle principali cause di polmonite nei bambini e negli anziani, mentre l’hMPV causa infezioni del tratto respiratorio molto simili.
Se i risultati dovessero essere positivi, il potenziale vaccino sarebbe il primo contro l’RSV dell’azienda di Cambridge e si aggiungerebbe al suo attuale portafoglio RSV, che comprende Beyfortus, un farmaco sviluppato insieme a Sanofi che riduce dell’83% i ricoveri dei neonati.
Se IVX-A12 ottenesse l’approvazione si inserirebbe nella competizione con altri due giganti. Lo scorso giugno infatti l’Unione europea ha autorizzato Arexvy di GlaxoSmithKline (Gsk) per la prevenzione della malattia del tratto respiratorio inferiore (LRTD; malattie dei polmoni come bronchite o polmonite) provocata dal virus respiratorio sinciziale negli adulti di età pari o superiore a 60 anni.
E questa estate è arrivato anche il via libera per Abrysvo di Pfizer, un vaccino che protegge dalle malattie del tratto respiratorio inferiore (LRTD) causate dall’RSV negli over 60. È raccomandato, inoltre, alle donne durante la gravidanza per proteggere il bambino da LRTD dalla nascita fino a 6 mesi di età.
Nonostante il virus respiratorio sinciziale sia considerato dagli esperti un comune virus respiratorio che di solito causa sintomi lievi, può far sviluppare anche forme gravi in neonati o persone vulnerabili, come nel caso di anziani con diabete, malattie polmonari o cardiache. In Europa, infatti, tra gli over 65 causa ogni anno circa 250mila ricoveri e 17mila decessi in ospedale.

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