A dispetto del titolo acchiappaclic, un articolo tendenzioso, fuorviante e scientificamente discutibile, se non addirittura fallace. Ma intanto si apre la finestra di Overton e si mettono le mani avanti.

Titolo originale: Thousands Believe Covid Vaccines Harmed Them. Is Anyone Listening?, Apoorva Mandavilli, New York Times, 3 maggio 2024

“MIGLIAIA DI PERSONE CREDONO CHE I VACCINI ANTI-COVID LI ABBIANO DANNEGGIATI. C’È QUALCUNO CHE ASCOLTA? Tutti i vaccini hanno effetti collaterali almeno occasionali. Ma le persone che dicono di essere state danneggiate dai vaccini Covid credono che i loro casi siano stati ignorati”.

A dispetto del titolo acchiappaclic, un articolo tendenzioso, fuorviante e scientificamente discutibile, se non addirittura fallace. Nel momento stesso in cui finge di aprire il vaso di Pandora affrontando un argomento tabù (migliaia di americani stanno segnalando reazioni avverse post-vaccino, chi li ascolta, chi si occuperà di loro?), in realtà evita accuratamente di andare a fondo del problema. Anzi, leggendo si ricava la netta sensazione che il vero obiettivo sia ammettere il problema, ma solo in misura limitata, in modo da sfumarlo e relegarlo a fenomeno marginale. In nessun momento si mettono in discussione i pilastri che hanno guidato negli ultimi quattro anni la narrativa ufficiale. L’esempio utilizzato per aprire l’articolo è illuminante:

Pochi minuti dopo aver ricevuto il vaccino Johnson & Johnson contro il Covid-19, Michelle Zimmerman ha sentito un dolore correre dal braccio sinistro fino all’orecchio e giù fino alla punta delle dita. Nel giro di pochi giorni, era insopportabilmente sensibile alla luce e faticava a ricordare fatti semplici. Aveva 37 anni, un dottorato di ricerca in neuroscienze e fino ad allora riusciva ad andare in bicicletta per 20 miglia, tenere un corso di danza e tenere una conferenza sull’intelligenza artificiale, tutto nello stesso giorno. Ora, più di tre anni dopo, vive con i suoi genitori. Alla fine, le è stato diagnosticato un danno cerebrale, non può lavorare, guidare o persino stare in piedi per lunghi periodi di tempo.

Ossia, si usa l’esempio di uno dei vaccini meno utilizzati (Johnson&Johnson) e un caso in cui la reazione avversa si è manifestata fin dal momento dell’iniezione, dimenticando che la maggior parte dei casi sospetti di reazione avversa si sta manifestando a distanza di mesi se non anni dall’ultima somministrazione.

Verso la fine, si accenna vagamente alla paralisi di Bell e alla miocardite, ma si continua a suggerire che si tratta di casi per lo più rari:

A partire da aprile, poco più di 13.000 richieste di risarcimento per danni da vaccino sono state presentate al governo federale, ma con scarsi risultati. Solo il 19% è stato esaminato. Solo 47 di questi sono stati ritenuti idonei per il risarcimento e solo 12 sono stati pagati, con una media di circa 3.600 dollari.
[…]
Non esiste un archivio centrale dei destinatari dei vaccini, né delle cartelle cliniche, e non esiste un modo semplice per mettere in comune questi dati. Le segnalazioni al più grande database federale dei cosiddetti eventi avversi possono essere fatte da chiunque, su qualsiasi cosa. Non è nemmeno chiaro cosa dovrebbero cercare i funzionari.

Insomma, la disorganizzazione nella raccolta dei dati non aiuta. E poi ci sono i no-vax a rendere il tutto più caotico:

L’ascesa del movimento no-vax ha reso difficile per gli scienziati, dentro e fuori il governo, affrontare candidamente i potenziali effetti collaterali, hanno detto alcuni esperti. Gran parte della narrazione sui presunti pericoli dei vaccini anti-Covid è palesemente falsa, o almeno esagerata, preparata da sapienti campagne anti-vaccino.
Le domande sulla sicurezza dei vaccini Covid sono al centro della campagna presidenziale di Robert F. Kennedy Jr. Citando teorie smentite sull’alterazione del DNA, il chirurgo generale della Florida ha chiesto lo stop alla vaccinazione contro il Covid nello stato.
“La natura pura della disinformazione, la portata della disinformazione, è sconcertante, e qualsiasi cosa sarà distorta per far sembrare che non sia solo un effetto collaterale devastante, ma la prova di un massiccio insabbiamento”, ha detto il dottor Joshua Sharfstein, vice preside della Johns Hopkins University.
Tra le centinaia di milioni di americani che sono stati immunizzati per il Covid, alcuni avrebbero comunque avuto infarti o ictus. Alcune donne avrebbero abortito. Come distinguere quelli causati dal vaccino da quelli che sono coincidenze? L’unico modo per risolvere la questione è un’intensa ricerca.

Il meglio si possa dire è che si tratta di un’astuta apertura della finestra di Overton. Come noto, certe verità non si possono dire subito né dire apertamente. Meglio centellinarle un po’ alla volta, in modo che l’opinione pubblica si abitui per gradi, senza grandi scossoni, senza troppi stravolgimenti. Fino a quando, per dirla alla Schopenhauer, la verità indicibile verrà ammessa come un fatto scontato.

Non ultimo, un articolo del genere serve al New York Times come assicurazione per il futuro. Si suggerisce, ma non si afferma. Non si nega, ma nemmeno si asserisce. Sì, il problema esiste, ma no, non è esattamente quell’incubo che alcuni raccontano. Insomma, comunque andrà, si cadrà in piedi. Nella peggiore delle ipotesi, un giorno si potrà dire “Noi lo avevamo detto”.

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