L’AMMISSIONE CHE INCRIMINA BIDEN PER IL COINVOLGIMENTO DEGLI STATI UNITI NELL’OFFENSIVA CONTRO LA RUSSIA

DiRedazione

17 Agosto 2024

Editoriale di Strategic Culture Foundation – traduzione di Old Hunter

Questo ci avvicina il più possibile alla Terza Guerra Mondiale. Si ha la sensazione che solo la calma disciplina e la prudenza strategica della leadership russa stiano impedendo che il momento si trasformi in una catastrofe globale.

È mozzafiato quello che sta accadendo con l’offensiva nelle regioni di Kursk e Belgorod della Federazione Russa. È quanto di più vicino alla Terza Guerra Mondiale, se non addirittura già in corso. Questa settimana il presidente americano Joe Biden ha ammesso  il profondo coinvolgimento degli Stati Uniti nell’invasione della Russia da parte delle forze ucraine. L’ammissione ingenua e casuale è scioccante. Biden ha dichiarato ai media che i suoi funzionari erano in “costante contatto” con il regime di Kiev sull’offensiva iniziata il 6 agosto. Biden ha aggiunto con non celato piacere che quell’incursione ha creato un “vero dilemma” per il leader russo Vladimir Putin. Sembra probabile che l’offensiva estiva seguirà lo stesso sfortunato percorso dell’offensiva ucraina dell’anno scorso, che è iniziata nella principale zona di guerra del Donbass, una regione che in passato era l’Ucraina orientale ma che ora fa legalmente parte della Federazione Russa. L’offensiva dell’estate scorsa si è rivelata un disastro per le forze ucraine, poiché le superiori difese russe le hanno decimate. Come per l’offensiva di quest’estate, i media occidentali hanno molto pubblicizzato i guadagni iniziali. Ma l’ottimismo sta cedendo il passo alla realtà, in quanto le forze russe stanno contenendo questa incursione oltre frontiera e alla fine respingeranno le truppe ucraine. Ci sono notizie che la parte ucraina abbia perso oltre 2.000 uomini negli ultimi 10 giorni e abbia subito pesanti perdite di mezzi militari NATO andati distrutti. È tuttavia allarmante ciò che è stato intrapreso da un regime sostenuto dalla NATO. Questa è la prima volta che la Russia viene invasa da un nemico straniero dai tempi della Grande Guerra Patriottica, quando la Germania nazista ha cominciato la sua guerra genocida. Ironicamente, un punto di svolta in quella guerra è stato proprio nella regione di Kursk, quando l’Armata Rossa ha sconfitto la Wehrmacht. Il simbolismo degli eventi odierni a Kursk e Belgorod è terrificante. Qui abbiamo militanti ucraini che glorificano il Terzo Reich indossando elmetti nazisti mentre terrorizzano i civili russi. Le riprese video mostrano bombardamenti deliberati di case e condomini civili in quella che può essere descritta solo come una campagna di terra bruciata. Fino a 200.000 civili sono stati evacuati dalle regioni di Kursk e Belgorod. Le forze d’invasione sono equipaggiate con carri armati e veicoli blindati della NATO. Si tratta di un’incredibile eco della storia, in cui i carri armati tedeschi, britannici e americani si sono riversati sul suolo russo e hanno terrorizzato città e villaggi. Inoltre, secondo notizie attendibili, la fanteria nemica è composta da forze speciali della NATO provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Polonia, insieme ai neonazisti ucraini. In parole povere e scioccanti: la NATO ha invaso la Russia con una campagna terroristica che replica quella della Germania nazista. Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO sostengono ufficialmente di non essere coinvolti e che il regime di Kiev ha lanciato questo assalto in modo autonomo. Questa innocente finzione è spregevole. Questa doppiezza va avanti da troppo tempo. L’Occidente ha armato fino ai denti una forza per procura per attaccare la Russia sin dal colpo di Stato della CIA a Kiev nel 2014, culminato in una guerra aperta nel febbraio 2022. La capacità offensiva degli armamenti occidentali è aumentata senza sosta al punto che Washington, Londra, Parigi e Berlino forniscono missili a lungo raggio per colpire in profondità la Russia. E non solo, ma autorizzano pubblicamente l’uso di queste armi. La NATO ha consegnato i principali carri armati da battaglia e nelle ultime settimane caccia F-16 potenzialmente con capacità nucleari. Questa settimana Biden starebbe valutando di approvare la fornitura di missili JASSM lanciabili dall’aria che hanno una gittata di oltre 350 chilometri. La distanza da Sudzha, nella zona di Kursk, catturata questa settimana dalla NATO, a Mosca è di poco superiore ai 600 km. Non ci sono dubbi sul fatto che l’invasione della Russia sia un’offensiva firmata dalla leadership della NATO. Abbiamo la goffa ammissione di Joe Biden. Anche il regime di Kiev ha ammesso che i suoi protettori occidentali sono coinvolti nella pianificazione dell’invasione. Inoltre, Nikolai Patrushev, una delle figure di spicco dell’intelligence russa, ha dichiarato che la NATO sta partecipando all’invasione. Anche ex analisti del Pentagono concordano sul fatto che per poter attuare un’impresa militare così audace, il regime di Kiev avrebbe avuto bisogno dell’intelligence di sorveglianza e della logistica da parte degli Stati Uniti e di altri paesi della NATO. L’obiettivo strategico è dubbio. L’assalto fulmineo può aver guadagnato titoli sensazionali sui media occidentali e una nozione di successo ucraino. Ma queste avranno vita breve, dato che le forze russe si abbattono sul nemico con una potenza di fuoco impressionante, nonostante un centro di comando ucraino sia stato presumibilmente allestito a Sudzha. Anche i resoconti dei media occidentali ammettono che i progressi iniziali ucraino-NATO stanno rallentando. Ci sono anche resoconti occidentali che esprimono preoccupazione per il fatto che l’inutile incursione non farà altro che indebolire le linee ucraine già sovraccariche nella principale regione di battaglia del Donbass, il che accelererà l’avanzata della Russia in Ucraina. Mosca ha dichiarato che continuerà senza sosta al fine di sconfiggere il regime di Kiev. Come con l’offensiva di Kursk della Germania nazista, quella del regime sostenuto dalla NATO sarà giudicata una sconsiderata esagerazione. Le ultime riserve dei suoi migliori battaglioni a Kursk stanno subendo gravi perdite. Dal punto di vista della Russia, l’invasione della NATO di per sé non rappresenta una seria minaccia. È una barbara violazione del territorio russo e dei suoi cittadini. Ma l’attacco in sé non costituisce in alcun modo una minaccia alla sicurezza nazionale. Sarà affrontato duramente. Il modo migliore per definirlo è il disperato ultimo tiro di dadi da parte del proxy della NATO, come ha scritto questa settimana il nostro editorialista Finian Cunningham. Legalmente, secondo il diritto internazionale e la Carta delle Nazioni Unite, la Russia adesso ha tutto il diritto di reagire militarmente contro tutti i complici dell’ultimo attacco al suo territorio. Potenzialmente, questo vuol dire che l’esercito russo potrebbe colpire gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, la Germania e gli altri stati della NATO. Tutto questo è quanto di più vicino alla Terza Guerra Mondiale si possa immaginare. Si ha la sensazione che solo la calma disciplina e la prudenza strategica della leadership russa stiano impedendo che il momento si trasformi in una catastrofe globale. Possiamo però immaginare come reagirebbero i leader americani e della NATO se la situazione fosse capovolta e la Russia stesse in qualche modo orchestrando attacchi offensivi sul loro suolo. È bene mantenere la calma. Il regime di Kiev sta crollando a causa della corruzione interna e del dispotismo e le forze russe stanno avanzando costantemente per abbatterlo. Gli attacchi a Kursk e Belgorod, sebbene abominevoli, sono provocazioni per intensificare il conflitto. Sono le potenze occidentali al collasso che hanno bisogno di una guerra totale per salvarsi il collo da un fallimento storico e sistematico. Tuttavia, esiste un dilemma diabolico. C’è il rischio che le élite occidentali, sconsiderate, disperate e disconnesse, ingigantiscano la loro irrazionalità e provochino ancora di più la Russia. Questo sta accadendo perché Mosca è troppo stoica e misurata nelle sue reazioni. Tipico dell’irrazionalità è questo articolo dell’Atlantic Council dal titolo: “L’invasione della Russia da parte dell’Ucraina sta cancellando le ultime linee rosse di Vladimir Putin”. L’articolo, che senza dubbio riflette le fazioni del pensiero strategico occidentale, afferma in tono beffardo: “L’avanzata dell’esercito ucraino in Russia… rivela la vacuità delle linee rosse di Vladimir Putin e la follia dell’enfasi dell’Occidente sulla gestione di una escalation”. In una conclusione agghiacciante, aggiunge: “Ora che l’esercito ucraino ha superato l’ultima delle linee rosse di Putin e ha invaso la Russia senza scatenare la Terza Guerra Mondiale, non ci sono più scuse per limitare la capacità [di Kiev] di difendersi o per negare all’Ucraina le armi necessarie per vincere la guerra”. Pertanto, il contenimento dell’invasione della NATO da parte della Russia non è visto come un controllo della realtà su un folle assalto. Piuttosto, sta incoraggiando l’imperialismo occidentale a raddoppiare il suo gioco d’azzardo criminale con la sicurezza del mondo. In questo caso, potrebbe essere arrivato il momento in cui la Russia debba reagire in modo comprensibile per il suo nemico, la NATO. La moderazione ragionata della Russia viene follemente fraintesa come debolezza, incitando così una maggiore follia della NATO. Vladimir Putin una volta ha osservato che la cosa migliore da fare con i bulli, quando era giovane e stava crescendo a San Pietroburgo, era dar loro un pugno sul naso prima che gli sfuggissero di mano. Come dimostra questa settimana l’impudenza di Biden e degli altri leader occidentali, l’arroganza maligna degli Stati Uniti e della NATO nei confronti della Russia è quella di un insopportabile bullo che agisce sempre più sfacciatamente grazie all’impunità.

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