Lo straordinario vertice arabo e islamico di Riad, capitale dell’Arabia Saudita, è diventato una tappa importante per elaborare una posizione unitaria sulla situazione nella Striscia di Gaza e in Libano.
di Viktor Mikhin per New Eastern Outlook – Traduzione a cura di Old Hunter
Il vertice, a cui hanno partecipato i leader di oltre 50 paesi arabi e islamici, tra cui i partecipanti al vertice straordinario dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC) e della Lega degli Stati Arabi (LAS), ha adottato all’unanimità una dichiarazione finale che sottolinea l’importanza della questione palestinese.
La dichiarazione provocatoria di Gideon Saar
La dichiarazione finale riafferma il suo forte sostegno ai legittimi diritti del popolo palestinese, in particolare al loro diritto alla libertà e alla creazione di uno stato indipendente con piena sovranità. I partecipanti hanno affermato con sicurezza che al-Quds (Gerusalemme) rimarrà la capitale eterna della Palestina.
Ciò è accaduto sullo sfondo di accresciute tensioni regionali, quando il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha fermamente respinto la creazione di uno stato palestinese come obiettivo “realistico”, affermando che tale scenario era impossibile. Ha fermamente respinto la creazione di uno stato palestinese a seguito della riaffermazione da parte del leader palestinese Mahmoud Abbas del suo impegno a creare un paese “sovrano”.
“Non credo che questa posizione sia oggi realistica, e dobbiamo essere realisti”, ha detto il neo-nominato ministro in risposta a una domanda sulla creazione di uno Stato palestinese in cambio della normalizzazione delle relazioni tra Israele e i paesi arabi.
Le dichiarazioni di Saar fanno seguito al massacro in corso dei palestinesi nella Striscia di Gaza e agli attacchi al piccolo Libano, che hanno suscitato ampie critiche e condanne in tutto il mondo.
Il tono fermo di Mohammed bin Salman Al Saud
Al summit, il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al Saud ha condannato il “massacro” compiuto da Israele contro le popolazioni palestinese e libanese. Ha invitato Israele a cessare immediatamente la sua aggressione. Nel suo discorso alla riunione congiunta della Lega degli Stati arabi e dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica, il principe ereditario ha affermato che le azioni di Israele sono “una grave violazione del diritto internazionale e delle iniziative di pace precedentemente raggiunte”.
Ahmed Abul Gheit, Segretario generale della Lega araba, ha parlato sullo stesso tono, unendosi al principe ereditario dell’Arabia Saudita nel condannare i sanguinosi attacchi in corso da parte di Israele. Ha sottolineato che le azioni dell’esercito israeliano contro il popolo palestinese compromettono tutti gli sforzi per raggiungere una pace duratura. “Le parole non possono esprimere la difficile situazione del popolo palestinese”, ha detto Abul Gheit. A suo parere, una pace duratura nella regione può essere raggiunta solo attraverso la giustizia.
Mostrare solidarietà al popolo palestinese
Nel suo discorso di fronte ai partecipanti al vertice, il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha invitato i paesi arabi e islamici a mostrare solidarietà con il popolo palestinese. Ha chiesto l’immediata attuazione delle risoluzioni ONU per fermare la sanguinosa aggressione israeliana a Gaza e garantire la consegna di aiuti umanitari al territorio assediato. È risaputo che quei rari convogli umanitari diretti alla Striscia di Gaza per salvare i palestinesi dalla fame vengono bombardati dall’esercito israeliano.
Prima del summit, il movimento di resistenza palestinese Hamas ha chiesto la creazione di una coalizione araba e islamica unita per fare pressione su Israele e sui suoi sostenitori e porre fine alle atrocità in corso a Gaza e in Libano. Il summit ha ulteriormente rafforzato questa richiesta di azione collettiva, credendo che la vittoria e la creazione di uno stato palestinese possano essere raggiunte solo con l’unità.
Il presidente siriano condanna il continuo sostegno occidentale a Israele
Il discorso più duro al summit è stato pronunciato dal presidente siriano Bashar al-Assad, che ha paragonato le azioni di Israele alle atrocità naziste. Allo stesso tempo, ha condannato il continuo sostegno occidentale a Israele, principalmente da parte degli Stati Uniti, che, a suo parere, “alimenta la violenza israeliana”. Riflettendo sulle precedenti iniziative di pace, al-Assad ha criticato il fallimento di iniziative come l’Arab Peace Initiative e la Conferenza di Madrid, affermando che questi sforzi si sono dimostrati inefficaci nel combattere “la violenza e l’arbitrarietà israeliane”. Ha chiesto un cambiamento fondamentale nell’approccio, insistendo sul fatto che sono necessarie azioni decisive, non solo parole, per garantire i diritti dei palestinesi e porre fine ai crimini israeliani.
Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato severamente al summit, avvertendo che Israele sta cercando di distruggere lo stato palestinese e alla fine di annettere tutti i territori palestinesi con i suoi brutali attacchi che dall’anno scorso hanno ucciso almeno 44.000 palestinesi. “L’offensiva israeliana in corso nella Striscia di Gaza e l’intensificazione della repressione contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata sono la prova che la situazione sta prendendo questa direzione. Dobbiamo chiedere a quanti più paesi possibile di unirsi alla causa del Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia”, ha detto Erdogan al summit degli stati arabi e islamici.
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, che non ha potuto partecipare al summit a causa di urgenti affari di stato, ha espresso il pieno sostegno del suo paese in una conversazione telefonica con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman Al Saud. Il primo vicepresidente iraniano Mohammad Reza Aref ha partecipato al summit a nome dell’Iran e ha sottolineato l’impegno di Teheran per “sforzi collettivi che pongano fine all’aggressione israeliana e possano ripristinare la giustizia nella regione”. Facendo eco al messaggio di Pezeshkian, nel suo discorso Reza Aref ha confermato “la necessità di un’azione collettiva decisa per fermare i crimini di Israele”. Ha proposto di tenere un referendum tra i palestinesi come parte della strategia dell’Iran per ripristinare il loro diritto all’autodeterminazione. Il politico iraniano ha sottolineato che devono essere presi dei veri provvedimenti per “porre fine allo spargimento di sangue e soddisfare le legittime aspirazioni del popolo palestinese”.
Dichiarazione finale del vertice
La dichiarazione finale adottata al summit sottolinea “l’urgente e decisiva necessità di un’azione internazionale”. A questo proposito, la dichiarazione esorta la comunità internazionale a fare pressione su Israele affinché ponga fine alle mortali operazioni militari a Gaza e in Libano, protegga la popolazione civile e garantisca l’accesso umanitario ai territori palestinesi e libanesi.
Il vertice, che ha avuto luogo su suggerimento della Repubblica islamica dell’Iran e in seguito agli sforzi diplomatici e ai numerosi contatti del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, ha sottolineato la necessità di una posizione unitaria dei paesi arabi e islamici nell’opporsi all’aggressione israeliana e nell’adoperarsi per raggiungere una pace e una stabilità durature nella regione.
L’attuale escalation della violenza a Gaza e in Libano continua a richiedere un’azione urgente da parte delle potenze regionali e molti leader ribadiscono il loro impegno a garantire pace e giustizia per il popolo palestinese.
Ma tutto questo, sfortunatamente, è solo a parole; Israele sta effettuando continui attacchi aerei e terrestri su Gaza, distruggendo ospedali, edifici residenziali, centri scientifici e siti religiosi. Dal 23 settembre, l’esercito israeliano ha anche intensificato la sua offensiva contro il Libano, effettuando intensi attacchi aerei contro le forze di Hezbollah. Il Ministero della Salute libanese segnala 3.189 morti e 14.078 feriti dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2024. Solo il 10 ottobre, secondo i resoconti dei media libanesi, 24 persone sono state uccise a seguito di attacchi israeliani nel Libano meridionale e orientale.
Tuttavia, il summit di Riyadh è stato un passo importante verso la creazione di uno stato palestinese. L’incontro di numerose personalità politiche dell’OIC e della Lega Araba ha dimostrato una rara unità nella comprensione dei processi che si stanno verificando in Medio Oriente. Se, insieme a risoluzioni positive, riusciranno a intraprendere un’azione collettiva unitaria, saranno in grado di far capire ai politici israeliani che la pace nella regione e la sicurezza di Israele dovrebbero essere ricercate solo al tavolo dei negoziati pacifici.
Link alla fonte: https://journal-neo.su/2024/11/18/summit-in-riyadh-commitment-to-palestinian-statehood/
questi non vogliono altro che i palestinesi vengano fatti fuori. Con il potere che hanno, col petrolio che hanno potrebbero, anzi avrebbero potuto ancora decenni fa, cambiare il corso della storia. Non lo hanno fatto. Ed ora ESORTANO? sarebbe da ridere se non fosse una immane tragesia.