
di Larry C. Johnson, sonar21.com, 4 giugno 2025 — Traduzione a cura di Old Hunter
Traduzione:
“Ho appena terminato di parlare telefonicamente con il Presidente russo Vladimir Putin. La telefonata è durata circa un’ora e 15 minuti. Abbiamo discusso dell’attacco agli aerei russi parcheggiati, da parte dell’Ucraina, e anche di vari altri attacchi perpetrati da entrambe le parti. È stata una buona conversazione, ma non una conversazione che porterà alla pace immediata. Il Presidente Putin ha affermato, e con molta decisione, che dovrà rispondere al recente attacco ai campi di aviazione. Abbiamo anche discusso dell’Iran e del fatto che il tempo stringe per quanto riguarda la decisione dell’Iran di dotarsi di armi nucleari, che deve essere presa rapidamente! Ho detto al Presidente Putin che l’Iran non può avere un’arma nucleare e, su questo, credo che fossimo d’accordo. Il Presidente Putin ha suggerito che parteciperà alla discussione con l’Iran e che potrebbe, forse, essere utile per giungere a una rapida conclusione della questione. Ritengo che l’Iran abbia tardato a prendere una decisione su questa importantissima questione e avremo bisogno di una risposta definitiva in tempi molto brevi!”
Che differenza può fare una settimana! All’inizio della scorsa settimana, Donald Trump aveva definito “pazzo” Vladimir Putin e aveva affermato che il 24 e il 25 maggio aveva colpito senza giustificazione l’Ucraina con droni e missili. Se Trump ignorasse davvero i fatti che hanno provocato l’attacco russo quel fine settimana o stesse fingendo di non esserne informato, rimane una questione controversa. Ma questo accadeva allora.
Ora Trump e il suo team stanno cambiando idea. Seguiamo la cronologia dei fatti:
Dopo due attacchi terroristici ucraini ai ponti di Kursk e Bryansk (nel caso di quest’ultimo, il ponte è crollato su un treno passeggeri civile, uccidendo sette persone) e l’attacco dei droni di domenica a cinque aeroporti russi che ospitano bombardieri strategici russi, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha telefonato al segretario di Stato americano Marco Rubio nella tarda serata del 1° giugno 2025.
La versione edulcorata del Dipartimento di Stato sostiene che Lavrov volesse discutere del conflitto in corso in Ucraina e dei prossimi colloqui di pace previsti per il 2 giugno a Istanbul. Che, durante il colloquio, entrambi i funzionari avrebbero esaminato diverse iniziative volte a risolvere la crisi e sottolineato l’importanza di negoziati diretti tra Russia e Ucraina. Il Segretario Rubio ha ribadito l’impegno del Presidente Donald Trump a sostenere colloqui che portino a una pace duratura e ha espresso le sue condoglianze per le vittime dei recenti attacchi nelle regioni russe al confine con l’Ucraina. Sì, Lavrov se ne stava seduto in pigiama e ha deciso di telefonare a Marco per una chiacchierata informale. È questa sarebbe la storia che dovremmo ingoiare?
Ed ecco cosa penso sia accaduto realmente… Lavrov, su ordine di Vladimir Putin, ha chiamato Rubio per consegnargli un messaggio severo e un avvertimento al presidente Trump. Lavrov ha espresso la profonda preoccupazione di Putin per il ruolo svolto dagli Stati Uniti nel rendere possibili questi attacchi e ha affermato che il governo russo era pronto a intervenire con forza perché l’attacco agli aeroporti rappresentava una minaccia diretta alle capacità nucleari della Russia. Lavrov stava inviando un messaggio semplice e netto: la Russia punirà l’Ucraina e qualsiasi paese abbia fornito assistenza, sia materiale che di intelligence, a questo atto di guerra. Sono convinto che Marco abbia recepito il messaggio.
Il giorno successivo, il 2 giugno, il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, ha incontrato il Ministro della Difesa ucraino, Rustem Enverovych Umerov, in vista dell’incontro formale tra le delegazioni dei due Paesi. Medinsky ha consegnato un ultimatum a Umerov: questa è la sua ultima possibilità di accettare l’accordo, altrimenti andrà incontro a conseguenze peggiori.
Trump è stato insolitamente silenzioso sui social media lunedì e martedì. Credo che si sia allarmato per il messaggio di Lavrov e, incontrando i suoi principali consiglieri per la sicurezza nazionale, abbia cercato di capire come disinnescare la situazione.
Il primo indizio l’abbiamo avuto martedì, quando il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha annunciato che non avrebbe partecipato alla riunione del 4 giugno dell’Ukraine Defense Contact Group (UDCG). L’assenza del Segretario Hegseth alla riunione del 4 giugno 2025 a Bruxelles ha segnato la prima volta che un capo della Difesa statunitense non ha partecipato a una sessione dell’UDCG. Hegseth non aveva partecipato di persona alla riunione precedente, ma era intervenuto su Zoom.
Poi è arrivato mercoledì 4 giugno. Non sappiamo chi abbia dato il via alla chiamata tra Donald Trump e Vladimir Putin, ma scommetto sia stato Trump. Ho pubblicato il post di Trump su Truth Social a proposito di quella conversazione in testa a questo articolo.
Concentriamoci sulla versione di Trump di quello scambio:
Abbiamo discusso dell’attacco agli aerei russi parcheggiati, dell’attacco ucraino e di vari altri attacchi perpetrati da entrambe le parti. È stata una conversazione proficua, ma non tale da portare a una pace immediata. Il presidente Putin ha affermato, e con molta decisione, che dovrà rispondere al recente attacco agli aeroporti.
Putin sa bene che l’Iran non possiede un’arma nucleare, perché ha firmato un accordo di sicurezza con il presidente iraniano il 17 gennaio 2025, che prevedeva che la Russia avrebbe collaborato con l’Iran allo sviluppo pacifico dell’energia nucleare. Trump ha bisogno di una vittoria sul fronte della politica estera e, se sarà intelligente, accetterà di farsi aiutare dalla Russia a raggiungere un accordo accettabile per l’Iran.
Oggi ho discusso della situazione in Iran con Danny Davis: