COME LA CINA SCONVOLGERÀ IL SETTORE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

DiOld Hunter

28 Marzo 2025
La strategia cinese per l’intelligenza artificiale è la stessa in ogni settore: vincere cambiando la propria economia

di Hua Bin per il suo huabinoliver.substack.com     –   Traduzione a cura di Old Hunter

Da quando ho pubblicato i saggi in tre parti sulle tendenze chiave dello sviluppo dell’AI in Cina, ho incontrato alcuni direttori d’azienda fortemente coinvolti negli investimenti in AI nel paese. Dalle conversazioni, è emersa una panoramica della strategia delle aziende cinesi di AI, che si è incastrata nelle mie previsioni. In breve, i player dell’IA in Cina intendono avere successo nello stesso modo delle aziende cinesi di EV, fotovoltaiche e biofarmaceutiche, che vincono cambiando l’economia di queste attività. In parole povere, intendono surclassare la concorrenza rendendo l’adozione dell’IA su larga scala e a basso costo, neutralizzando i rivali che hanno un modello di business ad alto costo e alto margine.

Contesto

Dal 2018, il governo degli Stati Uniti ha tentato di strangolare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale cinese tramite il controllo delle esportazioni di chip e vietando l’accesso ai modelli di intelligenza artificiale più avanzati sviluppati negli Stati Uniti. Il lancio di DeepSeek ha spezzato la morsa e ha dimostrato la resilienza e la capacità di innovazione della Cina.

Successivamente, il governo degli Stati Uniti ha iniziato a vietare DeepSeek nelle agenzie governative e OpenAI sta facendo pressioni per vietare ampiamente e ovunque DeepSeek negli Stati Uniti. È inoltre concepibile che il regime statunitense faccia pressione sui suoi stati clienti affinché anche loro vietino DeepSeek, come è stato fatto fatto con Huawei. È anche probabile che simili restrizioni vengano imposte ad altre aziende cinesi di intelligenza artificiale.

La risposta delle aziende cinesi è interessante. Dal lancio di DeepSeek, c’è un’ondata di modelli di intelligenza artificiale ad alte prestazioni in arrivo dalla Cina: Qwen di Alibaba, Doubao di ByteDance, Hunyuan di Tencent, Ernie di Baidu. A differenza dei loro concorrenti statunitensi, questi modelli di intelligenza artificiale sono open source e gratuiti: in sostanza, vengono dati a chiunque nel mondo affinché li possa scaricare, modificare e integrare. Perché lo fanno e qual è la strategia alla base?

Confronto delle strategie

Dall’uscita di ChatGPT nel novembre 2022, i giganti della tecnologia statunitense come OpenAI, Microsoft, Google e Meta hanno perseguito la stessa strategia: hanno accumulato i chip AI più avanzati di Nvidia, investito decine di miliardi in data center, sviluppato LLM proprietari chiusi e applicano tariffe di abbonamento o licenza elevate per monetizzare i loro prodotti.

Queste aziende tecnologiche trattano l’IA come una risorsa esclusiva, limitando l’accesso ai loro modelli più potenti dietro paywall. OpenAI, Google DeepMind e Anthropic limitano l’accesso completo ai loro modelli di IA più avanzati, offrendoli tramite abbonamenti a pagamento e accordi aziendali. Questi programmi di IA sono valutati molti miliardi di dollari in quanto gli investitori si aspettano rendimenti sproporzionati.

In pratica, l’investimento in AI delle aziende della Silicon Valley si basa su un modello di business ad alto costo e alto margine, protetto da un fossato di proprietà intellettuale. Il modello di business è ulteriormente rafforzato dai requisiti di investimento proibitivi per il calcolo grezzo, accessibili solo ai giganti della tecnologia più ricchi del mondo e che prevengono efficacemente qualsiasi concorrenza.

La strategia della Cina è esattamente l’opposto. Negando l’accesso alle risorse di elaborazione all’avanguardia, anche le più grandi aziende cinesi sono costrette a trovare soluzioni innovative per sviluppare modelli ad alte prestazioni senza usare i chip più avanzati. Invece della elaborazione grezza, le aziende cinesi si sono concentrate sull’ingegneria intelligente e sulle ottimizzazioni algoritmiche per sviluppare i loro modelli di intelligenza artificiale. Poiché i loro modelli stanno iniziando a raggiungere la parità con i modelli statunitensi, hanno deciso di rendere open source il loro prodotto per mettere in comune le risorse di tutti gli sviluppatori e accelerare i miglioramenti.

Questo approccio presenta diversi distinti vantaggi:

  • Bassa dipendenza dai chip AI più avanzati
  • Bassa necessità di capex [1]
  • Decentralizzare lo sviluppo per sfruttare il bacino globale di talenti dell’intelligenza artificiale
  • Consentire agli sviluppatori che hanno accesso ai migliori chip di contribuire al perfezionamento del modello
  • Iterazioni più rapide. L’IA avanza attraverso l’iterazione. Ogni nuova release si basa sulla precedente, affinando le debolezze, espandendo le capacità e migliorando l’efficienza.

Grazie all’open sourcing, le aziende cinesi di intelligenza artificiale stanno creando un ecosistema in cui gli sviluppatori globali migliorano costantemente i loro modelli, senza farsi carico di tutti i costi di sviluppo.

Un simile approccio rimodellerà radicalmente l’economia dell’IA. Se l’IA open source diventasse potente quanto i modelli statunitensi proprietari, la capacità di monetizzare i modelli fondamentali dell’IA verrebbe neutralizzata. Perché pagare per modelli chiusi se esiste un’alternativa gratuita, aperta e altrettanto capace?

Rendendo gratuiti e abbondanti i modelli fondamentali di intelligenza artificiale, le aziende cinesi distruggeranno il modello di business a pagamento, costituito da sistemi chiusi e proprietari basati su enormi investimenti in conto capitale.

Come ulteriore vantaggio, una mossa del genere ridurrà la rilevanza del controllo dei chip e annullerà i vantaggi finanziari delle aziende statunitensi di intelligenza artificiale.

Naturalmente, il modello di IA open source gratuito non è un fine in sé. L’obiettivo finale dei player cinesi dell’IA è spostare l’IA dai modelli fondamentali alle applicazioni in cui la Cina ha vantaggi intrinseci: dati e mercato. La monetizzazione avverrà a livello di applicazione man mano che l’IA viene integrata nei settori e nei casi d’uso dei consumatori.

Invece di fare soldi con i modelli di IA, le aziende cinesi di IA genereranno entrate e profitti vendendo soluzioni di IA, costruendo IA incarnata e incorporando l’IA in beni e servizi di consumo. Vasti bacini di profitto sono possibili con umanoidi, guida autonoma, infrastrutture intelligenti, applicazioni manifatturiere e sanitarie e altro ancora.

Il governo cinese sta già accelerando l’applicazione della tecnologia AI nelle aziende statali, dalle telecomunicazioni alle banche, ai porti e all’energia, ai servizi pubblici come ospedali, scuole e uffici governativi. Anche le aziende private cinesi nei settori automobilistico, elettronico, farmaceutico e dei beni di consumo stanno abbracciando l’AI. Una volta raggiunta l’adozione di massa, l’AI sarà onnipresente ed economica.

Naturalmente, la natura open source dei modelli di intelligenza artificiale cinesi stimolerà la concorrenza di altri paesi, poiché tutti competono a un livello di gioco uniforme. La scommessa della Cina è che, man mano che i modelli vengono perfezionati e aggiornati continuamente, tutti nell’ecosistema ne possano trarre vantaggio. Ed è probabile che la Cina ne trarrà il massimo vantaggio, poiché ha il mercato più grande e la maggior parte dei dati, essenziali per sviluppare le migliori applicazioni della categoria.

Se la Cina riuscisse in questo intento, il suo successo nell’intelligenza artificiale rappresenterebbe un’altra vittoria, esemplificata di recente dal settore dei veicoli elettrici, che ha vinto la gara “cambiando corsia” e battendo in astuzia la concorrenza.

  1. Capex (dal inglese CAPital EXpenditure, in italiano spese in conto capitale) indica in economia aziendale l’ammontare del flusso di cassa che un’impresa impiega per acquistare, mantenere o sviluppare le proprie immobilizzazioni operative, come edifici, terreni, impianti o attrezzature.

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