9 maggio 1978: viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani a Roma. 9 maggio 2024: a Morcone (BN) si apre una tre giorni interamente dedicata alla sua figura. Tre giorni densissimi di dibattiti, riflessioni e con la proiezione del film Non è un caso, Moro. Ne parliamo con due degli organizzatori.

9 maggio 1978, una data difficile da dimenticare: viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani a Roma. Fra pochi giorni, il 9 maggio 2024, a Morcone (BN) si apre una tre giorni interamente dedicata alla sua figura. Tre giorni densissimi di dibattiti, riflessioni e con la proiezione del film Non è un caso, Moro. Un’occasione per conoscere più a fondo non solo il politico e tutte quelle vicende “oscure” che si celano dietro il suo rapimento e la sua uccisione, ma anche l’uomo grazie ad ospiti che lo hanno conosciuto personalmente. L’importante evento è ideato e curato da Il Cuneo, La Forza che Libera, con referenti Nicola Inglese, Mirella Iammarone ed Elia Menta.

Per tutti coloro che comunque non potessero raggiungere Morcone per le serate, segnaliamo che sul Canale YouTube de Il Cuneo saranno in seguito resi disponibili i dibattiti integrali. Già da ora però vi invitiamo a guardare il Canale dove trovate diverse interviste e video di approfondimento, sia sull’evento di quest’anno che su quello organizzato lo scorso settembre.

E adesso facciamo due chiacchiere con Nicola e Mirella per scoprire i dettagli del loro progetto e dell’evento di quest’anno dedicato ad Aldo Moro.

Raccontateci prima che cos’è Il Cuneo, La Forza che Libera e da quale urgenza nasce.

Il Cuneo è un movimento spontaneo che nasce da un forte senso di consapevolezza e responsabilità e che intende incidere sia a livello culturale che politico; alcune persone, noi compresi, si sono rese conto che un impegno vero non può che partire dalle comunità. Questo non vuol dire che non si può incidere a livello più alto ma è inutile pensare di poterlo fare se non si inizia prima dalle piccole comunità, riappropriandosi dei territori e del loro patrimonio storico, culturale, umano.

Ecco, Il Cuneo nasce da questa consapevolezza e da questo senso di responsabilità con l’intento di incidere sulle relazioni, perché una comunità non vive se non si basa sulle relazioni.

Nella vostra pagina Facebook scrivete che «è tempo di incunearsi tra la rassegnazione e la sfiducia, è tempo di impegnarsi in prima persona, con generosità e concretezza». Secondo voi quali sono i motivi profondi di questa apatia che va superata? E come lavorare per superarla?

L’apatia e la rassegnazione partono da lontano. È stato fatto di tutto per far sentire le persone “piccole”, c’è un’autorità per ogni cosa, una legge per ogni cosa; una vita sempre più burocratizzata, tecno/burocratizzata, pre/indirizzata in ogni istante e sfuggire a tutto ciò, sembra impossibile, anzi inutile.

Questo ha indotto, nel tempo, un senso di impotenza maturato anche dalla consapevolezza che le elezioni politiche non cambiano, di fatto, nulla. Ciò comporta rassegnazione ed un senso d’impotenza che pervade e regola ogni aspetto della vita, insieme ad un altro grande nemico: la paura. La paura di perdere qualcosa se ci si espone, se si dissente, se si propone; una paura indotta ad arte tramite il “principio di scarsità” e dal conseguente egoismo teso a proteggere ciò che già si possiede e che porta a diffidare degli altri.

Noi non ci rassegniamo: l’anelito di libertà, l’esigenza di esprimere ciò che si ha dentro e che non cozza con l’autorità, qualora anch’essa sia mossa dalla Verità, è insopprimibile in quanto iscritto nell’essere umano.

Lavoriamo su questa direttrice

Questo è il secondo Cuneoevento dopo quello dello scorso anno. Questa volta avete scelto di focalizzarvi sulla figura di Aldo Moro. Perché ritenete sia fondamentale parlare di questa figura?

Intanto va detto che il Cuneoevento si focalizza – è vero – sul territorio, noi però cerchiamo di dare sempre una chiave di lettura più ampia rispetto a quella che può riguardare la sola realtà locale. Entrambi gli eventi sono collegati da un’unica parola: la verità (il titolo del primo evento era “La verità viaggia sui binari dell’ovvio”). È questa la cornice entro cui ci muoviamo. Il caso Moro si presta perfettamente, non solo a commemorare l’uomo e lo statista, ma anche per altri due aspetti importanti; il primo è che da quella data si cominciò ad imporre ancora di più, attraverso i media, il concetto di “verità di Stato”, il secondo è che esso decretò un definitivo cambiamento della politica. I vecchi partiti, ben consapevoli che l’Italia fosse una colonia, nonostante questo tentavano di fare, per quanto possibile, gli interessi nazionali; dopo l’uccisione di Aldo Moro la politica cambiò in direzione di un totale asservimento ai poteri sovranazionali.

L’evento si svolge nell’arco di tre giorni. Ci spiegate nel dettaglio il percorso e gli ospiti?

Parlando di una figura come quella di Aldo Moro non si poteva pensare di liquidare tutto in una sola serata; l’uomo, il momento storico e politico, quello che accadde dopo, la storia stessa del rapimento e dell’uccisione non potevano assolutamente essere racchiusi nel breve tempo di qualche ora.

Tutti gli argomenti che affrontiamo, sono proposti con questo spirito ovvero il dare un ampio respiro a ciò che viene trattato.

Nella prima serata partiamo, non a caso, all’interno di una chiesa perché Moro era un cattolico; ed abbiamo scelto una chiesa al cui interno è stata realizzata una “Via crucis” in cui – in una delle stazioni, quella della deposizione di Cristo – è stato raffigurato dall’artista proprio Aldo Moro. Proseguiremo con 3 ex sindaci di Morcone che, essendo stati democristiani, possono ricordare – attraverso la loro testimonianza – il prima, il durante ed il dopo Moro.

La seconda serata ospiterà la proiezione del film Non è un caso, Moro di Tommaso Minniti, con la ricostruzione di ciò che avvenne ed importanti retroscena.

Nella terza serata ci saranno due ospiti, l’On. Gero Grassi, promotore della commissione Moro e l’Avv. Augusto Sinagra che lo ha conosciuto da vicino; due personaggi provenienti da ideologie contrapposte ma che la figura di Aldo Moro unisce in nome di quell’onestà intellettuale che si deve quando ci si muove nell’ambito di una, ormai dimenticata, etica politica.

La nostra “filosofia” è sempre questa: dare una visione ampia, da tutti i punti di vista e tutte le angolazioni.

Cosa vorreste che restasse al pubblico che parteciperà?

Quello che vorremmo che restasse al pubblico è di non accontentarsi delle informazioni che vengono divulgate dal mainstream, ma andare comunque ad informarsi anche altrove, senza preconcetti e senza filtri, perché solo così si può scoprire una realtà spesso completamente diversa ed allora sì che la rassegnazione comincia a svanire, si capisce che qualcosa è possibile fare e ritorna la speranza di costruire una società e delle comunità migliori.

Qui l’elenco completo degli ospiti

Elia Menta (esperto di sistemi di dominio)

Tommaso Paulucci (sindaco di Morcone 1970-1985 / 1993 – 1995, segretario provinciale DC 1985/1994 e redattore del periodico La Cittadella)

Ruggiero Cataldi (sindaco di Morcone 1985 – 1993, Direttore del periodico Il Murgantino e Presidente dell’Associazione Adotta il tuo Paese)

Aurelio Bettini, cultore della figura di Aldo Moro (sindaco di Morcone 1995 – 2000)

Tommaso Minniti (attore e regista; autore del film Non è un caso, Moro)

On. Gero Grassi (ex vicepresidente del gruppo PD alla Camera con delega al Caso Moro e promotore della proposta di legge per l’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro)Avv. Augusto Sinagra (magistrato ordinario dal 1965 al 1980 e poi prof. Ordinario di Diritto Internazionale e Diritto dell’unione Europea c/o l’università “La Sapienza” di Roma)

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