Di Rhoda Wilson per The Exposé – traduzione a cura di Old Hunter
Le identità digitali non necessitano di carte d’identità fisiche. I dati biometrici – riconoscimento facciale, riconoscimento delle impronte digitali, persino riconoscimento dell’andatura per identificare coloro che indossano mascherine – rendono le carte d’identità obsolete.
Quella seguente è la pagina 4 di The Light (numero 44, aprile 2024 [1]) pubblicato da The Light Paper [2], una pubblicazione mensile finanziata da comuni cittadini che può essere letta online o di cui è possibile ordinarne copie stampate per la spedizione all’indirizzo prescelto, in qualsiasi parte del mondo.
Il carcere di sorveglianza prende forma
Il riconoscimento facciale ci sta trasformando in carte d’identità ambulanti.
Articolo di Donna Rachel
Quando Harvey Eugene Murphy Jr. è andato nel suo stato natale, il Texas, per ottenere il rinnovo della patente di guida, non avrebbe mai immaginato che il viaggio lo avrebbe portato ad essere ingiustamente arrestato e poi aggredito in prigione.
Eppure questo è esattamente quanto è accaduto a questo nonno 61enne grazie alla dipendenza della polizia di Houston dalla tecnologia di riconoscimento facciale.
Murphy è stato arrestato per una rapina a mano armata in un negozio Sunglass Hut a Houston. Ma mentre i veri ladri fuggivano con migliaia di dollari in contanti e merci, Murphy era tornato a casa in California, lontano dalla scena del crimine. Quando l’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Harris in Texas lo ha capito, era già troppo tardi: in prigione tre uomini avevano aggredito sessualmente Murphy in un bagno, lasciandolo con ferite permanenti.
“La storia del signor Murphy è preoccupante per ogni cittadino di questo paese”, ha detto Daniel Dutko, un avvocato che rappresenta Murphy. “Qualsiasi persona potrebbe essere ingiustamente accusata di un crimine a seguito di una identificazione basata su un software di riconoscimento facciale soggetto a errori, proprio come è successo a lui”.
Se pensate che cose del genere non potrebbero mai accadere nel Regno Unito, ripensateci. Alcune forze di polizia britanniche utilizzano già la tecnologia di riconoscimento facciale. La polizia metropolitana di Londra la usa abitualmente per le strade. È stata utilizzata anche l’anno scorso per osservare la folla all’Incoronazione del Re, in una partita Arsenal-Tottenham, in un concerto di Beyoncé e persino nel giorno del Gran Premio di F1 a Silverstone.
Secondo il gruppo per le libertà civili Big Brother Watch, da quando la polizia metropolitana ha iniziato a utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale, l’85% di tutte le corrispondenze identificate dal sistema erano sbagliate. Il dato della polizia del Galles del Sud è ancora peggiore: il 90% delle corrispondenze erano errate. “Abbiamo assistito [personalmente] a persone fermate ingiustamente dalla polizia perché il riconoscimento facciale le aveva erroneamente identificate”, ha affermato il gruppo in un rapporto.
Nonostante questi numeri disastrosi, lo scorso ottobre il ministro della polizia Chris Phelps ha scritto ai capi della polizia esortandoli a “raddoppiare il numero di ricerche [tramite riconoscimento facciale] entro maggio 2024, in modo che superino le 200.000 in tutta l’Inghilterra e il Galles”.
“Questa tecnologia pericolosamente autoritaria ha il potenziale per trasformare la gente in carte d’identità ambulanti come individui sospetti per la polizia”, ha affermato Silkie Carlo, direttrice di Big Brother Watch.
Il suo commento evidenzia qui il vero problema. Quando le persone pensano all’“identità digitale”, pensano a una carta o a un passaporto, qualcosa con un numero di riferimento. Ma i dati biometrici – riconoscimento facciale, riconoscimento delle impronte digitali, persino riconoscimento dell’andatura per identificare coloro che indossano mascherine – rendono le carte d’identità obsolete.
Di conseguenza, quando Tony Blair e William Hague pubblicarono congiuntamente un rapporto nel febbraio dello scorso anno in cui chiedevano “un sistema di identificazione digitale sicuro, privato e decentralizzato”, il portavoce del Primo Ministro poté dire con faccia seria: “Non ci sono piani per introdurre l’identità digitale. La nostra posizione sulle carte d’identità fisiche rimane invariata [in Gran Bretagna non esiste la carta d’identità come da noi in Italia, ndt]. Stiamo già lavorando per potenziare la digitalizzazione dei servizi pubblici”.
Ma il governo non è obbligato a rendere noto ai cittadini che si trovano in un sistema di sorveglianza emettendo qualcosa di ovvio come una carta d’identità fisica. Invece, i cittadini sono costretti a fornire involontariamente i propri dati biometrici; quando utilizzano un software di riconoscimento facciale per sbloccare il telefono, o per effettuare il check-in in un hotel, o per aprire un conto bancario, o anche semplicemente quando entrano nel loro locale supermercato Tesco.
Nel frattempo, il governo sta portando avanti una vasta gamma di programmi di identificazione digitale, come il disegno di legge sulla protezione dei dati e sull’informazione digitale, attualmente all’esame della Camera dei Lord. Questo disegno di legge conferisce al governo ampi poteri per attingere ai dati raccolti da una serie di imprese pubbliche e private, comprese le banche.
Cronologia dei tentativi di imporre una Carta di Identità in Gran Bretagna