di Ethan Huff per Natural News – traduzione a cura di Old Hunter

Gli europei stanno per perdere il diritto alla libertà di parola [1] dopo che la Commissione Europea (CE) dell’UE ha dichiarato che i “discorsi d’odio” saranno probabilmente inclusi tra i reati più gravi in ​​tutta la Comunità. Con le elezioni europee a poche settimane di distanza, i poteri forti in Europa si stanno affrettando ad eliminare il diritto degli europei alla libertà di parola con il pretesto di fermare “l’odio” in tutto il Paese. Il Gruppo dei Cittadini Europei (ECP) per la lotta all’odio nella società è uno dei numerosi gruppi che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha creato per reprimere la libertà di parola, facendone uno dei pilastri della sua campagna, anche se gli elettori europei non possono votare per scegliere il presidente della Commissione Europea che, a quanto pare, viene invece nominato da dei globalisti. Anche se è così, la von der Leyen parla di un grande sforzo per attuare una “democrazia” completamente nuova in tutta Europa affinché sia “adatta al futuro”. Nella sua mente, questo vuol dire mettere a tacere tutti i discorsi in grado di turbare i gruppi di “interesse particolare”, come gli LGBT, che odiano le persone [loro possono, ndt] che dicono cose che li sconvolgono.

“Ciò potrebbe significare qualsiasi cosa e questa vaghezza non finisce affatto qui: lo stesso ‘incitamento all’odio’, nonostante la gravità delle proposte di classificarlo come un crimine grave, non è neppure chiaramente definito, avvertono i critici”, come afferma Didi Rankovic su Reclaim the Net.

“Nonostante questa mancanza di chiarezza, le raccomandazioni contenute in un rapporto prodotto dal comitato sono state sostenute sia da Vera Jourova, vicepresidente della Commissione europea per i valori e la trasparenza, che da Dubravka Suica, vicepresidente per la democrazia e la demografia”.

(Notizia correlata: sapevate che un tizio, bagnino da 22 anni della contea di Los Angeles, ha fatto causa al suo datore di lavoro [2] perché avrebbe violato i suoi diritti vietandogli di sventolare bandiere del Gay Pride e altri accessori LGBT dalla sua torretta di avvistamento?)

L’incitamento all’odio non è reale

La Jourova afferma che le raccomandazioni del panel su come affrontare i “discorsi di incitamento all’odio” sono “chiare e ambiziose”. Il problema è che rimane indefinibile proprio il “discorso di odio” stesso, probabilmente per includere di proposito chiunque dica qualcosa in grado di “offendere” chi faccia parte di un cosiddetto gruppo di interesse speciale. Immaginate una società in cui dire che esistono solo due generi, maschile e femminile, sia considerato una forma di “odio”. Cosa che sta già accadendo in Canada, e adesso la Von der Leyen lo pretende anche in Europa. Il rapporto descrive l'”incitamento all’odio” come qualsiasi forma di discorso che sia “incompatibile con i valori della dignità umana, della libertà, della democrazia, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani”. In altre parole, la definizione di “incitamento all’odio” è arbitraria e si basa sui valori individuali di ogni essere umano. L’Europa è in realtà più libera del Canada sul fronte del “discorso d’odio”, più allineata agli Stati Uniti e al suo Primo Emendamento. La Von der Leyen e i suoi compari vogliono cambiare la situazione il prima possibile.

Si scopre che nell’UE esistono già leggi sull’incitamento all’odio che si riferiscono a fatti specifici. Ma la Von der Leyen e altri leader europei scelti dai globalisti affermano di voler espandere tali leggi per “garantire che tutte le forme di incitamento all’odio siano uniformemente riconosciute e penalizzate, rafforzando il nostro impegno per una società più inclusiva e rispettosa”. Se i cambiamenti persisteranno, alle cosiddette “comunità emarginate” in tutta Europa verranno concesse protezioni aggiuntive per “sostenere la dignità umana”, qualunque cosa questo possa significare.

I resoconti dei media indicano che questo nuovo tentativo per eliminare i “discorsi d’odio” è coordinato in quanto la raccomandazione “adotta esattamente la stessa terminologia di una proposta della Commissione europea recentemente approvata dal Parlamento europeo per estendere l’elenco dei crimini a livello comunitario che includa “l’incitamento all’odio”. Non esiste il “discorso d’odio”, almeno non per quanto riguarda il Primo Emendamento. Leggi di più sull’argomento su Censorship.news [3].

  1. https://reclaimthenet.org/the-eu-is-on-the-brink-off-making-hate-speech-a-serious-crime
  2. https://www.naturalnews.com/2024-06-03-christian-lifeguard-sues-discrimination-pride-lgbt.html
  3. https://censorship.news/

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