Editoriale di Strategic-culture.su traduzione a cura di Old Hunter
Questo dovrebbe essere il momento della diplomazia per porre fine alla follia della guerra per procura della NATO in Ucraina. Ma i guerrafondai di Stati Uniti, UE, G7 e NATO non hanno scrupoli nel trasformare le inutili ostilità in un’apocalisse nucleare.
Questa settimana ha fornito un istruttivo accostamento di vertici. In Italia, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali hanno convocato il gruppo dei Sette (G7), mentre in Russia i paesi BRICS hanno tenuto un positivo vertice con i loro ministri degli Esteri. Il G7 è diventato un termine sintetico del dominio elitario occidentale sull’economia mondiale. Dall’altra parte, il gruppo relativamente nuovo noto come BRICS può essere visto come un forum progressista e come la voce di una maggioranza globale. Mentre il primo sta avvizzendo e diventa irrilevante, il secondo diventa sempre più importante per un autentico sviluppo internazionale. C’è stato un tempo in cui gli Stati Uniti e una cricca di nazioni capitaliste occidentali (compreso il Giappone) erano visti come rispettabili e con un’aura di leadership globale. Il periodo di massimo splendore del potere economico e politico occidentale è tramontato con il fallimento sistemico del capitalismo guidato dagli Stati Uniti come modello da emulare nel resto del mondo. Anche la presunta autorità morale di queste nazioni è diminuita man mano che è cresciuta la loro reputazione di ipocriti e di insopportabili arroganti. In effetti, il G7 è diventato una caricatura del potere. Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, la Germania, l’Italia, il Canada e il Giappone sono visti come paesi governati da estorsori che si autogiustificano e che contribuiscono poco allo sviluppo globale. La loro presunta superiorità è insostenibile e appare ridicola. Il gruppo rappresenta una cricca neocolonialista il cui sfruttamento della finanza e delle risorse naturali di altre nazioni è un’oscenità e un ostacolo all’abbondante potenziale di uno sviluppo mondiale. Al contrario, la coalizione BRICS composta da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, oltre a un numero crescente di altre nazioni, collettivamente conosciute come Sud del mondo, è un presagio vivente di un ordine internazionale più giusto ed equo. Il mondo multipolare che i BRICS rappresentano e sostengono è diventato la concreta tabella di marcia per un corretto sviluppo internazionale. Si basa sulla cooperazione, il partenariato e il rispetto reciproco fondati su un genuino impegno nei confronti dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Il vertice dei BRICS, tenutosi questa settimana nella bellissima città di Nizhny Novgorod sul fiume Volga, è stato un incontro dei ministri degli Esteri. A ottobre i leader nazionali dei BRICS si riuniranno nella città russa di Kazan. L’elenco delle nazioni che cercano di unirsi al gruppo è arrivato a quota 50 in rappresentanza di tutti i continenti. In termini di potere economico e popolazione tra loro combinati, i BRICS Plus hanno superato di gran lunga il G7. Al G7, i leader di quel gruppo eterogeneo sembrano uomini del passato. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden langue nei sondaggi dei suoi cittadini battendo ogni record negativo, mentre Sunak in Gran Bretagna, Macron in Francia e Scholz in Germania si aggrappano con le unghie al potere. Le elezioni dell’Unione Europea di questa settimana hanno visto il crollo del sostegno degli elettori a Macron e Scholz. Senza dubbio il loro servile assecondare un guerrafondaio Zio Sam in Ucraina, mentre i loro cittadini devono sopportare difficoltà e povertà, giustamente ha avuto un impatto negativo. Il G7 ha rinunciato a qualsiasi pretesa di difendere lo sviluppo economico internazionale. L’intero vertice in Italia può essere riassunto come un raduno di guerrafondai e ladri. Questa cricca poco raccomandabile potrebbe d’ora in poi essere definita “l’ala economica della NATO”. Ospite d’onore è stato il corrotto dittatore dell’Ucraina, Vladimir Zelenskyj, con indosso la sua t-shirt da pantomima militare che si è bevuto altre decine di miliardi di dollari. I suoi sostenitori del G7 hanno promesso 50 miliardi di dollari all’anno per gli acquisti di ancora più armi del regime neonazista di Kiev “fin quando non prevarrà” nella guerra per procura contro la Russia. E questo nonostante la Russia abbia vinto in modo decisivo in quel conflitto durato due anni e mezzo e il regime di Kiev si trovi ad affrontare l’oblio a causa della corruzione e dell’alienazione di una popolazione sofferente per la guerra. Ora dovrebbe essere il momento della diplomazia per porre fine alla follia della guerra per procura della NATO in Ucraina, come stanno sollecitando Brasile, Russia, India, Cina e altri. Ma i guerrafondai di Stati Uniti, UE, G7 e NATO non hanno scrupoli nel trasformare le inutili ostilità in un’apocalisse nucleare. Il racket della guerra è una dipendenza per gli psicopatici e per il capitalismo clientelare del complesso militare-industriale che è il cuore delle economie occidentali. Siamo oltre ogni ragione e diplomazia. Quanto altro denaro dei contribuenti occidentali può essere gettato in quel vero buco nero che è il racket della guerra della NATO? Gli Stati Uniti e i loro criminali partner occidentali hanno già sborsato 200-300 miliardi di dollari a questo ente mafioso. Ora devono versargli altri 50 miliardi di dollari all’anno. Per far sì che questo sembri più rispettabile, le potenze della NATO hanno escogitato la copertura che avverrà con i fondi forniti dagli interessi dei 300 miliardi di dollari della ricchezza russa illegalmente sequestrati dalle potenze occidentali all’inizio della guerra per procura in Ucraina nel febbraio 2022. L’ultima mossa è un vero e proprio furto di proporzioni senza precedenti. Cosa che avrà un effetto boomerang negativo soprattutto per le nazioni europee. Mosca ha affermato, in risposta al saccheggio della sua ricchezza sovrana, che come ritorsione i beni delle nazioni europee detenute in Russia verranno espropriati. Il G7 è un anacronismo di un’epoca passata del colonialismo occidentale e del modus operandi imperialista di un “potere che è sempre giusto”. Sotto la ridicola veste di “ordine basato sulle regole”, gli Stati Uniti e i loro vassalli egemonici sono visti dal resto del mondo per quello che sono realmente. Non rappresentano nulla di progressista o produttivo. L’unica cosa coerente con questo disordine occidentale e guerrafondaio è l’unilaterale saccheggio imposto al resto del pianeta. Dagli imperi europei all’Impero americano della menzogna, un’epoca lunga circa 500 anni sta per finire. Fortunatamente, la farsa storica della malvagità occidentale ammantata di false virtù si sta disvelando a gran velocità. Il proverbiale imperatore è nudo, nudo e grottesco. Il sistema occidentale si sta frantumando sotto il peso delle sue crisi politiche ed economiche interne. Tutte le promesse del G7 fatte questa settimana nella città portuale italiana di Bari sono vuote e false. Nelle prossime elezioni, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti sono destinati a subire gravi sconvolgimenti che riflettono il crescente disprezzo popolare per i titolari delle pubbliche cariche. Per costoro, tutte le scommesse sono annullate. Il disordine occidentale incarnato dai clown del circo del G7 ha creato il caos mondiale. Fame, guerra, conflitti, povertà e il genocidio a Gaza ne sono i sintomi. A queste afflizioni, possiamo aggiungere la folle minaccia di annientamento nucleare contro Russia e Cina che gli imperialisti occidentali stanno spingendo incessantemente e incautamente. Perché una guerra è sempre l’ultimo atto del capitalismo neocolonialista. La coesistenza e lo sviluppo pacifici sono impossibili in questo sistema spregevole con le sue pretese fraudolente. Quando tutto sarà finito, l’umanità dovrà lavorare insieme – lo sta già facendo – per sfruttare le sue prodigiose risorse di ricchezza naturale e innovazione collaborando per un mondo sostenibile. Un mondo che sia adatto alla stragrande maggioranza dei suoi abitanti e che possa godere di un’armonia materiale e spirituale. Il rispetto reciproco ne è la chiave e i BRICS la detengono. La distruttività e la criminalità della cricca del G7 non devono ostacolare la prospettiva molto concreta della solidarietà internazionale, dello sviluppo e della coesistenza pacifica. I BRICS e la maggior parte delle nazioni stanno cercando una strada per il futuro. Il G7 è la reliquia di un mondo sfortunato che deve essere superato e lasciato alle spalle come un’epoca fallita.