Le bugie proliferano e il Congresso applaude al genocidio a Gaza
di Philip Giraldi per The Unz Review – Traduzione a cura di Old Hunter
Con mia sorpresa, giovedì mattina scorso c’è stata relativamente poca copertura mediatica del discorso al Congresso degli Stati Uniti pronunciato dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu mercoledì pomeriggio, a parte un articolo di opinione critico apparso sul New York Times in merito alla guerra di Israele contro i palestinesi. L’articolo, di Megan K. Stack, affermava che “La storia darà alla visita del signor Netanyahu toni meritatamente brutti. Non è un ospite che dovremmo desiderare di ospitare, ma è un visitatore che meritiamo. Gaza è anche la nostra guerra, grazie all’indispensabile aiuto militare e alla copertura politica che il governo degli Stati Uniti ha profuso su Israele mentre il numero delle vittime aumenta… Ciò che è esploso come una guerra di ritorsione contro Hamas è sembrato sempre più una più ampia campagna di annientamento: il massacro di civili intrappolati; le morti strazianti di migliaia di bambini; la distruzione di ospedali, scuole e gran parte delle infrastrutture civili”. I sondaggi dimostrano da mesi che gli americani disapprovano più che approvare l’assalto israeliano a Gaza, ma il Congresso e la Casa Bianca non sono interessati alle opinioni del pubblico quando ricevono centinaia di milioni di dollari in “donazioni” da miliardari ebrei. Gran parte della copertura dell’apparizione di Netanyahu sui media tradizionali è stata inefficace e persino adulatoria. In genere rifletteva quello che è stato salutato come il “discorso infuocato” di Bibi che “non ha ceduto di un centimetro” e che ha giurato di continuare a combattere fino al raggiungimento della “vittoria totale”. C’è stata una certa copertura di come Netanyahu sia arrivato al punto di descrivere le migliaia di dimostranti, alcuni dei quali sono stati colpiti da spray al peperoncino e arrestati, che hanno circondato il Campidoglio come gli “utili idioti pagati dall’Iran”. La frecciatina, insieme ad altri inviti ad andare in guerra contro l’Iran, ha prodotto applausi e altri parossismi di gioia tra i membri del Congresso che saltellavano e salutavano. Bibi potrebbe essere stato particolarmente e personalmente offeso dal fatto che i manifestanti pro-palestinesi siano riusciti a liberare insetti nel Watergate Hotel dove alloggiava. Un video online mostrava vermi che scorrazzavano impazziti sul tavolo da pranzo. Il discorso di Netanyahu è stato povero di analisi serie, ma pesante di appelli emotivi, invocando ripetutamente l’affermazione che lui e gli Stati Uniti, nel loro “ferreo” sostegno a Israele, stanno combattendo per salvare la “civiltà” e che “i nostri nemici sono i vostri nemici” e “la nostra vittoria sarà la vostra vittoria”. Prevedibilmente, i membri del Congresso e gli ospiti che riempivano l’aula si sono alzati e hanno applaudito selvaggiamente dopo quasi ogni frase, producendo 53 standing ovation, superando di gran lunga il record di 29 ottenuto da Netanyahu l’ultima volta che si è rivolto al Congresso nel 2015. In particolare, alcuni membri del Congresso con una coscienza funzionante hanno saltato l’evento, tra cui Nancy Pelosi, che, dopo il fatto, ha denunciato il discorso in un post su X: “Il discorso di Benjamin Netanyahu alla Camera oggi è stata di gran lunga il peggiore di qualsiasi dignitario straniero invitato e onorato con il privilegio di parlare al Congresso degli Stati Uniti. Molti di noi che amano Israele hanno trascorso del tempo oggi ad ascoltare i cittadini israeliani le cui famiglie hanno sofferto a seguito dell’attacco terroristico e dei rapimenti di Hamas del 7 ottobre. Queste famiglie chiedono un accordo per un cessate il fuoco che riporterà a casa gli ostaggi e speriamo che il Primo Ministro dedichi il suo tempo a raggiungere questo obiettivo”. Solo un repubblicano, Tom Massie del Kentucky, non ha partecipato dopo aver osservato che “Oggi il Congresso intraprenderà un teatrino politico per conto del Dipartimento di Stato. Lo scopo di far parlare Netanyahu al Congresso è quello di rafforzare la sua posizione politica in Israele e di sedare l’opposizione internazionale alla sua guerra. Non ho voglia di fare da supporto, quindi non parteciperò”. Oltre 100 stagisti del Congresso hanno boicottato il discorso in un’assenza coordinata per malattia. “In un atto di protesta, molti di noi hanno promesso oggi di dichiararsi malati, giorno del discorso di Netanyahu”, si legge in una dichiarazione dei partecipanti al boicottaggio. “Siamo pienamente solidali con le vittime delle azioni di Netanyahu. Invitiamo tutti i membri del Congresso a boicottare il discorso e ad assumere una posizione unitaria contro quello che riteniamo un ‘male universale’. Esortiamo i nostri rappresentanti a rispondere alla volontà collettiva del popolo americano e a respingere qualsiasi parvenza di approvazione delle azioni di Netanyahu”. Un numero considerevole di democratici tra progressisti e moderati, forse fino a 136, non si è presentato, il che suggerisce che Netanyahu non è ben visto da molti nel Partito Democratico. Netanyahu ha parlato per un’ora e l’accoglienza esagerata che ha ricevuto dal Congresso ha suggerito che la vera lealtà del governo non è verso gli elettori che lo hanno eletto, ma piuttosto verso un leader straniero che è un criminale di guerra, il che implica per alcuni che Bibi è in realtà di fatto il presidente americano e Israele e gli Stati Uniti sono in termini pratici un solo paese, con Israele come partner dominante nell’accordo. Come americano profondamente preoccupato per la collaborazione degli Stati Uniti con Israele in quello che a Gaza è indiscutibilmente un genocidio, osservare questo spettacolo svolgersi davanti ai miei occhi è stata probabilmente l’ora più patetica e umiliante che abbia mai vissuto nella mia vita. Il mio paese ha fatto molte cose cattive nel secolo scorso, ma questa alleanza con il male assoluto equivale a vendere la propria anima. L’avvocato internazionale John Whitbeck ha colto perfettamente il sentimento, scrivendo come “Dopo praticamente ogni frase pronunciata dal famigerato criminale di guerra Benjamin Netanyahu, non importa quanto insensata o palesemente falsa, praticamente tutte le prostitute politiche presenti che infestano il Congresso degli Stati Uniti si sono sollevate (ben 53 volte!) in un forte inchino di omaggio al loro burattinaio, più a lungo e rumorosamente quando ha condannato i manifestanti pro-giustizia e anti-genocidio nei campus americani e nelle strade di Washington durante il suo discorso… Chiunque abbia guardato questo spettacolo osceno non può che concludere che gli Stati Uniti d’America hanno cessato di essere un rispettabile paese indipendente e ora sono, come in effetti è stato per molti anni, una sussidiaria interamente posseduta dallo Stato di Israele, con valori condivisi che sono giustamente rifiutati dalla stragrande maggioranza dell’umanità. Con la sua venalità, codardia, bancarotta morale e quasi tradimento, la classe politica americana sta gettando nel water della storia un paese un tempo grande, e l’Occidente globale, se non si libererà presto dal dominio dell’impero israelo-americano, rischia una sorte simile”. Il mio particolare disappunto riguarda il fatto che il discorso di Netanyahu fosse pieno di bugie incontestate e di supposizioni grossolanamente esagerate, studiate per far rallegrare il suo pubblico. Le falsità erano certamente riconoscibili come tali da gran parte del pubblico, ma Netanyahu non è stato contestato da nessuno, eccetto che dalla deputata Rashida Tlaib, democratica del Michigan e unica parlamentare palestinese-americana, che ha assistito al discorso tenendo in mano un cartello mentre molti dei suoi colleghi applaudivano i commenti di Netanyahu. Un lato del cartello di Tlaib recitava “COLPEVOLE DI GENOCIDIO” e l’altro “CRIMINALE DI GUERRA”. Forse alcuni dissidenti tra la folla sono stati intimiditi dalla minaccia del presidente della Camera Mike Johnson, che descrive il sostegno a Israele come “uno dei principi fondanti dell’America”. Johnson ha posizionato strategicamente dei sergenti d’armi extra nella camera per arrestare chiunque avesse cercato di interrompere Bibi. Si tratta di un espediente unico e quasi certamente illegale per gestire qualsiasi resistenza contro oratori favoriti e protetti come Netanyahu. È interessante notare che la polizia del Campidoglio ha allontanato con la forza dal retro dell’aula sei parenti di ostaggi israeliani che avrebbero tentato di interrompere il discorso. Uno ha detto “Non ce la potevo più”, e Jon Polin, il padre dell’ostaggio israeliano americano Hersh Goldberg-Polin, ha detto ai giornalisti “Sono venuto qui per sentire una sola frase: ‘Oggi vi annuncio che gli ostaggi stanno tornando a casa’, e non l’ho sentita nemmeno una volta”. Tra le bugie diffuse da Netanyahu c’era una lunga filippica su quanto l’esercito israeliano sia stato umano nella sua condotta di guerra, sostenendo che Hamas “Questi mostri hanno violentato donne, decapitato uomini, bruciato vivi bambini. Hanno ucciso i genitori davanti ai loro figli e bambini davanti ai loro genitori”. Come è stato confermato da fonti indipendenti affidabili, si tratta di una menzogna, un pezzo di propaganda generata dal governo israeliano. Ha anche affermato falsamente che la carestia che si sta verificando a Gaza è un mito poiché il suo governo ha permesso l’ingresso a così tanti camion di aiuti nella striscia che il palestinese medio riceve 3.000 calorie di cibo al giorno. Ma la mia battuta preferita è stata la sua promessa di vivere in pace con i palestinesi quando smetteranno di voler “uccidere gli ebrei”. La realtà è che, ovviamente, sono gli ebrei che uccidono i palestinesi in gran numero usando armi fornite dagli americani. La rispettabilissima rivista medica britannica The Lancet stima che Israele abbia già ucciso più di 186.000 palestinesi dall’ottobre scorso, la maggior parte dei quali sono ancora sepolti sotto le macerie delle loro case, ma per Netanyahu contano solo le vite degli ebrei. E la ferocia implacabile dei soldati israeliani è stata confermata anche da molteplici fonti indipendenti. Bibi farebbe bene anche a leggere la nuova legge della Knesset approvata la scorsa settimana che rifiuta completamente l’idea di uno stato palestinese sovrano dichiarato unilateralmente e affiancato a Israele, confermando che le intenzioni di Israele non includono la convivenza in pace con i suoi vicini. Si conclude così un’altra settimana emozionante in quella che una volta era la capitale degli Stati Uniti d’America. La visita di Netanyahu ha avvantaggiato alcuni politici, poiché per essere qualificati come candidati alla presidenza o alla vicepresidenza americana, è necessario farsi fotografare abbracciati a uno psicopatico genocida sorridente di Israele. In questo modo si mantiene il flusso di denaro e i giornali sono autorizzati a raccontare bugie a vostro favore. Sfortunatamente, quando i mostri israeliani vengono accolti dai loro ospiti inginocchiati, si capisce chiaramente cosa siamo diventati come Paese mentre stiamo servendo come un cagnolino israeliano. Washington deve finalmente affrontare la realtà che il suo abbraccio sanguinoso alla guerra genocida di Israele a Gaza non fa avanzare gli interessi degli Stati Uniti né promuove la stabilità regionale. Anzi, sta facendo il contrario. Quello che è successo all’America è la vera tragedia.
Philip M. Giraldi