Nella multiforme evoluzione dell’Eurasiatismo come dottrina, si è posta la necessità, ad ormai quasi un secolo dal fiorire di questo movimento di pensiero, di riassumerne i fondamenti e darne una chiave di lettura organica. È questo il lavoro svolto da numerosi accademici e dottorandi della Scuola Superiore di Economia della Università di Ricerca Nazionale di Mosca, in Italia edito da Anteo Edizioni, con traduzione di Giulia Lipari e curatela di Lorenzo Maria Pacini.
La prefazione, firmata dall’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov, ci apre uno squarcio storico sulle origini remote dell’Eurasiatismo “ancestrale”, in quanto orientamento già insito nelle radici del popolo Russo, sviluppatosi attraverso i secolo in maniera quasi naturale, per poi essere “recuperato” dai padri fondatori del movimento Trubetskoij, Savitskij, Florovskij e Suvčinskij, i quali operarono in stretto contatto con i grandi pensatori europei di inizio Novecento e profetizzarono il tramonto dell’Occidente, intuendo che la Russia sarebbe tornata in qualche modo ad una riscoperta dei valori tradizionali, diventando baluardo di difesa verso la decadenza imperante.
L’Eurasiatismo come dottrina viene affrontato con lo scopo di mostrarne l’attualità filosofica, politica, economica e culturale, in un mondo in transizione multipolare che cerca l’integrazione di punti di vista diversi ed esperienze storiche e culturali capaci di disegnare nuove prospettive per il futuro globale. Con una prosa dotta ma non impegnativa, gli autori – tutti giovanissimi – ripercorrono le orme lasciate lungo il cammino da questi giganti del pensiero eurasiatista, fino a giungere agli autori contemporanei, e ne offrono una chiave di lettura che permetta di comprenderne il valore profondo.
Nel contesto degli eventi contemporanei, l’Eurasia si pone come vettore principale del cambiamento in atto, offrendo al mondo intero un modello interpretativo alternativo a quello centrato sull’egemonia, ormai al suo declino, dell’Occidente collettivo.
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