INFORMAZIONI ULTERIORI SULLE ATROCITÀ ISRAELIANE

DiOld Hunter

16 Ottobre 2024

Philip Giraldi per The Unz Review    –   Traduzione a cura di Old Hunter



Il fatto che Israele stia attaccando le forze di pace delle Nazioni Unite nel Libano meridionale potrebbe essere il fattore decisivo che gli renda ostili i pochi “amici” rimasti. Spagna, Francia, Irlanda e Italia, che contribuiscono tutte alla forza di peacekeeping (UNIFIL) e che hanno continuato a voltarsi dall’altra parte quando il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e la sua banda di criminali di guerra commettevano atrocità dopo atrocità contro gli arabi, ora si trovano mortificati quando i soldati europei vengono attaccati e feriti dal fuoco dei cecchini e dei carri armati israeliani. In un incidente, veicoli blindati israeliani si sono fatti strada  attraverso il cancello di una base UNIFIL, presumibilmente usando armi chimiche che hanno ferito 15 soldati ONU. Il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez sta esortando gli europei a interrompere tutti gli scambi commerciali e in particolare le vendite di armi con Israele. Il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato un embargo sulla vendita di armi a Israele e ha chiesto un cessate il fuoco immediato, mentre diversi primi ministri hanno espresso la loro “indignazione” per le azioni israeliane. Persino il Regno Unito occupato da Israele si è dichiarato “inorridito”. Giorgia Meloni dell’Italia ha dichiarato che due basi presidiate da soldati italiani sono state colpite. Il suo Ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito l’attacco alle basi UNIFIL “totalmente inaccettabile”, spiegando che “Questo non è stato un errore e neppure un incidente. Potrebbe costituire un crimine di guerra e rappresenta una gravissima violazione del diritto militare internazionale”. Avrebbe potuto anche aggiungere che, poiché si è trattato di una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, i Paesi, tra cui i membri permanenti del Consiglio di sicurezza, Cina e Russia, stanno chiedendo un’indagine completa su quanto accaduto.

Come al solito, Israele si è dipinta come la vittima innocente circondata da vicini malvagi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al capo delle Nazioni Unite di rimuovere le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite che sono ora dispiegate nel Libano meridionale. Ha affermato, senza fornire alcuna prova, che l’UNIFIL stava fungendo da “scudo umano per i terroristi di Hezbollah… Ciò mette in pericolo sia [quelli dell’UNIFIL] sia le vite dei nostri soldati… Signor Segretario generale, tolga le forze dell’UNIFIL dal pericolo. Dovrebbe essere fatto subito, immediatamente”. La realtà è, ovviamente, che chiunque incontri israeliani armati è automaticamente “in pericolo”, chiedetelo a qualsiasi palestinese. Le forze armate israeliane, avendo già ucciso decine di operatori delle Nazioni Unite durante il loro assedio di Gaza durato 13 mesi, sembrano pronte a raddoppiare e ad affrontare le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite nella loro missione di espandere la guerra in Siria e Iran. Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha finora rifiutato di rimuovere l’UNIFIL.

Per quanto riguarda l’UNIFIL, gli Stati Uniti hanno fatto il loro usuale gioco di proteggere Israele e buttare lì un paio di false dichiarazioni, di fatto senza dire nulla di sostanziale. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale ha detto che la Casa Bianca è “profondamente preoccupata” per i rapporti secondo cui Israele ha sparato contro il quartier generale e le basi delle forze di pace dell’ONU nel Libano meridionale. “Sappiamo che Israele sta conducendo operazioni mirate vicino alla Blue Line per distruggere l’infrastruttura di Hezbollah che potrebbe essere usata per minacciare i cittadini israeliani. Mentre intraprendono queste operazioni, è fondamentale che non minaccino la sicurezza e la protezione delle forze di pace dell’ONU”. È stata una espressione fin troppo rara della realtà che gli Stati Uniti vengano trascinati in una guerra in cui non hanno veri interessi da uno spietato stato proxi che è stato in grado di comprare o costringere quasi tutti i membri del Congresso a tifare e cantare la sua canzone, controllando anche gran parte della burocrazia pertinente e la Casa Bianca stessa. È stato anche segnalato che una stazione rafforzata della CIA presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Beirut sta raccogliendo informazioni su Hezbollah che vengono poi trasmesse a Israele per indicargli dove colpire.

Non è il primo attacco di Israele al personale delle Nazioni Unite e probabilmente non sarà l’ultimo, poiché la Forza di occupazione israeliana (IOF) nell’ultimo anno a Gaza ha di fatto condotto una guerra contro l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), prendendo di mira e uccidendo il suo personale e negando o bloccando la sua missione in massima parte umanitaria. E le Nazioni Unite restano in genere anche un bersaglio. Durante la sua ultima visita alle Nazioni Unite a New York, il mostruoso Netanyahu ha esibito quello che persino per lui rappresenta un nuovo livello di bassezza, urlando a una sala dell’Assemblea generale quasi vuota che le Nazioni Unite sono diventate una “palude di bile antisemita”, mentre cantava ancora la sua melodia preferita che Israele è sempre la vittima. E gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo in quella campagna negando qualsiasi finanziamento all’UNRWA e ad altri organismi internazionali per i diritti umani, mentre attaccavano anche la missione più ampia delle Nazioni Unite che è stata quella di prevenire la scelta di guerre come quella che si sta verificando nella terre che una volta erano la Palestina.

Tuttavia, Inevitabilmente, i fanatici sionisti al potere a Washington sono ancora motivati a cavalcare il cavallo israeliano, a prescindere da chi Netanyahu marchierà a morte, portando a stridenti appelli al Congresso, per lo più provenienti da repubblicani cristiano-sionisti, affinché vengano tagliati i fondi o addirittura per l’abbandono definitivo dalle Nazioni Unite. Data la totale fedeltà di Donald Trump a Israele, è qualcosa che potrebbe prendere in considerazione se venisse rieletto. E le minacce da parte di singoli membri del Congresso di uccidere funzionari delle Nazioni Unite, così come i giudici e le loro famiglie che prestano servizio nei tribunali internazionali, sono tutte parte di ciò che si sente.

Una minaccia particolarmente affascinante è quella di un ex consigliere ebreo della Casa Bianca, Matthew Brodsky, che ha vissuto e studiato in Israele. In un tweet su X, Brodsky ha raccomandato a Israele di attaccare le forze di peacekeeping irlandesi nel Libano meridionale, suggerendo il tipo di consiglio che la Casa Bianca e il Congresso sono abituati a ricevere riguardo a Israele e Palestina dal loro team di politica estera a maggioranza ebraica, composto da quasi tutti sionisti convinti, compreso il presidente Biden, e che include anche un certo numero di cittadini con doppia cittadinanza israeliana e americana. L’esperienza di Brodsky comprende consulenze a membri del Congresso, del Dipartimento di Stato, del Dipartimento della Difesa e del Consiglio per la sicurezza nazionale su Iran, Siria e questioni palestinese-israeliane. Brodsky è attualmente Senior Fellow presso il Gold Institute for International Strategy ed ex Direttore delle politiche presso il Jewish Policy Center. Ha scritto che: “Israele dovrebbe bombardare a tappeto l’area irlandese e poi sganciarci sopra il napalm”. Il tweet includeva una mappa che mostra il dispiegamento della forza di peacekeeping irlandese nel Libano meridionale, presumibilmente per aiutare a guidare i piloti israeliani.

Ci sono prove considerevoli che Brodsky è tutt’altro che solo nell’esprimere la sua completa lealtà a Israele indipendentemente dai crimini che commette. Il Segretario di Stato Antony Blinken, anch’egli ebreo e forse con doppia cittadinanza, ha agito come avvocato di Israele, con tanto di bugie sul comportamento israeliano per coprire crimini di guerra come il deliberato affamamento del popolo di Gaza, che equivale a un genocidio. In Medio Oriente è affiancato da Amos Hochstein, ambasciatore itinerante personale di Joe Biden nella regione, che a quanto si dice è connivente nella recente invasione del Libano da parte di Israele. E evidente l’esistenza di una lunga tradizione di supporto al suprematismo ebraico ai livelli più alti del governo degli Stati Uniti. L’anno scorso Stuart Seldowitz,, un ex funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, è stato filmato a New York City mentre minacciava un venditore ambulante di cibo halal di etnia egiziana, definendolo terrorista. Seldowitz è stato registrato mentre diceva che la morte di 4.000 bambini palestinesi “non era abbastanza”, fatto che evidenzia le legittime preoccupazioni sul sentimento anti-palestinese tra alcuni ex funzionari statunitensi. Seldowitz ha lavorato per l’ex Segretario di Stato Madeline Albright che in una scioccante intervista una volta giustificò l’uccisione di 500.000 bambini iracheni, affermando che “ne valevano la pena“.

Quindi, come si fa a cominciare da qui? A volte riconoscere di avere un problema può essere il primo passo per trovare una soluzione. A mio avviso, il marcio è iniziato con il presidente Harry Truman, che si è venduto al denaro e al potere mediatico ebraico con la creazione dello Stato di Israele nel 1948, contro cui avevano messo in guardia veri statisti come il segretario di Stato George Marshall. Alcuni antepongono il tradimento a prima, con la creazione della Federal Reserve Bank nel 1913. In ogni caso, è ormai contrario ai reali interessi degli Stati Uniti essere così totalmente asserviti alle priorità israeliane. Un buon primo passo sarebbe quello di richiedere ai gruppi che compongono la Israel Lobby di registrarsi come agenti stranieri ai sensi del Foreign Agents Registration Act del 1938, che li obbligherebbe a rivelare le loro fonti di reddito e i loro legami con Israele e vieterebbe loro di interferire nella politica statunitense. Inoltre, non ha senso inviare in Israele ambasciatori ed emissari americani che sono molto più fedeli a Israele che agli Stati Uniti, come lo sono stati gli ultimi. Né ha senso un Segretario di Stato ebreo/sionista, sostenuto da uno staff e da un gabinetto della Casa Bianca, in gran parte di ebrei, per gestire la diplomazia in Medio Oriente. La diplomazia è esattamente ciò che Blinken non ha impiegato e se avesse un minimo di decenza, che non ha, si asterrebbe in ogni caso dal coinvolgersi in qualsiasi cosa abbia a che fare con Israele.

L’impegno incondizionato a difendere una nazione che sta compiendo un genocidio e allo stesso tempo cerca di entrare in guerra con tutti i suoi vicini è una formula per iniziare la terza guerra mondiale che ucciderebbe milioni di persone. Infatti, Biden, che ha discusso con Netanyahu su come attaccare l’Iran, ha ora dispiegato in Israele un sistema di difesa missilistica Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) da 1,15 miliardi di dollari che sarà presidiato da 100 soldati americani sul terreno in Israele. Il Washington Post riporta che Israele ha deciso di attaccare i siti militari in Iran prima delle elezioni statunitensi. Questo è esattamente ciò che vuole Netanyahu in quanto darà inizio a un nuovo conflitto con l’Iran, che reagirà, probabilmente uccidendo i militari statunitensi di stanza in Israele e, bingo, gli Stati Uniti saranno in guerra. In realtà, il mondo ha bisogno di meno di uno stato ebraico cane rabbioso che comanda e di meno di un’America corrotta e confusa che si dedica a proteggere una bestia famelica. L’avvocato internazionale John Whitbeck ha descritto al meglio la realtà attuale: “Con la sua venalità, codardia, bancarotta morale e quasi tradimento, la classe politica americana sta gettando nel cesso della storia un paese un tempo grande, e l’Occidente globale, se non si libera dalla dominazione dell’impero israelo-americano, rischia un destino simile”.

Philip Giraldi




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *