Alexander Dugin sostiene che il discorso di Valdai di Vladimir Putin delinea una nuova visione di un mondo multipolare radicato nei valori tradizionali e nella vera democrazia, citando la vittoria di Trump e il recente vertice dei BRICS come segnali di crescente resistenza all’agenda globalista.
Aleksandr Dugin per Arktos – Traduzione a cura di Old Hunter
Il discorso di ieri di Vladimir Putin alla seduta del Valdai Club è già diventato storico, senza la minima esagerazione. Il discorso di Churchill a Fulton ha segnato l’inizio della Guerra Fredda, passando alla storia come il momento in cui un leader ha delineato il futuro dell’umanità. Tuttavia, quello era un futuro di conflitto, intensa competizione e opposizione tra due campi ideologici. Oggi, il nostro presidente ha delineato un futuro molto diverso. Ha descritto l’architettura di un nuovo ordine mondiale, o come ha detto lui, una nuova “creazione del mondo” che l’umanità stessa deve plasmare, delineando i parametri principali di questo mondo.
In primo luogo, è giustizia, rispetto per le culture di ogni nazione, una vera democrazia, non illusoria. Come ha detto Vladimir Putin, la democrazia è il governo della maggioranza, non come viene interpretata dai moderni globalisti e liberali, che la descrivono come il governo delle minoranze. La vera democrazia è il potere dei popoli che scelgono il proprio percorso nella storia, e nessuno ha il diritto di togliere loro questo diritto sovrano.
In secondo luogo, il fondamento di questa nuova creazione mondiale risiede nei valori tradizionali. Un mondo non può essere costruito su principi sostenuti fino a poco tempo fa dai leader degli Stati Uniti che, fortunatamente, hanno perso la corsa elettorale. Hanno insistito nel cancellare il concetto di umano, annullando il genere, annullando la famiglia e sostituendo l’umanità con esseri essenzialmente post-umani, post-umanisti.
Questa non è un’utopia, ma la direzione verso cui i leader occidentali moderni hanno spinto tutta l’umanità. Putin ha detto fermamente “no” a questo ordine mondiale unipolare basato sull’egemonia liberale occidentale.
Qualche tempo fa, quando Putin parlava di multipolarità, molti pensavano che fossero solo parole per giustificare l’opposizione della Russia all’Occidente. In realtà, è qualcosa di molto più profondo. È una strategia fondata sui valori tradizionali e sul rispetto per la diversità di tutte le culture e civiltà, non una singola civiltà che si proclama “progressista” e impone i suoi principi al mondo intero.
Inoltre, questo è il discorso storico di un leader non solo per la Russia, ma per il mondo intero, per tutta l’umanità. È molto importante che Vladimir Putin abbia sottolineato che il neoliberismo occidentale si è
trasformato in un’ideologia totalitaria. Allo stesso tempo, il nostro presidente ha chiarito che l’Occidente stesso non è il nostro nemico. Il nostro vero avversario è l’élite globalista, fanatica e intollerante, che impone regole del tutto inimmaginabili all’umanità.
Altrettanto importante è che questo discorso, probabilmente non spontaneo ma preparato tempo fa, è già stato corroborato da azioni concrete. Il trionfante vertice dei BRICS a Kazan e la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti ne sono la prova. La scelta è stata fatta a favore dei valori tradizionali e contro la dittatura globalista. Il popolo americano stesso si è espresso contro la cricca neoliberista, dicendole essenzialmente di andarsene.
In questo contesto, il nostro presidente e il suo discorso di Valdai di oggi sembrano decisamente profetici. Vladimir Putin non sta solo parlando; sta agendo. Una parte significativa e cruciale del suo piano è già stata realizzata. E il resto, senza dubbio, sarà realizzato a tempo debito.
Nel suo discorso, il capo dello Stato russo ha anche sottolineato che i globalisti (in particolare i globalisti, non semplicemente l’Occidente: dobbiamo imparare di nuovo a distinguere questi concetti, poiché l’America di Trump non è l’America di Biden, Obama, Bush, Clinton o Soros) miravano a sconfiggere la Russia, a spezzarla, ma hanno fallito. Provocare una sconfitta strategica della Russia non ha avuto e non avrà successo per nessuno, mai.
Infine, negli ultimi decenni, abbiamo già dimostrato al mondo la nostra capacità di sostenere i nostri ideali, i nostri valori, il nostro stile di vita tradizionale e il nostro rifiuto del programma impostoci dalle élite liberali globaliste.
Tuttavia, nelle difficili situazioni degli anni passati, quando non stavamo ancora progredendo e non potevamo dimostrare la nostra capacità di resistere alla pressione della NATO, così come a quella dei regimi globalisti e dei loro satrapi, queste stesse idee, che Vladimir Putin ora esprime in modo chiaro e diretto, venivano espresse con toni leggermente diversi.
Ora, tuttavia, abbiamo una forza ritrovata: nell’operazione militare speciale, la Russia si è indurita, molto più forte e più determinata. Ora abbiamo finalmente la nostra idea di stato russo, un’idea radicata nell’ortodossia e in tutte le religioni tradizionali e nei popoli indigeni del nostro paese, per i quali la Russia è la loro unica patria. Questo ci ha resi cento volte più forti.
E quando libereremo completamente l’Ucraina, diventeremo mille volte più forti. Allora, dopo aver superato prove incredibili, dimostreremo di aver avuto ragione in ogni fase del nostro viaggio verso la rinascita, verso la rivendicazione del nostro ruolo nel movimento mondiale dell’umanità verso un mondo più giusto, più umano, onesto ed esistenzialmente significativo.
Aleksandr Dugin
Link alla fonte: https://www.arktosjournal.com/p/putins-valdai-speech-a-prophecy
8 novembre 2024