AUTORITÀ E FAZIONI PALESTINESI CONDANNANO IL PIANO DI TRUMP PER GAZA

DiOld Hunter

5 Febbraio 2025
I dirigenti di Hamas e i leader palestinesi respingono fermamente la proposta di Trump di prendere possesso di Gaza, sottolineando il diritto dei palestinesi a rimanere nella striscia e il loro impegno per l’autodeterminazione.
Lunedì 27 gennaio 2025, dopo il genocidio israeliano durato 15 mesi, una famiglia
palestinese sfollata a forza torna nella propria casa nella Striscia settentrionale di Gaza

Redazionale di english Al Mayadeen del 5 febbraio   –   Traduzione a cura di Old Hunter

Alti esponenti di Hamas hanno denunciato le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump su una possibile acquisizione di Gaza da parte degli Stati Uniti, definendole un segno di “ignoranza” e di un “incrollabile allineamento” con gli interessi israeliani. Questa dichiarazione è avvenuta poco dopo che Trump aveva proposto l’”occupazione” della Striscia di Gaza da parte di Washington, durante una conferenza stampa congiunta tenuta con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Gli Stati Uniti assumeranno il controllo della Striscia di Gaza e ci lavoreremo. Diventerà nostra. E saremo responsabili dello smantellamento di tutte le pericolose bombe inesplose e di altre armi presenti in questo sito”, ha detto Trump. Trump ha più volte suggerito che Egitto e Giordania accolgano i rifugiati palestinesi da Gaza, riferendosi alla Striscia come a un “sito da demolire” a causa dei mesi di bombardamenti israeliani. La guerra ha fatto sì che la maggior parte dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza siano diventati degli sfollati. In risposta, il dirigente di Hamas Sami Abu Zuhri ha liquidato le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla volontà di prendere il controllo di Gaza definendole “ridicole” e “assurde”, avvertendo che potrebbero infiammare le tensioni in tutta la regione. “Le dichiarazioni di Trump sulla sua volontà di controllare Gaza sono ridicole e assurde”, ha affermato Abu Zuhri, citato da Reuters, aggiungendo che “qualsiasi idea di questo tipo potrebbe incendiare l’intera regione”. Nello stesso contesto, Izzat al-Rishq, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha liquidato la proposta di Trump come sconsiderata e disinformata. “Gaza non è una terra aperta ma un luogo in cui nessuno può decidere del suo destino”, ha detto, sottolineando che la Striscia è “parte inseparabile della Palestina occupata”. “Qualsiasi risoluzione deve basarsi sulla fine dell’occupazione e sulla garanzia dei diritti dei palestinesi, non sulla mentalità di un magnate immobiliare ossessionato dal potere e dal predominio”, ha aggiunto al-Rishq. Ha inoltre accusato gli Stati Uniti di voler perpetuare l’aggressione israeliana, sostenendo che le dichiarazioni di Trump riaffermano “l’incrollabile pregiudizio di Washington a favore dell’occupazione israeliana e dell’aggressione contro il popolo palestinese”. Al-Rishq ha giurato che i palestinesi, sostenuti dai loro alleati nel mondo arabo e musulmano, avrebbero resistito a qualsiasi piano di sfollamento forzato. “Il nostro popolo, sostenuto dalle nazioni libere del mondo, ostacolerà tutti i tentativi di espulsione e pulizia etnica”, ha affermato.

‘Un tentativo disperato di cancellare l’identità palestinese’

Anche il portavoce di Hamas, Abdel Latif al-Qanou, ha condannato la proposta di Trump, avvertendo che questa rientra nel più ampio piano per “eliminare la causa palestinese”. “Questo è un tentativo disperato di spazzare via la nostra giusta causa”, ha affermato, definendo la retorica di Trump “pericolosa” e in linea col programma del governo di estrema destra di “Israele”. Al-Qanou ha insistito sul fatto che i palestinesi non avrebbero mai accettato l’espulsione forzata dalla loro patria. “Le persone che hanno resistito per 15 mesi agli attacchi militari più brutali, di fronte all’esercito più letale del mondo, non si arrenderanno”, ha detto. “Non importa a quale costo, ma rimarranno con fermezza sulla loro terra”. Ha esortato la comunità internazionale a respingere le richieste di Trump di espulsione di massa dei palestinesi, affermando che le potenze mondiali devono sostenere il diritto all’autodeterminazione di questo popolo anziché facilitarne l’espulsione.

Hamas si dichiara aperta a colloqui con Trump

Nel frattempo, un alto dirigente di Hamas, Mousa Abu Marzouk, ha segnalato la volontà del gruppo di collaborare con l’amministrazione Trump, dichiarando ai media statali russi che Hamas è aperta al dialogo. “Siamo pronti a comunicare e a discutere con l’amministrazione Trump”, ha detto Abu Marzouk a RIA Novosti. “In passato, non ci siamo opposti ai colloqui con Biden, Trump o qualsiasi altra amministrazione. Restiamo aperti al dialogo con qualsiasi attore internazionale”. Accettando il ruolo dominante di Washington negli affari mediorientali, Abu Marzouk ha affermato che Hamas riconosce la necessità di un confronto diretto con gli Stati Uniti. “Gli Stati Uniti sono un attore chiave nella regione. Ecco perché accogliamo con favore il dialogo”, ha affermato.

Le fazioni palestinesi condannano la proposta di Trump di prendere il controllo di Gaza da parte degli Stati Uniti

Il movimento di resistenza palestinese Hamas ha espresso una ferma condanna delle recenti dichiarazioni di Trump. In un comunicato stampa, il movimento palestinese ha definito i commenti di Trump “ostili” e “controproducenti”, avvertendo che non avrebbero fatto altro che esacerbare le tensioni nella regione. Nella dichiarazione si sottolinea che Hamas e il popolo palestinese non permetteranno mai ad alcuna entità di occupare la loro terra o di imporre su di loro un governo esterno. Il gruppo ha ribadito il suo impegno a creare uno Stato palestinese con al-Quds come capitale, e chiedono agli organismi internazionali come le Nazioni Unite, la Lega araba e l’Organizzazione per la cooperazione islamica di affrontare urgentemente la situazione. In una risposta separata, anche i Comitati di Resistenza in Palestina hanno denunciato la retorica di Trump, accusandolo di essersi allineato con “le forze sioniste e di favorire i crimini di guerra israeliani”. Hanno invitato i paesi della regione a unirsi contro le azioni di Trump, affermando che le sue politiche rappresentano una minaccia non solo per i palestinesi, ma per l’intero Medio Oriente.

I leader devono rispettare il desiderio dei palestinesi di restare a Gaza 

L’inviato palestinese all’ONU, Riyad Mansour, ha ribadito l’impegno dei palestinesi nei confronti della propria patria, e ha respinto qualsiasi proposta di una loro ricollocazione rifiutando indirettamente la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “La nostra patria resta per sempre la nostra patria. Anche se una parte di essa, la Striscia di Gaza, viene distrutta il popolo palestinese ha scelto di tornarci”, ha affermato Mansour. Parlando alle Nazioni Unite, non ha nominato direttamente Trump ma ha chiarito la sua opposizione alla proposta, sottolineando: “Il nostro Paese e la nostra casa sono la Striscia di Gaza, che è parte della Palestina. Non abbiamo una casa. A coloro che vogliono mandarci in un posto felice e bello, io dico lasciateci tornare alle nostre case originarie in Israele. Lì ci sono posti bellissimi e saremo felici di tornare in questi luoghi”. Mansour ha poi ricordato il ritorno in massa dei palestinesi sfollati con la forza, osservando: “In due giorni, nel giro di poche ore, 400.000 palestinesi sono tornati a piedi nella parte settentrionale della Striscia di Gaza”. Ha infine concluso sottolineando l’importanza di onorare l’autodeterminazione palestinese: “Penso che dovremmo rispettare le scelte e i desideri del popolo palestinese, e che alla fine sarà il popolo palestinese con la sua determinazione a prendere la decisione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *