L’UE DAVANTI ALLA MINACCIA CRIPTO DI TRUMP

DiOld Hunter

10 Marzo 2025

di David Carretta e Christian Spillman su davidcarretta.substack.com    –    a cura di Old Hunter

Non solo Ucraina e dazi: l’Ue davanti alla minaccia cripto di Trump

La scorsa settimana ha segnato l’ingresso dell’Unione europea in un nuovo mondo geopolitico. Il trattamento inflitto a Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca e la decisione dell’Amministrazione americana di sospendere le forniture di armi e la condivisione di informazioni di intelligence per l’Ucraina hanno spinto gli europei a prendere decisioni senza precedenti. Il francese Emmanuel Macron e il britannico Keir Starmer hanno iniziato a mettere in piedi una coalizione di volenterosi per inviare soldati e aerei in Ucraina in caso di accordo di pace. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha presentato un piano di riarmo da 800 miliardi di euro. La Germania ha messo alle spalle trent’anni di ortodossia fiscale per spendere centinaia di miliardi di euro nella difesa. La Polonia ha ipotizzato il lancio di un programma di armamento nucleare. Il Consiglio europeo ha ignorato il veto del premier ungherese, Viktor Orban, e a 26 ha fissato i principi della strategia da seguire, nel momento in cui Donald Trump diventa un avversario degli interessi di sicurezza dell’Europa.

Mentre si battono per affermare la loro esistenza sul piano geopolitico, gli europei sono di fronte a un’altra guerra condotta dagli Stati Uniti, quella economica. Ci sono innanzitutto i dazi che l’Amministrazione Trump ha promesso per il 2 aprile contro l’Ue. Il settore auto è direttamente preso di mira dal presidente americano. Trump ha anche evocato la possibilità di imporre dazi di reciprocità, dandosi così il potere di colpire qualsiasi merce europea. La Commissione ha detto di essere pronta a rispondere in modo proporzionato. Ma non ci sono solo i dazi. Gli europei devono difendersi anche dalla guerra delle cripto monete di Trump, che rischia di compromettere la stabilità finanziaria, i sistemi di pagamento e alla fine la viabilità delle imprese europeo. Le implicazioni potrebbero toccare le strutture che hanno governato le relazioni commerciali e finanziarie dell’occidente dal dopoguerra. Ed è una sfida fondamentale per la sovranità dell’Europa. I ministri delle Finanze avranno una prima discussione oggi nella riunione dell’Eurogruppo. La Banca centrale europea chiederà di accelerare la creazione dell’euro digitale per proteggersi dalla cripto offensiva di Trump.

Il campanello d’allarme nell’Ue è suonato a gennaio quando, poco dopo la sua inaugurazione, il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo sulle criptovalute per garantire la leadership degli Stati Uniti nella tecnologia finanziaria digitale. Tra i progetti del presidente c’è la creazione di una riserva strategica di criptovalute che implica una partecipazione del governo e il sostegno del dollaro. La scorsa settimana Trump ha elencato le criptovalute e i token che entreranno nella riserva, contribuendo a far salire i loro prezzi alle stelle. Venerdì il presidente americano ha riunito alla Casa Bianca un summit dell’élite del settore dedicato alla creazione della riserva strategica di bitcoin, che ha formalizzato in un altro ordine esecutivo giovedì.

Le criptovalute sono valute digitali, che possono essere emesse da chiunque e utilizzate da qualunque intermediario, senza alcuna autorizzazione. Questo comporta una serie di rischi per i consumatori e gli investitori e non consente un’efficace tutela legale e contrattuale degli utenti. La mancanza di un emettitore sovrano o di attivi a garanzia delle criptovalute espone consumatori e investitori a perdite economiche. Le valute digitali, inoltre, sono spesso usate per attività illegali e riciclaggio di denaro.

La decisione di Trump di creare una riserva strategica conferisce credibilità alle criptovalute e ne rafforza il ruolo come potenziale sistema di pagamento alternativo. Gli Stati Uniti possiedono già circa 200 mila bitcoins, per un valore stimato a 17,5 miliardi di dollari, frutto prevalentemente di sequestri. Il Segretario al Tesoro e il Segretario al Commercio avranno la possibilità di proporre l’acquisizione di ulteriori criptovalute, oltre a quelle già incluse nella riserva, sostituendo così gli altri attivi detenuti dal governo federale come le valute tradizionali o i titoli finanziari.

“La nuova amministrazione statunitense ha adottato un atteggiamento molto diverso rispetto alla precedente per quanto riguarda le criptovalute, una posizione molto pro cripto”, ci ha spiegato un alto funzionario dell’Ue in vista della discussione all’Eurogruppo. “Vogliamo evitare che tali iniziative abbiano conseguenze negative sulla nostra sovranità monetaria, sulla nostra autonomia strategica e sulla nostra stabilità finanziaria”, ha aggiunto il funzionario. L’Ue ha già adottato una legislazione entrata in vigore nel 2023: la Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA) contiene norme specifiche per token collegati ad attività, token di moneta elettronica e altre cripto-attività, regola i prestatori di servizi e le piattaforme di negoziazione. L’Ue è “in prima linea nella chiarezza normativa sulle criptovalute, ma dobbiamo monitorare gli sviluppi ed essere certi che ciò che abbiamo in quella regolamentazione sia all’altezza” della sfida posta dalla nuova politica di Trump, ci ha detto il funzionario.

La Banca centrale europea è preoccupata che attraverso le criptovalute sostenute dal dollaro, gli Stati Uniti creino un nuovo mezzo di pagamento, dirottando risorse dai depositi nelle banche europee. La sfida ha una portata molto più ampia dei soli mercati legati alle criptovalute. Nelle sue prime cinque settimane al potere, l’Amministrazione Trump ha dimostrato che “è pronta a usare tutte le fonti di leva finanziaria che ha nei negoziati per fare pressione su altri paesi quando ritiene che sia nell’interesse americano”, dice il funzionario dell’Ue. L’infrastruttura delle criptovalute che sarà messa in piedi dall’Amministrazione potrebbe successivamente essere utilizzata come strumento di pressione politica contro l’Ue. “Bisogna valutare attentamente a quali parti della nostra economia consideriamo prudente permettere di fare affidamento su strutture che sono intrinsecamente americane e controllate dagli Stati Uniti”, spiega il funzionario dell’Ue.

Secondo gran parte dei ministri delle Finanze della zona euro, per “garantire la sovranità e una sorta di sicurezza” servono “soluzioni europee”. Nella riunione di oggi dell’Eurogruppo la Banca centrale europea spiegherà che i piani americani sulle criptovalute sono “una ragione in più per cui dovremmo andare avanti con il progetto dell’euro digitale e gettare le basi per un adeguato sistema di pagamento europeo”, ci ha spiegato il funzionario dell’Ue. Il progetto di euro digitale finora ha incontrato alcune resistenze da parte di alcuni governi, deputati europei e fette delle opinioni pubbliche. Concludere rapidamente il processo legislativo potrebbe essere decisivo per evitare di offrire a Trump un’ulteriore leva di ricatto contro l’Europa.

Tuttavia, non tutti hanno la stessa urgenza di affrontare la minaccia economica e finanziaria rappresentata dai piani dell’Amministrazione Trump. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha escluso di dover operare con gli Stati Uniti una strategia del “de-risking” (riduzione del rischio) come quella lanciata con la Cina. “La relazione che abbiamo con gli Usa è completamente diversa di quella con la Cina”, ha detto la presidente della Commissione. Il risveglio sulla difesa è stato brutale. Quello sul resto della relazione transatlantica rischia di esserlo ancora di più.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *