di Arnaud Bertrand, X

L’idea che la Cina stia vincendo la competizione globale con l’Occidente a causa di un “eccesso di capacità”, a sua volta frutto di dumping o altre pratiche scorrette, è pretestuoso. La verità è che la Cina è più competitiva di noi perché ha investito di più in educazione di massa. Inoltre, non ha commesso il suicidio energetico che, invece, ha voluto commettere l’Europa. L’Occidente dovrebbe piuttosto fare autocritica e correggere gran parte delle scellerate scelte compiute dalla sua leadership negli ultimi decenni.
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, arriva all’aeroporto internazionale di Guangzhou Baiyun, a Guangzhou, nella provincia del Guangdong, in Cina, il 4 aprile 2024. Tingshu Wang – Italia | Reuters. Fonte: CNBC

È interessante riflettere su ciò che la Yellen sta effettivamente dicendo quando chiede alla Cina di affrontare il suo “eccesso di capacità industriale”, in particolare in campi come i pannelli solari o i veicoli elettrici.

Innanzitutto, che cos’è la “sovraccapacità industriale”? La definizione ufficiale è “quando le capacità produttive di un settore superano la domanda dei suoi prodotti, portando a inefficienze e riduzione della redditività”.

Quali sono i parametri chiave per valutare se un paese presenta una “sovraccapacità industriale”? Ce ne sono tre:

  1. Tasso di utilizzo della capacità: mostra la percentuale della capacità industriale di un paese effettivamente utilizzata. Se non ne usi molta, hai troppa capacità.
  2. Livelli delle scorte: livelli elevati di beni invenduti possono indicare che la produzione supera la domanda, suggerendo un eccesso di capacità.
  3. Margini di profitto: il calo dei margini di profitto nei settori manifatturieri potrebbe indicare un eccesso di capacità, poiché le aziende potrebbero ridurre i prezzi per stimolare le vendite.

Quindi, diamo un’occhiata alla Cina per tutti e tre.

Cominciamo con i tassi di utilizzo della capacità. Guardate i grafici: è chiarissimo che sono stati praticamente costanti in Cina negli ultimi 10 anni, attestandosi a circa il 76% in questo momento, che è lo stesso livello dei tassi di utilizzo americani, che sono circa al 78%. Quindi, nessun problema qui.

Ora diamo un’occhiata ai livelli di inventario. All’inizio del 2024, l’indice PMI cinese sulle scorte di beni finiti era pari a circa 49 rispetto ai 48 degli Stati Uniti per le scorte manifatturiere. Un indice superiore a 50 è un segnale di livelli di scorte in crescita: questo non sta accadendo nessuno dei due paesi, pertanto non vi è alcun problema con i livelli delle scorte.

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Infine, controlliamo i margini di profitto. I profitti industriali cinesi sono aumentati del 10,2% nei primi due mesi dell’anno, consolidando una serie di guadagni dall’agosto dello scorso anno. Quindi, nessun problema neanche qui.

Ma allora, dov’è il problema? Comunque la si guardi, non vi è alcun segno di eccesso di capacità industriale in Cina.

Accusando la Cina di “eccesso di capacità industriale”, gli Stati Uniti vogliono forse intendere che la Cina sta violando le regole dell’OMC praticando il “dumping”, ovvero la pratica attraverso la quale le aziende esportano prodotti a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno, o al di sotto del costo di produzione? No, non è questo ciò di cui si accusa la Cina: nonostante i prezzi molto bassi dei suoi veicoli elettrici o dei pannelli solari, le aziende coinvolte continuano a realizzare profitti (come abbiamo appena visto, i profitti industriali stanno aumentando a doppia cifra) e fanno pagare prezzi più alti all’estero che in patria.

No, il vero problema qui, in realtà, non è la capacità industriale, ma la competitività. Ciò che è chiarissimo è che la competitività delle aziende cinesi è schiacciante: oggi, in decine di settori – come quello solare o quello dei veicoli elettrici – semplicemente non c’è modo per le aziende americane o europee di competere con quelle cinesi. Questo è il vero problema: Yellen e i leader occidentali temono che, se le cose continuano ad andare avanti così, la Cina mangerà semplicemente in testa a tutti.

Contrariamente alla credenza comune, questa competitività non è dovuta alla “manodopera a basso costo” cinese. Uno che lo ha spiegato molto bene è Tim Cook di Apple: “C’è confusione sulla Cina. La credenza comune è che le aziende vengano in Cina a causa del basso costo della manodopera. Non sono sicuro in quale parte della Cina vadano, ma la verità è che la Cina ha smesso di essere un paese a basso costo di manodopera molti anni fa. E non è questo il motivo che spinge a venire in Cina dal punto di vista dell’offerta. Il motivo è dovuto all’abilità, alla quantità di abilità in un luogo e al tipo di abilità”. Cook attribuisce questo merito al sistema educativo cinese: “Attribuisco un grande merito al sistema educativo per aver continuato a spingere su questo tema anche quando altri paesi hanno iniziato a ridurre l’attenzione alla formazione professionale. […] La Cina ha visto giusto fin dall’inizio”.

Avere un enorme spessore di competenze è una cosa, ma c’è anche il controllo dell’intera catena di fornitura, poiché la Cina è l’unico Paese al mondo che produce tutte le categorie di beni classificati dall’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO). Ciò le conferisce un vantaggio fondamentale in termini di prezzi finali: quando vuoi costruire qualcosa, in Cina puoi letteralmente trovare l’intera catena di fornitura intorno casa.

Un altro aspetto è il prezzo dell’energia: l’Agenzia internazionale per l’energia sottolinea, ad esempio, che “l’elettricità a basso costo è fondamentale per la competitività dei principali pilastri della filiera del solare fotovoltaico” e che “circa l’80% dell’elettricità richiesta nella produzione di polisilicio oggi viene consumata nelle province cinesi a un prezzo medio dell’elettricità di circa 75 USD per megawattora (MWh)”. Per fare un confronto, nel 2023 i prezzi dell’energia per i clienti industriali in Germania sono stati in media di 251,21 USD per megawattora (MWh): ovvero un prezzo incredibilmente più caro del 234,94%!

Infine, la Cina è diventata una potenza dell’innovazione. Nel 2023 ha depositato più o meno lo stesso numero di brevetti del resto del mondo messo insieme e si stima che ora sarà all’avanguardia in 37 delle 44 tecnologie critiche per il futuro. Tutto ciò ha effetti anche sui prezzi finali dei suoi prodotti. Per riprendere nuovamente l’esempio dei pannelli solari, l’IEA rileva che “la continua innovazione guidata dalla Cina ha dimezzato l’intensità delle emissioni della produzione di energia solare fotovoltaica dal 2011”, il che significa che non solo la Cina ha prezzi grezzi dell’elettricità che sono immensamente più economici che in Occidente, ma ha anche innovato in modo tale da utilizzare molta meno elettricità nella produzione dei suoi pannelli solari…

Dunque, “la minaccia della sovraccapacità industriale della Cina” è solo una formula di comodo per non dire, in realtà, che la Cina è semplicemente troppo competitiva. La Yellen che chiede alla Cina di risolvere questo problema è un po’ come se un velocista chiedesse a Usain Bolt di correre un po’ più piano perché non riesce a tenere il passo.

Ora, con questo non voglio dire che la domanda non sia in qualche modo legittima. In fin dei conti, è comprensibile essere preoccupati per il proprio futuro e quello della tua popolazione, quando vedi che il tuo concorrente diventa sempre più forte. Ma il problema deve essere affrontato nel modo corretto: spiegarlo come il risultato di un’azione sleale da parte della Cina. che creerebbe artificialmente una “sovraccapacità”, è una spiegazione che non rende giustizia alla verità. La verità è che la Cina ha giocato bene la sua partita: come ha spiegato Tim Cook, ha investito prima di tutto nel suo popolo, nella sua istruzione. Poi ha investito molto in innovazione e non si è data la zappa sui piedi sui prezzi dell’energia, come, invece, ha fatto l’Europa, tra molte altre decisioni.

Demonizzare questa realtà è sbagliato e, certamente, non è il modo giusto per chiedere alla Cina quello che resta un favore incredibilmente grande: correre meno veloce, in modo che l’Occidente possa tenerle il passo… Soprattutto quando l’Occidente corre piano a causa delle scelte catastrofiche compiute dalla sua leadership negli ultimi decenni: in primo luogo, la scelta di sprecare trilioni di dollari nell’uccidere persone all’estero anziché investire nel proprio progresso.

Temo che parlare di “sovraccapacità” della Cina sia solo un altro modo con cui questa mediocre leadership preferisce incolpare gli altri per i propri insuccessi piuttosto che affrontare la realtà.

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