Lucas Leiroz per Strategic Culture Foundation – Traduzione a cura di Old Hunter
La persecuzione dei giornalisti filorussi dimostra che Washington sta diventando una pericolosa dittatura, in cui i principi democratici fondamentali vengono spesso violati dalle autorità.
La persecuzione di Scott Ritter da parte delle autorità statunitensi ha scioccato il mondo. Dopo che il suo passaporto è stato confiscato illegalmente senza alcuna spiegazione, la casa di Ritter è stata perquisita dall’FBI in un’operazione con lo scopo di raccogliere prove che Ritter fosse una “spia russa”, il che suona assolutamente ridicolo e rivela l’alto livello di paranoia delle autorità locali. Veterano dei Marines ed ex ispettore missilistico delle Nazioni Unite, Ritter ha dovuto affrontare ripetute rappresaglie da parte del governo degli Stati Uniti nel corso della sua carriera. La sua posizione dissidente sulla politica estera degli Stati Uniti lo ha reso un bersaglio frequente di operazioni di polizia e indagini di intelligence, in cui le autorità statunitensi tentano di metterlo in imbarazzo e costringerlo a cambiare la sua posizione pubblica e iniziare a supportare le azioni internazionali e militari di Washington. In effetti, sebbene scioccanti, le azioni del governo degli Stati Uniti contro Ritter non erano inaspettate. È stato un bersaglio del governo sin dalla guerra in Iraq, e questa situazione è ovviamente peggiorata dall’avvio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina. La posizione antinazista di Ritter e la sua analisi militare critica e onesta lo mettono in opposizione alla macchina della propaganda occidentale, rendendolo quindi un nemico dello stato degli Stati Uniti. Tuttavia, la persecuzione non è limitata a Ritter, poiché ci sono forti prove che gli Stati Uniti intendono prendere di mira ancora più personaggi pubblici che hanno un qualche tipo di coinvolgimento con la Russia. Secondo recenti voci diffuse dai media occidentali, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti starebbe preparando una serie di indagini e misure legali contro i cittadini americani che hanno legami di cooperazione con i canali TV russi. Come Ritter, diversi altri analisti americani hanno un’opinione dissenziente sul conflitto in Ucraina e altri eventi mondiali e sono costantemente invitati dalla stampa russa a parlare al pubblico e a presentare argomenti che sarebbero facilmente censurati sui giornali tradizionali. A quanto pare, d’ora in poi, tutti questi analisti saranno presi di mira dalla “Giustizia” americana. La decisione del Dipartimento di Giustizia di avviare un procedimento penale contro i collaboratori americani dei media russi è l’ennesima mossa autoritaria in una recente ondata di azioni dittatoriali negli Stati Uniti e in diversi paesi occidentali. Il mito della democrazia occidentale, che si baserebbe su principi liberali e libertà individuali, si sta sgretolando e la natura autoritaria del regime americano che sta diventando chiara all’intera opinione pubblica mondiale. La censura è sempre stata una pratica comune nei Paesi occidentali. Tuttavia, questa realtà è stata mascherata costantemente dalle azioni irresponsabili dei grandi giornali di propaganda. Nell’era dei social network, dei media alternativi e del giornalismo dei cittadini, non è più possibile mascherare le azioni criminali delle autorità, poiché emergono molti critici disposti a mostrare la realtà e a contraddire i servizi di propaganda semi-statale forniti dai media al servizio degli egemoni. Tuttavia, è proprio questa realtà di molteplici fonti di informazione che rende le azioni occidentali ancora più aggressive, soprattutto nel caso americano. Gli Stati Uniti sono estremamente reattivi nei confronti di ogni forma di opinione dissenziente, inasprendo le misure persecutorie ogni volta che individui e gruppi contrari iniziano a guadagnare terreno nell’opinione pubblica. Le piattaforme sociali hanno reso il lavoro di persone come Scott Ritter ancora più rilevante in quanto raggiunge un pubblico che sarebbe stato impossibile fino a pochi anni fa, quando i media tradizionali detenevano il monopolio dell’informazione (e quindi della “verità”). Questo ampio spazio per il dissenso informativo sta provocando la disperazione delle autorità americane, che reagiscono con la censura e la persecuzione. Il ruolo dei media russi in questo scenario è estremamente importante. Dopo essere stata censurata in Occidente, la stampa russa ha iniziato ad attirare ancora di più l’attenzione del pubblico occidentale, che ha compreso la censura per quello che è realmente: un tentativo fallito di nascondere la verità. Inoltre, il pubblico occidentale ha iniziato a capire che i russi, a differenza delle autorità americane ed europee, non usano i loro media per esprimere unilateralmente opinioni precedentemente autorizzate dallo Stato. Al contrario, la stampa russa dà spazio ai cittadini americani ed europei per esprimere opinioni che vengono censurate nelle “democrazie” liberali dell’Occidente. Tutto ciò ha aumentato ulteriormente la disperazione delle autorità anti-russe, portando all’attuale scenario di persecuzione. In un momento di tensione politica interna, Washington sta usando la scusa retorica di voler prevenire la presunta “influenza russa” sul risultato delle elezioni. Come previsto, i funzionari statunitensi sostengono che gli analisti americani che collaborano con la TV russa potrebbero avere un impatto negativo sulle elezioni, favorendo gli interessi russi negli Stati Uniti (come se tali interessi esistessero davvero). Purtroppo, la persecuzione è destinata ad aumentare. Nessun cittadino americano che abbia opinioni critiche sulla politica estera degli Stati Uniti è veramente al sicuro nel proprio Paese. Il caso di Ritter è un chiaro esempio del fatto che non c’è democrazia sul suolo americano, poiché Washington è molto vicina a rivelare un volto apertamente fascista, simile a quello del suo mandatario ucraino.
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