ANCHE LA GRAN BRETAGNA VUOLE I MINERALI DELL’UCRAINA

DiOld Hunter

22 Marzo 2025
Non è solo Trump. Il Regno Unito considera i minerali critici una priorità governativa e vuole che alle vaste risorse dell’Ucraina possano accedere anche le aziende britanniche.
Cava di minerale di titanio in Ucraina

di Mark Curtis per declassifieduk.org     –      Traduzione a cura di Old Hunter

Quando a metà gennaio i funzionari del Regno Unito hanno firmato un partenariato di 100 anni con l’Ucraina, hanno affermato di essere il “partner preferito” dell’Ucraina nello sviluppo della “strategia sui minerali critici” del Paese. Eppure, nel giro di un mese, Donald Trump ha presentato una proposta al presidente ucraino Volodymyr Zelensky per accedere alle vaste risorse minerarie del Paese come “compensazione” per il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Whitehall non è per nulla contenta dell’intervento di Washington. 

Il mese scorso, quando il ministro degli Esteri David Lammy ha incontrato Zelensky a Kiev, avrebbe sollevato la questione dei minerali, “segno che il governo di Starmer è ancora desideroso di accedere alle ricchezze dell’Ucraina”, riporta l’iPaper. In precedenza Lammy aveva detto, in un discorso dell’anno scorso: “Guardatevi in giro nel mondo. I Paesi si stanno affannando per assicurarsi minerali essenziali, proprio come le grandi potenze si precipitavano un tempo a controllare il petrolio”.

Il ministro degli esteri britannico aveva ragione, ma la Gran Bretagna stessa è una di queste potenze e l’Ucraina è uno dei principali Paesi su cui i funzionari britannici, così come l’amministrazione Trump, hanno puntato gli occhi. Non c’è da sorprendersi. L’Ucraina ha circa 20.000 depositi minerali rari che ne contengono 116 tipi come berillio, manganese, gallio, uranio, zirconio, terre rare e nichel. Il Paese, la cui economia è stata devastata dalla brutale guerra condotta dalla Russia, possiede anche una delle più grandi riserve di grafite al mondo, le più grandi riserve di titanio in Europa e un terzo dei depositi di litio del continente. Queste risorse sono fondamentali per settori quali la produzione militare, l’alta tecnologia, l’industria aerospaziale e l’energia verde. 

Negli ultimi anni, il governo ucraino ha cercato di attrarre investimenti stranieri per sviluppare le sue risorse minerarie essenziali e ha firmato partnership strategiche e organizzato forum di investimento per presentare le sue opportunità minerarie. Il Paese ha anche iniziato a mettere all’asta i permessi di esplorazione per minerali come litio, rame, cobalto e nichel, offrendo opportunità di investimento redditizie. I resoconti dei media ripetono ampiamente a pappagallo gli interessi del governo del Regno Unito in Ucraina, che riguardano la resistenza all’aggressione. Ma negli ultimi anni Whitehall ha aumentato il suo interesse nell’accesso ai minerali critici del mondo, non da ultimo in Ucraina.

‘La funzione dei minerali critici’

Nusrat Ghani, ministro del commercio del governo di Rishi Sunak, ha tenuto almeno 10 riunioni sul tema dei minerali critici nel 2023 e nella prima metà del 2024, come mostrano i dati sulla trasparenza del governo. Tra le aziende che ha incontrato c’erano i colossi minerari britannici Rio Tinto e Anglo American, l’esportatore di armi BAE Systems e i lobbisti dell’industria aerospaziale militare ADS.

Non è chiaro se l’Ucraina sia stata oggetto di queste discussioni, ma un’altra importante azienda che Ghani ha incontrato per discutere delle “catene di approvvigionamento minerario” è stata quella dei Rothschild, che ha ampi interessi in Ucraina. Ghani ha avuto un colloquio con la società di consulenza globale con sede a Parigi nell’aprile 2023, mentre il suo successore Alan Mak lo ha fatto l’anno successivo, a maggio. Mak ha incontrato la società “per discutere del lavoro di Rothschild sui minerali critici”, come risulta dai dati.

La società è stata invitata alla Conferenza per la ripresa dell’Ucraina del 2023 tenutasi a Londra ed è membro della UK-Ukraine Finance Partnership. Dal 2017 è anche il principale consulente del Ministero delle Finanze ucraino. La società dei Rothschild, nel cui consiglio di amministrazione siede l’ex consigliere per la sicurezza nazionale del Regno Unito Lord Mark Sedwill, ha investito non meno di 53 miliardi di dollari in Ucraina.

‘Una partnership anglo-ucraina’

Scrivendo di recente su Unherd, il ricercatore Sang-Haw Lee ha citato un alto esponente laburista che ha dichiarato che il Regno Unito è stato coinvolto in ampie trattative per tutto l’anno scorso per assicurarsi l’accesso esclusivo ai minerali dell’Ucraina, ma da parte del governo non è arrivato un adeguato sostegno. Alcune altre riunioni sono diventate di dominio pubblico. Lo scorso aprile, due importanti parlamentari britannici hanno incontrato a Londra una delle maggiori società di investimento minerario dell’Ucraina per discutere della “partnership britannico-ucraina nel campo dell’estrazione di minerali critici”.

Il gruppo BGV, che ha investito 100 milioni di dollari in progetti minerari ucraini, ha avuto dei colloqui con l’allora ministro dell’energia Lord Martin Callanan e con Bob Seely, all’epoca parlamentare conservatore e membro della commissione per gli affari esteri del parlamento. La società è alla ricerca di investitori per i suoi progetti su grafite e berillio e ha affermato in un comunicato stampa che “l’Ucraina ha tutti i prerequisiti per diventare uno dei principali fornitori della Gran Bretagna di minerali essenziali per le tecnologie avanzate e la transizione verso l’energia verde”. 

“In quanto massimo alleato europeo dell’Ucraina, il Regno Unito potrebbe sfruttare la sua forte posizione all’interno della NATO per contribuire a proteggere i siti minerari e le vie di trasporto”, scrive Andriy Dovbenko, fondatore di UK-Ukraine TechExchange.

‘Vaste risorse’

La “Ukraine Business Guide” del governo del Regno Unito sottolinea che “l’Ucraina ha vaste risorse” e “una ricca base mineraria di minerale di ferro, manganese, carbone e titanio”. Certamente, migliorare l’accesso ai minerali critici è stata un’ampia priorità di Whitehall negli ultimi tre anni. Il Regno Unito ha prodotto la sua prima Strategia Mineraria Critica nel 2022 e l’ha aggiornata con un “refresh” l’anno successivo. La strategia identifica 18 minerali ad “alta criticità” per il Regno Unito, tra cui alcuni presenti in Ucraina, come la grafite, il litio e gli elementi delle terre rare.

La strategia del Regno Unito mira, tra le altre cose, a “sostenere le aziende britanniche nella partecipazione all’estero” alle catene di fornitura di questi minerali e a “sostenere Londra come capitale mondiale della finanza responsabile per i minerali critici”. Nell’ambito della sua strategia sui minerali critici, il governo ha istituito un cosiddetto gruppo Task & Finish, che ha analizzato i rischi per l’industria britannica e ha incluso partecipanti di BAE, Rio Tinto e ADS. Il gruppo evidenzia che il titanio, gli elementi delle terre rare, il cobalto e il gallio sono tra i minerali a rischio di approvvigionamento per il settore militare britannico. Il Regno Unito ha inoltre istituito un Critical Mineral Intelligence Centre e un Comitato di esperti sui minerali critici per fornire consulenza al governo.

Un rapporto della commissione per gli affari esteri sui minerali critici, pubblicato nel dicembre 2023, ha concluso che “il Regno Unito non può permettersi di rendersi vulnerabile su catene di approvvigionamento di tale importanza strategica”. Un segno della serietà con cui il governo sta affrontando la questione è la dichiarazione  di voler “garantire che la considerazione per i minerali critici sia incorporata” negli accordi di libero scambio che sta negoziando con una serie di Paesi.

‘Strutture normative’

L’accesso ai minerali provenienti dall’estero spesso dipende dall’allentamento delle normative governative, per consentire alle aziende straniere di concludere accordi favorevoli. La dichiarazione di partenariato per 100 anni impegna il Regno Unito e l’Ucraina a “sostenere lo sviluppo di una strategia ucraina per i minerali critici e le strutture normative necessarie per supportare la massimizzazione dei benefici derivanti dalle risorse naturali dell’Ucraina, attraverso l’eventuale istituzione di un gruppo di lavoro congiunto”. L’obiettivo della partnership è quello di “sostenere un ambiente più favorevole alla partecipazione del settore privato nella transizione verso l’energia pulita” e di “attrarre investimenti da parte di aziende britanniche nello sviluppo di fonti di energia rinnovabili”.

Più in generale, le due parti “lavoreranno insieme per stimolare e modernizzare l’economia ucraina, attuando riforme volte ad attrarre finanziamenti privati” e “rafforzare la fiducia degli investitori”. Come ha recentemente mostrato Declassified, gli aiuti britannici all’Ucraina sono incentrati sulla promozione di queste riforme a favore del settore privato e sulla pressione sul governo di Kiev affinché apra la sua economia agli investitori stranieri. I documenti del Foreign Office sul suo progetto di aiuto di punta in Ucraina, che sostiene la privatizzazione, sottolineano che la guerra offre all’Ucraina “opportunità” di realizzare “alcune riforme estremamente importanti”.

Il Regno Unito sostiene un progetto denominato SOERA (State-owned enterprises reform activity in Ukraine), finanziato dall’USAID con il Foreign Office del Regno Unito come partner minore. SOERA lavora per “promuovere la privatizzazione di aziende statali selezionate e sviluppare un modello di gestione strategica per le aziende statali che rimangono di proprietà statale”. Nei documenti britannici si legge che il programma ha già “preparato le basi” per la privatizzazione, il cui asse portante è la modifica della legislazione ucraina. “Il SOERA ha lavorato fianco a fianco con il Governo e ha proposto 25 atti legislativi, 13 dei quali sono stati adottati e attuati”, si legge nei documenti più recenti.

‘Rivalità geostrategiche’

Gran parte della politica estera e delle guerre del Regno Unito possono essere spiegate con il fatto che Whitehall voleva che le aziende britanniche mettessero le mani sulle risorse di altri paesi. L’invasione dell’Iraq del 2003 era principalmente una questione di petrolio, mentre decenni prima la brutale guerra del Regno Unito in Malesia negli anni ’50 era sostanzialmente una questione di gomma. Il sostegno della Gran Bretagna al Sudafrica dell’apartheid è significativamente spiegato dal fatto che il Regno Unito desiderava un accesso continuo alle enormi risorse minerarie del Sudafrica.

Ma la preoccupazione principale ora è la Cina, che è il maggiore produttore di 12 dei 18 minerali considerati critici dal Regno Unito. Le principali previsioni geopolitiche del Ministero della Difesa, le sue “Global Strategic Trends“, pubblicate lo scorso anno, menzionano 57 minerali, osservando che questi “acquisteranno un’importanza geopolitica sempre maggiore” e potrebbero portare a “nuove rivalità e tensioni geostrategiche”. La storia suggerisce che la strategia internazionale di Whitehall sui minerali essenziali e la sua corsa all’Ucraina continueranno a plasmare la politica estera del Regno Unito e a contribuire a queste future tensioni internazionali.

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