
di Larry C. Johnson per sonar21.com – Traduzione a cura di Old Hunter
Il Washington Post ha pubblicato oggi (sabato 3) un articolo, scritto da una troupe di giornalisti, che presumibilmente fornisce il resoconto dietro le quinte del licenziamento di Michael Waltz dall’incarico di Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Mentre la Casa Bianca sta usando la tecnica del rossetto sul maiale [*], spacciando il passaggio di Waltz alle Nazioni Unite per una promozione, nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Come Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Waltz aveva il compito di coordinare gli obiettivi politici del Presidente con il Pentagono, il Dipartimento di Stato e l’Intelligence Community, apparentemente per garantire che tutti cantassero sulla stessa lunghezza d’onda.
Se Waltz riuscirà a superare il processo di conferma – e credo che potrebbe non superare questa sfida – allora lavorerà come subordinato di Marco Rubio. Questa non è una promozione, ragazzi. La pubblicazione di questo articolo – pieno di citazioni da fonti anonime della Casa Bianca di Trump – è un segno che Waltz dovrà affrontare una strada in salita per ottenere l’approvazione del Senato. I succosi dettagli di questo articolo forniranno ai Democratici, e ad alcuni Repubblicani, ottimo materiale per ridurre Waltz in polvere. Ci saranno domande imbarazzanti sul perseguimento da parte di Waltz di una politica estera indipendente nei confronti di Israele, così come un’analisi approfondita sul Signalgate [**]. Waltz sarà sotto giuramento e gli verrà chiesto di eventuali comunicazioni o contatti precedenti con Jeffrey Goldberg, ad esempio.
Non mi sorprenderebbe sapere, nelle prossime settimane, che Waltz si ritirerà dal processo, a patto che riesca a ottenere un lavoro redditizio presso uno dei ladri di Washington . Questo articolo del Washington Post, a mio giudizio, mira a danneggiare ulteriormente Waltz. Vediamo i dettagli.
Secondo il Post, Waltz si sarebbe scontrato con Trump a proposito di Israele. Se fosse vero, sarebbe una buona notizia:
La decisione del presidente Donald Trump di estromettere il suo consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Waltz, è stata il risultato di un lento accumulo di frustrazione nei confronti di un ex ufficiale dei Berretti Verdi, considerato molto più desideroso di ricorrere alla forza militare rispetto al suo capo nello Studio Ovale.
Il destino di Waltz è stato segnato dalla sua inclusione di un giornalista in una chat di gruppo di Signal, un argomento delicato, a marzo. Ma era in conflitto con altri alti funzionari fin dall’inizio dell’amministrazione, anche sulla questione se intraprendere o meno un’azione militare contro l’Iran, hanno dichiarato venerdì alti funzionari e consiglieri di Trump.
A decidere il destino di Waltz è stata il capo dello staff di Trump, Susie Wiles. Secondo quanto riportato dal Post:
I problemi di Waltz si sono accumulati nel tempo e il capo dello staff della Casa Bianca, Susie Wiles, ha sempre più iniziato a ritenere che non fosse la persona giusta per ricoprire il ruolo di presidente, secondo quanto dichiarato venerdì da un alto funzionario della Casa Bianca, da un consigliere di Trump e da un’altra persona a conoscenza della questione.
Il grande ostacolo, secondo quanto riportato dal Post, è stata la percezione che Waltz stesse cospirando con Bibi Netanyahu per spingere Trump ad attaccare l’Iran:
Ma Waltz ha anche irritato Trump dopo la visita allo Studio Ovale del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’inizio di febbraio, quando il consigliere per la sicurezza nazionale sembrava condividere la convinzione del leader israeliano che fosse giunto il momento di colpire l’Iran, hanno affermato due delle persone coinvolte…
Alcuni membri dell’amministrazione ritenevano che Waltz stesse cercando di far pendere la bilancia a favore di un’azione militare e che stesse agendo a stretto contatto con gli israeliani.
“Se Jim Baker avesse stretto un accordo collaterale con i sauditi per destabilizzare George H.W. Bush, sarebbe stato licenziato”, ha detto un consigliere di Trump, riferendosi al Segretario di Stato di Bush. “Non puoi farlo. Lavori per il presidente del tuo Paese, non per il presidente di un altro Paese”.
Cavolo, spero proprio che sia vero, ovvero che Trump non permetterà a Netanyahu di definire la politica statunitense nei confronti dell’Iran. In questo momento della presidenza di Trump, sospetto che molti di voi, insieme a me, credano che Trump sia saldamente nelle mani dei sionisti. Forse persone come JD Vance e Tucker Carlson stanno ottenendo un certo successo nell’avvertire Trump dei pericoli di assecondare la volontà di Netanyahu in merito all’attacco all’Iran.
La situazione relativa alla battaglia che infuria a Washington tra i filosionisti che vogliono attaccare l’Iran e coloro che credono che una mossa del genere sarà, come minimo, molto dannosa per Donald Trump e gli interessi statunitensi nel Golfo Persico, è precaria. Restate sintonizzati.
Note del traduttore
[*] “lipstick on a pig” (mettere il rossetto a un maiale) è un’espressione idiomatica utilizzata per descrivere i tentativi di apportare modifiche superficiali o cosmetiche a qualcosa nel tentativo di nasconderne la vera natura, specialmente se quella cosa è fondamentalmente poco attraente o problematica.
[**] Con Signalgate si indica lo scandalo dell’uso di una particolare versione dell’app Signal, elaborata oltretutto da Israele [wired.com], con la quale Michael Waltz aveva erroneamente incluso nella chat coi suoi colleghi anche il noto giornalista ebreo Jeffrey Goldberg, l’editore di Atlantic.
Inoltre, scandalo nello scandalo, secondo Tulsi Gabbard, direttore dell’Intelligence nazionale, l’applicazione era preinstallata sui telefoni cellulari in dotazione al governo. Se fosse vero, sarebbe un fatto notevole. Le app commerciali sono generalmente vietate sui dispositivi governativ . Inoltre, le applicazioni che consentono di far sparire i messaggi in una settimana o meno sembrano certamente violare il Federal Records Act, che richiede che tutte le comunicazioni ufficiali siano conservate e archiviate. [vedi politico.eu]