DONALD TRUMP STA RIDIMENSIONANDO ISRAELE? 

DiOld Hunter

10 Maggio 2025

di Larry C. Johnson per sonar21.com    –    Traduzione a cura di Old Hunter

Qualcosa di potenzialmente significativo sta accadendo riguardo alla politica estera di Trump in Asia occidentale. Esaminiamo i dati critici:

Michael Waltz — Trump declassa il suo consigliere per la Sicurezza Nazionale, Michael Waltz, per aver cospirato con Bibi Netanyahu al fine di spingere il Presidente ad attaccare l’Iran. L’articolo del Washington Post di sabato scorso, che spiegava perché Waltz fosse stato estromesso, è stato pubblicato con la collaborazione della Casa Bianca di Trump. Che sia vero o meno non ha importanza… è l’inizio di una narrazione che l’amministrazione Trump sta promuovendo.

Gli Houthi capitolano — Durante un incontro nello Studio Ovale con il neo-nominato Primo Ministro canadese, Trump ha annunciato senza mezzi termini che gli Houthi si erano arresi e hanno promesso di smettere di attaccare le navi statunitensi. Questa è una totale assurdità. La verità è che il Sultano dell’Oman ha mediato l’accordo, permettendo a Trump di salvare la faccia dichiarando vittoria e ritirando le navi statunitensi dal Mar Rosso. In realtà, questa è stata una vittoria per gli Houthi. Ciliegina sulla torta… Trump non ha informato in anticipo gli israeliani. L’ambasciatore sionista di Trump, Mike Huckabee, lo ha confermato in un comunicato stampa:

“Non abbiamo bisogno del permesso di Israele per concludere un accordo con gli Houthi. Se uno dei 700.000 cittadini americani in Israele viene colpito da un attacco Houthi, allora risponderemo, altrimenti non abbiamo nulla a che fare.”

Non credo che Trump sia impegnato in un piano di inganni in stile Rube Goldberg. L’insulto a Netanyahu sembra autentico. Almeno la stampa israeliana ci crede. Si consideri la valutazione di Haaretz sulla frattura tra Trump e Netanyahu:

…Pertanto, per il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, la visita di Trump nella regione inizia con il piede sbagliato, ancor prima che il presidente salga sull’Air Force One. Netanyahu si trova in un limbo politico, e non c’è da stupirsi: è difficile contare i numerosi scenari che potrebbero emergere da questa visita. Accordi economici? Accordi diplomatici? Una visita a Teheran? Giovedì sera, Reuters ha riferito che Trump non avrebbe chiesto la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele come condizione per un accordo sul nucleare civile con il principe ereditario Mohammed bin Salman. Joe Biden e Kamala Harris, gli “antisemiti”, non l’avrebbero fatto…

Era chiaro che la luna di miele della coppia si sia conclusa prima del previsto. Trump è arrivato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato covando un profondo risentimento nei confronti di Netanyahu. Nel periodo precedente alle elezioni, entrambe le parti lo avevano messo da parte. Netanyahu ha scommesso tutto su Trump per migliorare le relazioni. Ma con Netanyahu, le cose vanno sempre male, e in questo momento sembra che il presidente si diverta semplicemente a prenderlo in giro.

L’inchiesta del Washington Post sul licenziamento da parte di Trump del Consigliere per la Sicurezza Nazionale statunitense Mike Waltz non dovrebbe essere presa alla leggera. Lo hanno lasciato andare a causa delle sue conversazioni segrete con Netanyahu, che premeva per un’azione militare in Iran. Queste conversazioni risalivano all’inizio del mandato, addirittura prima del primo incontro Trump-Netanyahu. Anche durante il suo primo mandato, l’Orange One ha scoperto che il Purple One gli stava mentendo, manipolandolo e prendendosene il merito. Ora sembra che la cosa si sia ripetuta. Il risultato: Israele è escluso dai colloqui con Teheran e svolge un ruolo di supporto nella visita presidenziale (in altre parole, viene ignorato).

Aiuti umanitari per i palestinesi: l’ambasciatore di Trump in Israele ha fatto oggi un annuncio sorprendente:

L’ambasciatore statunitense in Israele Mike Huckabee ha delineato un piano americano-israeliano per convogliare gli aiuti umanitari in alcune zone di Gaza che, a suo dire, inizialmente sfameranno solo circa il 60% della popolazione. Huckabee ha affermato che il meccanismo di aiuti, che sarà amministrato da una fondazione privata di recente costituzione creata dagli Stati Uniti, avrà lo scopo di distribuire cibo in modo che “Hamas non riesca a metterci le mani sopra”.

Huckabee sostiene che l’esercito israeliano non sarà coinvolto nella consegna o distribuzione del cibo. Questo probabilmente farà infuriare gli amici ultrasionisti di Netanyahu, ovvero Smotrich e Ben Gvir.

Tutto questo accade alla vigilia del primo viaggio all’estero di Trump, previsto per lunedì… visiterà l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti. Durante l’incontro di lunedì scorso con il Primo Ministro canadese, Trump ha lasciato intendere un’ulteriore anticipazione… ovvero, aspettatevi grandi novità sul Medio Oriente. Finora, non ci sono ulteriori chiarimenti dalla Casa Bianca su questo argomento. Ci sono almeno due possibilità: 1) Trump sta cercando di raggiungere un accordo con Hamas per garantire il rilascio degli ostaggi rimasti oppure 2) sta annunciando un accordo provvisorio con l’Iran che garantisca l’assenza di un programma di armi nucleari.

Se si fa un passo indietro e si considera questa serie di eventi – ovvero Waltz, gli Houthi, la rottura con Netanyahu e gli aiuti umanitari – credo che siano tra loro collegati e facciano parte di un piano per garantire a Trump una vittoria diplomatica in Asia occidentale. Sono abbastanza certo che gli arabi del Golfo abbiano detto alle squadre avanzate della Casa Bianca che, se non ci saranno movimenti per fermare il genocidio dei palestinesi, Trump riceverà un’accoglienza gelida. Questo potrebbe spiegare perché Trump sembra voler gettare Bibi Netanyahu sotto un’autobus. Presto sapremo se si tratta di un fiasco o di una svolta inaspettata, che ridurrà le possibilità di una guerra con l’Iran.

Il colonnello Wilkerson e io abbiamo discusso oggi con Nima degli ultimi sviluppi riguardanti Yemen, Israele e Iran:

Durante la tavola rotonda odierna con il giudice Napolitano, ci siamo concentrati sull’esperienza di Ray a Mosca e sulle sue impressioni sulla parata del Giorno della Vittoria:

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